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Ai tempi del Corona aggiornamenti di Nino Galloni

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La grande vittima della pandemia - la prima, ma non sarà l'ultima - è la suprema verità finanziaria: le risorse sono limitate.
Può l'emergenza aver modificato una suprema verità? No. Essa era un falso.
Come facevano le banche centrali a creare moneta (a costo zero, soprattutto dopo lo sganciamento della moneta stessa dall'oro)?
Con una magia di contabilità: al passivo dello stato patrimoniale veniva messo il valore nominale dell’emissione monetaria, all'attivo i titoli; siccome i due valori si eguagliavano (interessi a parte, che potevano andare nel conto profitti e perdite), l'operazione si annullava, cioè si nascondeva. Ma era un artificio che, adesso, risulta evidente: si possono far crescere i debiti (i titoli di Stato, ad esempio) oppure no. Ma, domani, i debiti si potranno: cancellare, monetizzare, cartolarizzare, derivare...
Di quanti soldi abbiamo bisogno nelle attuali circostanze e nel futuro? Finalmente possiamo invertire il paradigma e chiederci: di cosa abbiamo bisogno? E i soldi non ci mancheranno! Unico limite: se le capacità produttive sono tutte utilizzate al massimo, la successiva immissione monetaria non determina effetti reali; ma, adesso, abbiamo bisogno - ad esempio - di mascherine e possiamo riconvertire aziende tessili e simili, assumere lavoratori, ecc.

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la Francia ai tempi del Corona: aggiornamenti

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Gli aggiornamenti dalla Francia di Maria ZEI 

ll virus può contagiare quasi tutti, giovani e anziani, ovvero anche l’80% della popolazione; ma i sintomi si manifestano da meno dell’1 per mille fino all’1%. Di questi, in Italia parliamo di 600.000 casi,(altre fonti parlano fino a 1.800.000 casi gravi NdR) il 10% ha bisogno di cure (e sono quelli che dovrebbero emergere al “picco”); quando il governo realizza che non ha 60.000 posti in ospedale e l’incognita è il numero di quelli che morirebbero soffocati senza cure appropriate, scatta l’allarme politico sociale. Ha fatto così, nel giro di pochi giorni, la Germania e la Francia idem. Rallentando il contagio si salvano vite, anche di giovani, ma i tempi della guarigione sono più lunghi di quelli dell’incubazione e del passaggio dai primi sintomi (di tipo influenzale) a quelli specifici, urgenti e gravissimi: quindi si dovrebbe lavorare non solo sul contenimento del contagio (e sull’aumento delle dotazioni ospedaliere), ma anche sul rafforzamento di chi ha sintomi iniziali, onde evitare che il virus passi dalle prime vie aeree ai polmoni. Ma anche tutta la popolazione dev’essere meglio informata non solo delle misure per evitare il contagio (con i suoi aspetti repressivi), ma accompagnata nell’assunzione di vitamine e altro, pratiche alimentari e psicofisiche adeguate. Questo è strategico!
NINO GALLONI

18/03/2020

Aggiornamenti dalla Francia.

La Francia ha schierato l’artiglieria pesante( si fa per dire) : oltre 300 miliardi di garanzie bancarie per i prestiti delle imprese, un fondo con 45 miliardi per aiutare le imprese di tutte le taglie, soprattutto le piccole, le micro ( come gli auto-imprenditori [1]) spesso utilizzati con l’uberizzazione galoppante, ma non solo, anche artigiani, servizi alla persona (benessere del corpo, della mente, commercio internet ecc). Molti mestieri uberizzati sono stati rimessi in riga dalla giustizia [2] anche recentemente [3]. Questo tipo di figure non ha le protezioni necessarie e adatte.  Per esempio in questi tempi di crisi Macron aveva promesso di liberalizzare maggiormente il mercato del lavoro:  più facile licenziare ma più protezioni. Il medef (confindustria francese) non voleva, e quindi la sua flexi-securité [4] e’ rimasta soprattutto flexi ma poco securité. Gi oneri della flessibilità sono rimasti tutti ai lavoratori e poco alle imprese (ed è essere gentili a dir ciò) …

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Covid: la dismisura dell'alieno, nuovo padrone del mondo

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Lo spettacolo delle bare sui camion militari, l'overdose quotidiana di ansia somministrata dalla televisione, gli ospedali ridotti a pietose trincee alle prese con una disfatta catastrofica. L'Italia in preda al panico sembra una drammatica finestra sul mondo, a sua volta travolto dall'apocalisse. Si assiste a un crescente delirio di paura e caos, voci contraddittorie, misure d'emergenza, accuse incrociate e sospetti. Storie di ordinaria follia, ormai, dilatate dalle dimensioni di un'enormità dilagante, intercontinentale, in apparenza inarrestabile, di fronte a cui qualsiasi ragionevole constatazione - i tagli alla sanità, riflesso criminale dell'infame scure neoliberista - rischia di perdere il suo impatto decisivo, addirittura storico. E appaiono sempre più surreali, oggi, le perduranti divisioni geopolitiche tra l'Impero del Mare e l'Eurasia, gli opposti sistemi di governance messi a dura prova dal cosmopolitismo biologico del virus: di qua una post-democrazia imperiale e militarizzata, aggressiva e manipolatrice, svuotata di sovranità e dominata dalle fake news di regime; di là un autoritarismo arcaico, apertamente brutale, che per ora fa a meno della finzione democratica.

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Il virulento gioco dell'oca del contagio

Nei miei secondi di preziosa libertà individuale concessa, affacciato quindi al balcone,  meditavo su questa enorme roulette del contagio.
Se la logica è quella che ci spiegano, e non essendo virologo non ho strumenti per pensarla diversamente, il contagio è molto facile, l'incubazione è lunga e quindi qualsiasi persona può essere veicolo. In questa logica si spiega la quarantena forzata a cui veniamo segregati con notevole restringimento per decreto, e in qualche regione per provvedimento, dei diritti costituzionali. Molto è stato detto sulla probabile vera ragione del cercare di limitare il contagio: l'assenza di un sistema sanitario pubblico adeguato dopo anni di tagli sconsiderati. E siccome molto è stato detto e tutto mi sembra molto plausibile, voglio meditare su un altro aspetto. Conosciuta la logica di come avviene il contagio mi domando come può realisticamente fermarlo la segregazione e la limitazione delle libertà? È solo una questione statistica: meno giri, meno incontri, minori probabilità hai di contagiarti.

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Globalizzazione, Europa ed economia all'epoca del Coronavirus

Vedo che di fronte alla tragedia del Coronavirus e alla disastrosa reazione della dis-Unione Europea, che sembra continuare a voler fare gli interessi degli istituti finanziari invece che del popolo (Conte chiede anche l'attivazione del MES?), si fanno di nuovo forti i corvi nazionalisti che non distinguo tra globalizzazione, Europa e neoliberismo, e non hanno studiato. 

Giustamente, molte persone oggi rivendicano la mancanza di sovranità del popolo, dovuta al neoliberismo (von Hayek teorizzò proprio i processi di cui oggi ci si lamenta). Ma per affermare la sovranità del popolo, e proporre un modello economico alternativo, bisogna studiare e sviluppare la strategia e le tattiche giuste. Obiettivo: sovranità e benessere.

Ora, combattere il neoliberismo vuol dire combattere il sistema economico globale. Non si può fare questa cosa come singoli stati (pena fare la fine di Cuba). Bisogna avere una piattaforma politica credibile e solida abbastanza da dimostrare la percorribilità di un modello economico alternativo. C'è bisogno di una Europa politica, democratica, in cui il popolo è sovrano; nulla di più lontano dalla dis-Unione Europea di cui sono innamorati gli euroinomani.

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BLOB Rooseveltiano - 1° puntata - Salute pubblica e informazione (19/03/2020)

      Invitiamo alla visione di della prima puntata del BLOB Rooseveltiano:
Il video non rappresenta la pluralità del pensiero espresso da dirigenti e soci del Movimento Roosevelt, ma vuole evidenziare l'ipocrisia di una parte dell'informazione, che resasi complice di politiche che hanno portato ingenti tagli al settore della sanità pubblica, presume ora di dimostrare un sincero interesse per la salute dei cittadini.

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Cosa c'è di strategico oltre l'isolamento? Una considerazione del Vice-Presidente MR Nino Galloni

Nino Galloni: Cosa c'è di strategico oltre l'isolamento?

Il virus può contagiare quasi tutti, giovani e anziani, ovvero anche l’80% della popolazione; ma i sintomi si manifestano da meno dell’1 per mille fino all’1%. Di questi, in Italia parliamo di 600.000 casi, il 10% ha bisogno di cure (e sono quelli che dovrebbero emergere al “picco”); quando il governo realizza che non ha 60.000 posti in ospedale e l’incognita è il numero di quelli che morirebbero soffocati senza cure appropriate, scatta l’allarme politico sociale. Ha fatto così, nel giro di pochi giorni, la Germania e la Francia idem. Rallentando il contagio si salvano vite, anche di giovani, ma i tempi della guarigione sono più lunghi di quelli dell’incubazione e del passaggio dai primi sintomi (di tipo influenzale) a quelli specifici, urgenti e gravissimi: quindi si dovrebbe lavorare non solo sul contenimento del contagio (e sull’aumento delle dotazioni ospedaliere), ma anche sul rafforzamento di chi ha sintomi iniziali, onde evitare che il virus passi dalle prime vie aeree ai polmoni. Ma anche tutta la popolazione dev’essere meglio informata non solo delle misure per evitare il contagio (con i suoi aspetti repressivi), ma accompagnata nell’assunzione di vitamine e altro, pratiche alimentari e psicofisiche adeguate. Questo è strategico!

La Francia e Macron ai tempi del corona.

Un'analisi pepata e "dall'interno" della nostra ottima Maria Zei del Dipartimento Geopolitica e Difesa  e nostra "corrispondente" dalla Francia sulla situazione della Francia ai tempi del corona. Solo poche annotazioni. Si stigmatizzava(giustamente) il comportamento di chi in un fuggi fuggi generale scappava da Milano per dirigersi al sud, in un clima che ricordava la scena dell'ultimo elicottero americano che abbandonava il tetto dell'ambasciata a Saigon prima dell'arrivo dei Vietcong. Il presidente Macron aveva solo pochi giorni fa dichiarato che la Francia non avrebbe imitato l'Italia perchè non sarebbe stato necessario (perchè più organizzata?), e che tutti i piani erano predisposti. Ieri, all'annuncio che la Francia avrebbe fatto praticamente come l'Italia, ci sono state alla stazione di Parigi le stesse scene da liberi tutti viste a Milano. Segno che certi stereotipi, da ambedue le direzioni, sono molto duri a morire.
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12/03/2020

Ma in che paese vive il presidente Macron, oramai battezzato da moltissimi francesi “micron” ci si può chiedere legittimamente, ad ascoltare il suo discorso di fine anno : « tutto va bene madama la marchesa nel paese delle meraviglie » [1]. E poi : « si continua a dritto sulla riforma delle pensioni »… come se niente fosse, con il paese che e’ stato in sciopero per un periodo lunghissimo (il più lungo che si ricordi dal ’68 [2]), a vari livelli, riguardando anche professioni che non ti aspetti: avvocati, pompieri, netturbini… Per non parlare del settore ospedaliero che e’ in sciopero da mesi: mancano mezzi, persone, rivalorizzazione dei mestieri e delle difficoltà enormi per permettersi un alloggio decente a prezzi decenti non troppo lontano del posto di lavoro.  

Quelli che hanno scioperato maggiormente (e che se lo sono potuto permettere anche grazie alle collette via  sindacati e crowdfunding) sono stati i trasporti soprattutto, ma la maggior parte dei lavoratori francesi li ha sostenuti e se avesse potuto avrebbe scioperato. Anche qua, come in molti paesi, grazie a delle riforme involutive  di stampo  neoliberista  e con l’avvento della globalizzazione (Nino Galloni, vice presidente di MR, lo spiega bene in dettaglio e storicamente nel suo ultimo libro [3]), il diritto allo sciopero e’ stato rivisto e corretto al ribasso. In queste condizioni, dove si rischia di perdere troppo in stipendio, e’ già qualcosa fare un giorno di sciopero.

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Magaldi: siete pronti a stare chiusi in casa per i prossimi cento anni, magari inneggiando all'Italia dal balcone?

Il presidente del Movimento Roosevelt: scandaloso che si applauda un governo che ha sbagliato tutto quello che poteva, lasciando partire gli "untori" dal Nord al Sud, salvo lasciare i malati senza posti letto e intanto criminalizzare chi porta fuori il cane. L'emergenza coronavirus è peggio del neoliberismo: ormai basta un virus per tagliare libertà e democrazia, senza che nessuno si ribelli?

 

 

«Siete pronti a restare in casa per tutto l'anno, se la quarantena verrà prorogata? E magari a stare reclusi per cent'anni, se malauguratamente ogni anno venisse rilasciato un virus diverso?». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, è sgomento di fronte allo spettacolo degli italiani che, dal balcone, «in stile Istituto Luce, come tempi del Duce», inneggiano alla patria, «anziché chiedere al governo Conte dove ci sta portando, perché ha lasciato scappare al Sud gli "untori" contagiati e perché ha permesso che gli ospedali restassero senza i necessari posti letto in terapia intensiva, prima di rinchiudere in casa - non si sa fino a quando - 60 milioni di italiani».

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Magaldi: crolla il dogma del rigore, grazie a Christine Lagarde. Con la sua sortita, la presidente della Bce ha abilmente "stanato" Mattarella, la Merkel e l'Ue

Il presidente del Movimento Roosevelt: ingenuo chi crede che la Lagarde abbia commesso una gaffe. Negare l'aiuto sugli spread? Era un modo per ricordare che neppure Draghi intervenne, in piena tempesta finanziaria. Quella della "sorella" Lagarde e' stata una mossa calcolata, richiestale della massoneria progressista per costringere gli eurocrati a uscire finalmente allo scoperto. Missione compiuta: in virtu' dell'emergenza umanitaria del coronavirus, ora la flessibilita' non è piu' un tabu'

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Virus paure e geopolitica. Nulla sarà più come prima


Corona &C. 

La realtà della situazione

tra virus e geopolitica

Cronaca di un'Europa che non c'è

Come avevo scritto in post precedenti https://www.facebook.com/groups/MovimentoRoosevelt.ITALIA.GruppoUfficiale/permalink/1125909167748379/

Il virus sicuramente non rallenta e non raggiunge il plateau il raddoppio dei morti di oggi 368 vs 175 non deve stupire, perché c'è stato un calo ieri rispetto all'altro ieri quindi l'aumento medio del 30% è rispettato, anzi , la curva sembra in leggera decrescita. Domani dovremo essere intorno ai 450 morti, vedremo. Però la percentuale dei nuovi contagiati sembra arrivare a una crescita lineare non esponenziale siamo intorno nuovamente ai 2800 al giorno. E' un segnale di speranza, speriamo di non vedere domani superare i 3000 nuovi casi. se così fosse l'infezione si sta stabilizzando. Il problema è che le terapie intensive oramai sono sature, per cui potremmo avere un aumento di mortalità per il fatto che bisognerà scegliere chi salvare e chi lasciare andare. Da quanto mi dicono i protocolli in merito a Bergamo sono già stati attivati. Se non ci fosse stata la criminale riduzione dei posti letto provocata da decenni di neoliberismo non saremmo ancora arrivati a questo punto. Grazie Milton Friedman e tutte le persone a cui facevi da maggiordomo

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Il Decreto e i diritti inviolabili sanciti in Costituzione

Stasera nei pochi minuti d'aria che mi concede il mio cane riflettevo sulla Costituzione Italiana, ed in particolare sulla prima parte, quella dei cosiddetti diritti inviolabili.  Pensavo che la libertà di uscire di casa appartiene a tutte quelle forme di diritti inviolabili garantiti costituzionalmente e come tali non modificabili da fatti esterni come un'epidemia, vera o presunta che sia. Né tanto meno tecnicamente limitabili per decreto. In pratica io posso decidere di restare in casa per un tempo più o meno lungo, ma non credo che carta costituzionale alla mano mi possa essere imposto per decreto.
Chissà come si pronuncerebbe la Corte costituzionale di fronte ad un'eccezione di incostituzionalità sollevata da un giudice nel corso di un processo a qualcuno giudicato per aver violato il decreto (uno dei casi naturalmente per i quali si può adire alla Corte).
Oggi possiamo dire quindi che non solo la democrazia è sospesa dall'emergenza, ma anche i diritti inviolabili dei cittadini che per definizione non dovrebbero essere violati neanche da un'emergenza sono sospesi. Senza reazione alla fine dell'epidemia avremmo forse vinto la battaglia sul coronavirus, ma quelle della libertà, della democrazia, dell'autodeterminazione della propria volontà e della Costituzione saranno perse forse per sempre. Vincendo la battaglia egoistica di ogni singolo uomo e perdendo quella civile degli uomini che verranno dopo di noi che abbiamo abdicato ai nostri diritti.
Inoltre mi chiedo come si configura l'azione di una classe politica - Presidente del Consiglio in testa, in quanto sui decreti ci ha messo la faccia prima che la firma, e Presidente della Repubblica in solido che ha messo la firma prima della faccia- che limita le libertà individuali del cittadino violando la costituzione a cui in primis loro stessi dovrebbero essere soggetti?

Magaldi: governo cialtrone, sta rovinando l'Italia. Ma Conte non si illuda: dovra' pagare il conto della catastrofe economica che sta infliggendo al paese

Il presidente del Movimento Roosevelt: gestione sciagurata dell'emergenza coronavirus. Ed è verminoso approfittare del virus per accelerare l'approvazione del Mes

«Non pensino, quelli che ci stanno conducendo verso la rovina, di passarla liscia: pagheranno caro, e pagheranno tutto». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, condanna la gestione governativa dell'emergenza coronavirus, dominata da incapacità e improvvisazione: mentre Francia e Germania si attrezzano per affrontare al meglio i casi gravi, Conte sigilla l'Italia mandando il paese al tappeto, e senza neppure riuscire a fermare il contagio. In più, «c'è una relazione davvero verminosa tra l'approvazione del Mes e la presunta emergenza coronavirus». Magaldi cita l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: «Se c'è l'emergenza, il Mes va rinviato. Se invece l'emergenza non c'è, come si deduce osservando il comportamento di Francia e Germania (che semplicemente si attrezzano per contenere la percentuale di pazienti bisognosi), allora chiediamoci perché in Italia ci tengono in emergenza: solo per approvare il Mes?».

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Magaldi: apocalisse coronavirus, grazie a quel minchione di Conte. Il governo sbaglia tutto: con l'allarmismo da' il colpo di grazia a un paese che era già in ginocchio

Il presidente del Movimento Roosevelt: inutile follia mettere in quarantena l'Italia, visto che il virus (presentato come la peste bubbonica) non sarà comunque fermato. Peggio ancora: anziché investire subito miliardi per risollevare l'economia e intanto irrobustire la sanità, c'è il rischio che si firmi anche il famigerato Mes, che sarebbe la nostra condanna finale


«La situazione è grave, ma non seria: si sono chiuse le stalle quando ormai i buoi erano scappati». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, è durissimo con Giuseppe Conte: «Sarà anche una persona squisita, ma - politicamente parlando - il nostro presidente del Consiglio è un minchione». L'accusa: «Se proprio voleva provare a isolare il virus sul nascere, il governo doveva mettere in quarantena tutto il paese, da subito, e senza le deroghe all'italiana come l'autocertificazione per gli spostamenti». Magaldi però non crede alla retorica televisiva e governativa: «L'intera narrazione sul coronavirus è artificiosa, ci sono patologie più pericolose (polmoniti, infezioni) per le quali non si fanno i bollettini di guerra quotidiani come quelli sul coronavirus, con l'effetto di terrorizzare i cittadini». Primo errore: aver creato il panico, in modo ingiustificato. «Le misure restrittive sono inefficaci, perché il virus comunque esploderà. E il governo che farà, aumenterà ulteriormente le restrizioni? Ordinerà a marito e moglie di stare a due metri di distanza l'uno dall'altra, dopo averli reclusi tra le pareti domestiche?».

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Magaldi: dal coronavirus si deve risorgere prontamente, con un New Deal europeo

Il presidente del Movimento Roosevelt: il governo negozi con Bruxelles un piano immediato di investimenti straordinari per risollevare l'economia; l'emergenza virus potrebbe addirittura trasformarsi in un vantaggio, se si trovasse la forza di cambiare finalmente le regole

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Magaldi: voci inquietanti da Pechino, Xi Jinping "ringrazia" il coronavirus perche' maschera la fine della super-crescita e rende la Cina meno minacciosa come potenza

Il presidente del Movimento Roosevelt intanto attacca il governo Conte: prima mette mezza Italia in quarantena, causando gravissimi danni economici, e poi dice ai turisti che non c'è di che preoccuparsi, visto che è solo un virus influenzale. «Qualcuno dovrà pagare, per questo. E perché invece non chiedere una deroga sui trattati europei, per finanziare il Belpaese?».

Attenti, niente è come sembra: il regime di Pechino - in apparenza, vittima della crisi scatenata dal coronavirus - è in realtà il grande beneficiario politico dell'epidemia che sta mettendo in ginocchio il popolo cinese. Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: «Proprio grazie all'emergenza sanitaria in corso, Xi Jinping potrà mascherare i deludenti risultati economici attesi ben prima che venisse diffuso il virus. E in più la Cina (flagellata dall'epidemia) ha già cessato di essere percepita come una potenza inarrestabile e minacciosa». Strategia della tensione? Sarebbero stati gli stessi cinesi a scatenare l'epidemia? Magaldi si limita a parlare di «voci inquietanti e autorevoli, benché ancora da verificare». Spiega: «Si tratta di esternazioni riservate, provenienti da chi opera in Cina, e feedback da voci più interne al sistema-Cina».

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Perchè votare contro il taglio dei parlamentari

Comitato noiNo Roma: perchè votare contro il taglio dei parlamentari

 Antonella Sassone, Vicepresidente del Comitato noiNo di Roma, spiega perché il taglio dei parlamentari non è una iniziativa contro la "casta", bensì contro i cittadini.

https://www.youtube.com/watch?v=VW5eFn-oFMY&feature=youtu.be&fbclid=IwAR1A-twin5GAIVQtLgGtApSoUnjYcZFRDfMgMN0YotYv2kABjrMW-9t192k

Femminismo oggi: dall'antagonismo alla riscoperta del femminile

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(Riflessioni personali a corollario dell'evento promosso dalla sezione MR di Londra "Le nuove frontiere del femminismo", il 25/02/2020)


Quando si parla di Femminismo, si deve parlare necessariamente di "diritti". 

La lotta per i diritti civili delle donne è stata il tema fondante di questo fenomeno, quindi per poter discutere di Femminismo nel 2020 dobbiamo chiederci necessariamente: a che punto siamo?

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Russia, minaccia od opportunità?

Una nuova, acuta come sempre, analisi di Emilio Ciardiello, vicesegretario del Dipartimento Geopolitica e difesa di MR, sui rapporti tra Italia e Russia
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Cos’è la Russia per noi?

Amica, nemica, avversaria?

Minaccia o opportunità?(o tutt’è due?)

Questa semplice domanda non è di cosi immediata risposta e vale la pena cercare di rispondervi osservando la questione da diverse angolazioni. Innanzitutto cosa si intende esattamente, amica o nemica di chi? Dell’Italia? Degli USA? Dell’Unione Europea? Ed in che termini amica o nemica: strategico-militari, sistemici, culturali, economici?

Tra l’Italia e la Russia si può affermare che non vi sono connaturati motivi di contrasto. Anzi la Russia si presenta come fornitore strategico in campo energetico ed un interessante partner commerciale. I rapporti politico-diplomatici tra i due paesi sono stati storicamente positivi anche durante la guerra fredda e non vi sono dunque particolari ragioni di avvertire, in quanto Italia, la Russia come ostile. Tuttavia in quanto alleato statunitense in seno alla Nato, l’Italia si ritrova di riflesso a rapportarsi con la conflittualità Usa- Russia e con una recente espansione del peso politico della Russia nel Mediterraneo e in Africa del Nord, non privo di potenziali antitesi e contrasti, in un momento storico in cui il paese sembra attraversare un periodo di particolare assenza di una visione globale del suo agire sulla scena internazionale. Presente in varie missioni di pace con gli alleati, l’Italia sembra però non perseguire un suo proprio disegno, corrispondente alla definizione di un interesse nazionale cosi come è stato in altri periodi anche della sua storia repubblicana.  Cioè un proprio fine strategico.  

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America Latina. Analisi di una realtà complessa

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Un'eccellente analisi di Pietro Beltrame sulla situazione dell'America Latina contesto geopolitico secondario, ma non per questo ininfluente ai principali interessi geopolitici italiani. Analisi acuta, sicuramente non politically correct, ma proprio per questo precisa, puntuale e che rispecchia un punto di vista reale e competente di chi ha realmente vissuto in quei luoghi.


Frequentemente ascoltiamo da politici e commentatori latino americani (ed europei), di destra e di sinistra, parallelismi semplificati ed espressioni di solidarietà: ha vinto/perso la destra (o la sinistra) li o qui, come vincerà/perderà anche qui !

Niente di più sbagliato. Oggi più che mai la destra e la sinistra in Europa e in Latino America sono distanti: nel modello di paese e sovranità, nei modelli economici, ed anche (in parte) nelle politiche sociali.

Se vi fosse da ambo le parti un minimo di conoscenza della storia e della condizione socio-economica (almeno dell’ultimo secolo) si eviterebbero queste banalizzazioni e semplificazioni fuorvianti che, quando dette da politici influenti, possono provocare incidenti diplomatici e perdite di opportunità da parte degli imprenditori.

E' essenziale tenere in conto che non sempre ciò che è vitale per un popolo nella sua filosofia e nella sua condizione sociale attuale, è altrettanto prioritario in un paese e momento diverso. 

Per questo l'autore considera che misurare con il proprio metro i disagi altrui, può facilmente indurre in errore.

Secondo l'autore ciò dovrebbe essere attentamente pesato anche quando si valuta l'opportunità di giustificare con il "bene altrui", interferenze di un governo su di un altro, che in realtà sono sempre animate da tornaconti economici o strategici.

Tenterò qui un contributo per colmare questo gap di conoscenza, e proverò a farlo in modo riassuntivo, per favorirne la fruizione.

Riunirò quindi prima fatti e fattori comuni, accennerò alle differenze per sommi capi, esporrò alcuni dettagli sulla situazione attuale per alcuni tra i maggiori paesi di questa area, e proporrò delle considerazioni riassuntive.

Elementi comuni ai molti paesi in America Latina (Latam):

STORICI

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