Il presidente del Movimento Roosevelt: gestione sciagurata dell'emergenza coronavirus. Ed è verminoso approfittare del virus per accelerare l'approvazione del Mes
«Non pensino, quelli che ci stanno conducendo verso la rovina, di passarla liscia: pagheranno caro, e pagheranno tutto». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, condanna la gestione governativa dell'emergenza coronavirus, dominata da incapacità e improvvisazione: mentre Francia e Germania si attrezzano per affrontare al meglio i casi gravi, Conte sigilla l'Italia mandando il paese al tappeto, e senza neppure riuscire a fermare il contagio. In più, «c'è una relazione davvero verminosa tra l'approvazione del Mes e la presunta emergenza coronavirus». Magaldi cita l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: «Se c'è l'emergenza, il Mes va rinviato. Se invece l'emergenza non c'è, come si deduce osservando il comportamento di Francia e Germania (che semplicemente si attrezzano per contenere la percentuale di pazienti bisognosi), allora chiediamoci perché in Italia ci tengono in emergenza: solo per approvare il Mes?».
«Prenderemo nota di tutto quello che accade», insiste Magaldi. «Rispetteremo le leggi, contestandole e criticandole duramente. E alla fine presenteremo il conto: politico, economico e anche giudiziario». Probabilmente, aggiunge il leader "rooseveltiano", «oggi gli italiani si meritano i politici che hanno: sono una masnada di cialtroni, uno peggio dell'altro, dalla maggioranza all'opposizione». La colpa più grave? «Il messaggio inviato al paese: siccome non abbiamo le risorse sanitarie, hanno detto, noi dobbiamo fare la quarantena; dobbiamo chiudere un intero paese, perché le risorse sanitarie non sono sufficienti a curare chi ne ha bisogno».
«A quanto pare - continua Magaldi - chiunque, d'ora in poi, potrà pensare di rilasciare dolosamente dei virus per provocare dei danni». La Tv di Stato russa dà per scontato, a torto o a ragione, che il coronavirus sia stato rilasciato di proposito. «Dobbiamo sapere che questa possibilità esiste: mettere in circolazione dei virus oggi è facilissimo, e nel mondo globalizzato non incontrano ostacoli», ammette Magaldi. «E noi che facciamo, nei prossimi anni? Ogni volta chiudiamo l'Italia? Con strutture adeguate all'emergenza, non ci sarebbe bisogno di chiudere il paese. E le conseguenze economiche saranno gravissime: qualcuno sopravviverà grazie a indennizzi e sgravi fiscali, ma moltissime aziende falliranno, anche perché temo che l'emergenza non finirà certo il 3 aprile».
Questa è «la mazzata finale, per l'Italia». Non erano bastati gli eventi del passato recente: la svendita, le privatizzazioni, il "massacro" della classe politica della Prima Repubblica e il varo di «una nuova classe politica, farlocca», che nella Seconda Repubblica «ha permesso a poteri altri di fare tutto quello che volevano». Non è bastata neppure la crisi del 2008-2009, seguita dalla disastrosa "cura" dell'austerity: «Adesso, guardacaso, proprio in Italia si fa qualcosa che nessun altro sta facendo, altrove: e questo comporterà conseguenze catastrofiche».
Per Magaldi «siamo al paradosso, alla follia e anche al crimine: e qualcuno dovrà rispondere, di tutto ciò». Secondo il presidente del Movimento Roosevelt, siamo di fronte a una sorta di esperimento: «Come sempre, l'Italia è un campo cruciale per esperimenti sociologici, politologici ed economici. Qualcuno, a un certo punto, ha pensato che fosse la volta buona per ammazzare definitivamente il sistema Italia?». In altre parole: «C'è qualcuno che sta intervenendo, pensando di mettere l'Italia in una condizione di difficoltà a cui, finora, non erano giunte neppure le peggiori politiche imposte dalla "Disunione Europea"?».
Inquietante il "cambio di abitudini" evocato da Conte, che ricorda quello inaugurato di fronte allo spauracchio del terrorismo globale: «Dovevamo essere disposti a rinunciare alla nostra libertà in cambio di più sicurezza. E qui, a cosa dobbiamo essere disposti a rinunciare, in futuro?». Secondo Magaldi, è pericoloso «abituare in modo così facile un paese ad "appecoronarsi" alla presunta ragion di Stato, al principio della salute pubblica, in nome del quale si ammazzano intere filiere produttive». Ma intanto, insiste Magaldi, chi oggi si è preso la responsabilità di "chiudere" l'Italia «dovrà pagare, per questo». Se il governo non agirà prontamente per risarcire le aziende che ha colpito, «bisognerà dire agli italiani che, se non sono in condizione di pagarle, forse le tasse non le dovranno pagare, e così i mutui. Ci sono le basi per presentare il conto a chi di dovere».
Fonte: "Massoneria on Air", su YouTube, 12 marzo 2020