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Navi & Poltrone. Affari&Minacce.

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Si fanno sempre più insistenti i rumors che prevedono la cessione delle due ultime fregate FREMM , in allestimento e costruzione presso Fincantieri di Riva Trigoso. Queste due unità, che rappresentano il fiore all'occhiello della cantieristica navale italiana e mondiale, che sono quanto di meglio si possa trovare attualmente, e che partecipano, modificate, in posizione di vantaggio, alla gara per una nuova generazione di fregate per la Us Navy da costruirsi presso i cantieri americani  Marinette di proprietà della stessa Fincantieri, dovrebbero essere vendute, finito l'allestimento, (sempre secondo indiscrezioni da confermare) all'Arabia Saudita. Un atro indizio, non dirimente peraltro, è la cancellazione (F589) dello ship code (numero identificativo) dalla poppa dell'ultima fregata in costruzione, nave Emilio Bianchi. Se ciò dovesse essere è una decisione grave ed irresponsabile negli attuali scenari di crisi, soprattutto se non sono previste altre unità per sostituire quelle in vendita. Comunque, anche se fossero previste, queste entrerebbero in servizio con quattro anni di ritardo. 

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Libia, petrolio, ricatti e minacce. La spirale negativa.

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Come previsto nel post di ieri, l'attacco a una installazione del NOC (national oil corporation) libico non è stato casuale. Tribù cirenaiche chiedono di interrompere l'esportazione di petrolio, nonostante l'eventuale azione danneggerebbe anche appunto la Cirenaica di Haftar. Si ricorda che NOC distribuisce i proventi dell'esportazione ad ambedue le fazioni belligeranti.

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Solidarietà a Nasrin Sotoudeh  condannata a 33 anni di carcere


Solidarietà a Nasrin Sotoudeh  condannata a 33 anni di carcere
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Ieri abbiamo parlato della crisi Iran Usa e delle problematiche di quella parte del medio oriente nei Salotti Rooseveltiani.

https://www.youtube.com/watch…

Abbiamo disquisito sulle ragioni degli Usa, ma anche sull'Iran e sulle ragioni strategiche che lo guidano. Infatti non dobbiamo confondere la geopolitica, gli obiettivi strategici di un paese, una nazione, con gli obiettivi tattici e il regime che in quel momento li persegue. La tattica è anche il modo per arrivare a implementare gli obiettivi più ampi e la scelta contingente.di come attuarli. Spesso gli obiettivi strategici non variano nel corso dei secoli, e hanno per fine quello di sopravvivere e mantenere la propria indipendenza e di influenzare il mondo o quella parte del mondo (per le potenze regionali) con cui si interagisce e si condivide un territorio più o meno vasto. Un esempio molto significativo è la Federazione Russa, gli obiettivi strategici primari, ma anche le paure e certe visioni stereotipate sono sempre gli stessi passando dall'epoca degli zar all'attuale forma di governo. I regimi passano, le nazioni (o almeno il loro nucleo storico e culturale)e le loro istanze primarie rimangono a prescindere (anche se a volte molti governanti non le comprendono vedi Italia attuale) ma la comprensione per le ragioni geopolitiche di un paese non deve assolutamente essere confusa con la tolleranza per il regime che contingentemente la attua e i modi con cui intende attuarli. Non dimentichiamo che nonostante l'Iran sia immerso in un contesto in cui certi paesi sono altrettanto e forse maggiormente retti da attori illiberali (avversi, ma anche alleati agli USA, quindi non è un fatto di alleanze) nonostante gli USA non siano certamente comportati come stinchi di santo in quel settore del mondo e hanno molte colpe della situazione attuale, il regime iraniano è profondamente illiberale e autoritario, come lo era, anche se con sfumature e direzioni diverse, quello che lo ha preceduto. Non è che il regime precedente potesse essere maggiormente giustificato solo perché più affine al nostro modo di vivere e più "dalla nostra parte" né le stesse esigenze strategiche (ma non i modi di attuazione) devono essere meno comprensibili solo perché cambia il regime che le attua Nonostante non dobbiamo demonizzare ogni aspetto dell'attuale società iraniana (non dimentichiamo che, a dispetto degli sbraiti verso Israele in Iran 25.000 ebrei sono liberi di professare la loro religione e che in parlamento siede anche un ebreo, parlamento dove però le candidature passano sotto il vaglio duramente censorio del clero religioso) non possiamo però dimentichiamo che l'Iran è il paese dove avvengono il maggior numero di condanne a morte in rapporto al numero di abitanti, ed in maniera oltretutto barbara (impiccagione pubblica mediante gru o sollevatori) dove vige una teocrazia che cozza con ogni concezione moderna, dove ogni devianza dall'ortodossia religiosa e dei costumi conseguenti viene severamente punita. Quindi comprensione per le ragioni geopolitiche dell'Iran, e per il suo desiderio di tenere la guerra il più possibile lontano dai propri confini (che nel recente passato hanno visto un numero enorme di morti per difenderlo), e per l'esigenza di essere un elemento di riferimento in quel contesto, ma assolutamente una ferma condanna dei modi per attuare ciò e per il regime che li attua e piena solidarietà per chi, all'interno del paese, tenta di ribaltare questa situazione intollerabile per chi ha almeno un minimo di considerazione per il rispetto sostanziale dei Diritti dell'Uomo.



https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi/posts/2745604122172469

Salotto Rooseveltiano 3: "Venti di guerra USA-Iran"

Salotto Rooseveltiano 3: "Venti di guerra USA-Iran"


Nel terzo appuntamento del Salotto Rooseveltiano vengono discussi i rapporti tra Iran e USA, compresa la paura che molti hanno di una escalation militare. Vista la storia di rivoluzioni e controrivoluzioni dell'Iran, chi sono gli attori oggi coinvolti nella gestione del paese? Quali sono le forze interne chi si oppongono?
In Iran si vota, ma esiste una qualche forma di democrazia? Che ruolo hanno i Pasdaran e personaggi come Soleimani? Quali sono gli interessi che si intrecciano nella regione?
Che ruolo hanno paesi come l'Iraq, Israele e l'Arabia Saudita?
Come si muove l'intelligence occidentale in una zona così complicata?

C'è davvero rischio di una guerra?

 In questo Salotto, proviamo a dare risposta a queste e a molte altre domande.

https://www.youtube.com/watch?v=ji1A-gKarwo&feature=youtu.be&fbclid=IwAR01p3yzpkvz42QACwAzKhf1JSA6d6r3-swelfsT2dAE7tR1OmD5UqqTt6s

Assemblea Generale e Master MR: piano di svolgimento di 25 e 26 gennaio 2020 a Roma

Facendo seguito a quanto illustrato in

https://www.movimentoroosevelt.com/news/per-dipartimento/comunicazioni/riunione-generale-mr-e-inizio-master-roosevelt-a-roma-il-25-26-gennaio-2020.html

mettiamo in evidenza che:

  1. La due giorni rooseveltiana del 25-26 gennaio 2020 a Roma avrà inizio alle ore 8:30 (puntualissime: si consiglia l’arrivo in loco verso le 8, per poter cominciare in orario), sabato 25 gennaio, presso l'Istituto Sant'Orsola in via Livorno 50/a.
  2. Sabato 25 gennaio 2020 dalle 8:30 alle 9 vi sarà un’introduzione generale alle questioni che verranno affrontate in Assemblea e alle modalità di svolgimento di questo primo week-end del Master Roosevelt in Scienze della Polis.
  3. Sabato 25 gennaio 2020 dalle 9 alle 13 vi saranno le prime 4 ore di svolgimento del Master, nel corso del quale i vari Docenti presenti introdurranno metodologie e contenuti dei moduli di insegnamento offerti durante l’anno accademico 2020. Saranno ammessi a questi lavori del Master solo gli iscritti, i Docenti e i membri del Rettorato.
  4. Sabato 25 gennaio 2020 dalle 14:30 alle 20:30 (dopo la pausa pranzo dalle 13 alle 14:30) avrà svolgimento, in 6 ore, l’Assemblea Generale del Movimento Roosevelt.

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Riunione Generale e inizio Master Roosevelt a Roma il 25-26 Gennaio 2020

Giornate rooseveltiane Sabato 25 e Domenica 26 gennaio 2020 a Roma. Assemblea Generale MR e avvio del Master Roosevelt in Scienze della Polis

 

 

La Grande Battaglia, anzi la Grande Guerra Fredda (la seconda) in corso è per la Democrazia, come si evince anche da alcuni esplosivi eventi geopolitici degli ultimi giorni, analizzati con lenti rooseveltiane in:

https://www.youtube.com/watch?v=w19mvuVWrHQ&list=PLeBfDZsSfKqY0J2U_ZQG7I4ZGxbE1Zfhc&index=2&t=0s

https://www.gaiaitalia.com/2020/01/13/magaldi-giu-la-maschera-la-vera-battaglia-e-per-la-democrazia-e-oppone-progressisti-e-reazionari-persino-allinterno-della-cia-e-del-mossad/?fbclid=IwAR1fWxzR-cipgV2wWRayT-s9Cwc1hrMi-cjRm_DNrF7Zc_Z9muD9T8Khp7c

https://www.movimentoroosevelt.com/news/per-dipartimento/comunicazioni/siria-la-vera-battaglia-e-per-la-democrazia.html

https://www.libreidee.org/2020/01/magaldi-iran-cia-e-mossad-ma-in-palio-ce-la-democrazia/

E per combattere meglio tale Guerra per i Diritti e la Dignità umana, per uno Stato di diritto internazionale rigoroso, equo, democratico e universalmente riconosciuto, cosi come per una sostanziale Sovranità popolare, per la riduzione drastica delle Disuguaglianze sociali e una Prosperità diffusa, riteniamo sia molto utile unirsi al metapartitico Movimento Roosevelt

(www.movimentoroosevelt.com e https://blog.movimentoroosevelt.com/ , per iscriversi o rinnovare la tessera: https://blog.movimentoroosevelt.com/iscriviti-o-rinnova.html ).

Un’ottima occasione per farlo e per condividere e ravvivare le molteplici iniziative targate MR sarà appunto partecipare all’Assemblea Generale del Movimento Roosevelt prevista a Roma Sabato 25 gennaio dalle ore 8:30 alle 9 e dalle 14:30 alle 20:30 circa e magari iscriversi al Master Roosevelt in Scienze della Polis (per chiedere l’iscrizione scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ), sul cui Calendario rinviamo a https://www.movimentoroosevelt.com/news/per-dipartimento/redazione/master-roosevelt-in-scienze-della-polis-calendario-2020.html e sulle cui Docenze a https://www.movimentoroosevelt.com/news/per-dipartimento/master-roosevelt-in-scienze-della-polis/master-roosevelt-docenze-cattedre-e-calendario-definitivo.html .

L’orario di questo primo week-end di Master, in cui i vari Docenti introdurranno e spiegheranno metodi, contenuti e obiettivi dei propri corsi, sarà Sabato 25 gennaio dalle 9 alle 13 e Domenica 26 gennaio dalle 9 alle 13 e dalle 14:30 alle 20:30.

Seguiranno, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, molti comunicati e video illustrativi tanto dell’Ordine del Giorno dell’Assemblea Generale del 25 gennaio che di tutto ciò che riguarda e riguarderà il Master Roosevelt in Scienze della Polis.

Assemblea Generale e Master Roosevelt in Scienze della Polis si svolgeranno presso l’Istituto Sant’Orsola di Via Livorno 50/a (zona Piazza Bologna), Roma.

Arrivederci a Roma sabato 25 gennaio 2020, a partire dalle ore 8:30, presso l'Istituto Sant'Orsola in via Livorno 50/a.

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Libia: passato, presente e possibile futuro

 Libia: passato, presente e possibile futuro

 

Roberto Hechich - Segretario del Dipartimento Geopolitica e Difesa MR - si prende tempo e spiega l'evoluzione di quello che è successo in Libia, dai tempi di Gheddafi fino alla scesa in campo della Turchia.
Nella fase finale vengono affrontati gli scenari futuri possibili.

 https://www.youtube.com/watch?v=81dd56SaR2k

Salotto Rooseveltiano "Venti di guerra USA-Iran"

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La sezione MR "William Beveridge" di Londra è lieta di presentare un nuovo:

Salotto Rooseveltiano
"VENTI DI GUERRA USA - IRAN. Cosa è successo veramente e cosa accadrà?"

-

Dopo la pausa festiva, il nuovo anno inizia in modo esplosivo, con gravi e violenti episodi che hanno riempito i notiziari, iniettando una nuova ondata di energia nella crisi di lunga data tra gli Stati Uniti e l'IRAN.

Mentre, come di consueto, l'opinione pubblica, guidata dai mezzi di comunicazione mainstream, si polarizza a difesa di una o dell'altra fazione, il Movimento Roosevelt si impegna a voler fornire un'analisi sapiente e limpida dell'accaduto, scevra di pregiudizi ed attenta alla verità dei fatti passati e presenti.

Riproponiamo quindi il format, ormai di successo, del Salotto Rooseveltiano per affrontare anche questo interessante ed attualissimo tema, con un pannello di ospiti d'eccezione che saranno collegati live via web da varie parti dell'Italia e d'Europa.

Saranno collegati con noi Gioele Magaldi (Presidente del MR), Roberto Hechich (Direttore del Dipartimento di Geopolitica MR), Roberto Tomaiuolo (Consigliere di Presidenza ed ex Segretario del Dipartimento Difesa MR) ed Edoardo Vaccaretti (Dip. Geopolitica MR - Responsabile per il Medio Oriente). Modera da Londra Marco Moiso (Vicepresidente MR e Supervisore del Regno Unito).

Invitiamo i soci e gli amici del MR di Londra a raggiungerci dal vivo, presso la sede INCA CGIL Regno Unito, per partecipare attivamente al dibattito, che inizierà a partire dalle 19:15 ora locale.

La diretta dell'evento sarà inoltre trasmessa in streaming sul Canale Youtube "Movimento Roosevelt - Canale Ufficiale" e sulla Pagina Facebook "Movimento Roosevelt" a partire dalle 20:15, ora italiana.

A presto e saluti rooseveltiani!

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Giovedì 16 Gennaio 2020 
alle 19:15 (ora UK)/ 20:15 (ora IT).

INCA CGIL - Italian Advice Centre
124 Canonbury Road, London N1 2UT

+

Canale Youtube "Movimento Roosevelt - Canale Ufficiale" al link https://www.youtube.com/channel/UCSAKO81S2M4XBHMU6erlGIQ . 

Link diretto al video https://www.youtube.com/watch?v=ji1A-gKarwo

Pagina Facebook "Movimento Roosevelt" al link https://www.facebook.com/movimentoroosevelt/

Iran: La vera battaglia è per la Democrazia

Magaldi: giù la maschera, la vera battaglia è per la democrazia e oppone progressisti e reazionari persino all’interno della Cia e del Mossad

di Redazione #MovimentoRoosevelt twitter@gaiaitaliacom #Politica

Il presidente del Movimento Roosevelt: in Medio Oriente, paesi senza democrazia sono stati aggrediti da finti democratici, supermassoni che si erano impossessati degli Usa. Qui potete vedere il video nel quale Magaldi parla di questa e altre storie.

Dunque, secondo Magaldi, il confronto tra amici e nemici della democrazia attraversa tutto il mondo, inclusi apparati di intelligence come la Cia e il Mossad israeliano. Il presidente del Movimento Roosevelt ed esponente dei circuiti massonici progressisti internazionali, autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014) e gran maestro del Grande Oriente Democratico, attraverso un comunicato stampa giunto in redazione, ridimensiona la portata della crisi Usa-Iran e riconduce l’omicidio del generale Qasem Soleimani a un ruvido episodio, quasi fisiologico, da inquadrare nella guerra geopolitica che oppone gli Usa alla repubblica islamica sciita“Comunque” – aggiunge – “se il “falco” Soleimani era considerato un ostacolo, Trump ha fatto bene i suoi calcoli, nel volerlo eliminare, visto che la sua uccisione non ha affatto dato luogo a reazioni così pericolose da parte di Teheran: al netto della sanguinosa strage accidentale di civili commessa abbattendo un volo di linea, parla da sola l’estrema cautela mostrata da Russia e Cina”.

Il duro confronto tra gli Usa e paesi come Iran e Iraq – sostiene Magaldi – in questi anni ha proposto una sfida particolarmente infelice: da un lato un’oligarchia reazionaria atlantica che si era impossessata delle istituzioni americane nell’era Bush, fingendo di voler “esportare la democrazia” (solo per promuovere lucrose guerre regionali), e dall’altro regimi dove la democrazia almeno formale non è mai esistita. «Il network massonico progressista – aggiunge Magaldi – contribuì a far eleggere Donald Trump proprio per allontanare dalle stanze del massimo potere il clan Bush e in particolare la superloggia “Hathor Pentalpha”, direttamente responsabile dell’attentato dell’11 Settembre a New York e poi della creazione dell’Isis in Medio Oriente». Magaldi esclude che l’uccisione di Soleimani (avversario dell’Isis in Iraq e in Siria) sia stata progettata per “bilanciare” la recente eliminazione del “califfo” Abu Bakr Al-Bahdadi, protetto dalla “Hathor”, entità-ombra che oggi sarebbe comunque schierata contro la Casa Bianca.

Semplicemente, ribadisce Magaldi, Trump ha visto in Soleimani la longa manus dell’ala dura della spietata teocrazia iraniana, impegnata a estendere l’influenza sciita e antiamericana in tutta la regione mediorientale, anche ricorrendo al terrorismo.
«I sinceri democratici – afferma Magaldi – devono continuare a denunciare i regimi autoritari come quello dell’Iran, e al tempo stesso criticare fortemente le situazioni in cui la democrazia non è sostanziale, come nel caso dell’Unione Europea». Magaldi non si nasconde l’ipocrisia degli Usa, che tacciono di fronte al carattere dispotico dell’alleato saudita, dopo aver permesso alla Cina di accedere al mercato mondiale (divenendo una grande potenza) senza prima impegnarsi a introdurre la democrazia a Pechino. «La vera battaglia – ribadisce – è quotidiana e trasversale, in tutto il mondo, visto che i “falchi” si accordano sottobanco per scatenare simmetriche campagne di reciproca demonizzazione, conservando i rispettivi privilegi, mentre la dialettica tra progressisti e reazionari percorre anche i dirigenti dei dispositivi di sicurezza, compresi la Cia e il Mossad».

(13 gennaio 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

Link all'articolo: https://www.gaiaitalia.com/2020/01/13/magaldi-giu-la-maschera-la-vera-battaglia-e-per-la-democrazia-e-oppone-progressisti-e-reazionari-persino-allinterno-della-cia-e-del-mossad/?fbclid=IwAR3I6EC-Z1aUdlfReH2PNcWspd9GqKWENJDzccngUsDxIqAkMfYiAkrFH1I

Magaldi: giu' la maschera, la vera battaglia e' per la democrazia e oppone progressisti e reazionari persino all'interno della Cia e del Mossad

Il presidente del Movimento Roosevelt: in Medio Oriente, paesi senza democrazia sono stati aggrediti da finti democratici, supermassoni che si erano impossessati degli Usa

 

Il confronto tra amici e nemici della democrazia attraversa tutto il mondo, inclusi apparati di intelligence come la Cia e il Mossad israeliano. Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente dei circuiti massonici progressisti internazionali. Autore del saggio "Massoni" (Chiarelettere, 2014) e gran maestro del Grande Oriente Democratico, Magaldi ridimensiona la portata della crisi Usa-Iran e riconduce l'omicidio del generale Qasem Soleimani a un ruvido episodio, quasi fisiologico, da inquadrare nella guerra geopolitica che oppone gli Usa alla repubblica islamica sciita. Comunque - aggiunge - se il "falco" Soleimani era considerato un ostacolo, «Trump ha fatto bene i suoi calcoli, nel volerlo eliminare, visto che la sua uccisione non ha affatto dato luogo a reazioni così pericolose da parte di Teheran: al netto della sanguinosa strage accidentale di civili commessa abbattendo un volo di linea, parla da sola l'estrema cautela mostrata da Russia e Cina».

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Qualcosa è (forse) cambiato?

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Anche se in maniera ancora discontinua, forse confusionaria e comunque tardiva, la diplomazia italiana inizia a destarsi dallo stato ectoplasmatico in cui si trovava. Almeno inizia a produrre proposte che non si limitano solo al solito predicozzo sul fatto che la soluzione diplomatica è l'unica possibile e su inviti generici alla tregua, che in questo momento, purtroppo, valgono meno di niente. (nessuno di loro deve aver letto Carl von Klausewitz che scriveva che"la guerra è" (purtroppo, aggiungo) "la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi". L'invio di un contingente europeo, che è l'unico modo per rendere efficiente un embargo navale che da solo favorirevve solamente Haftar che si vedrebbe comunque rifornito via terra, però potrebbe porre dei problemi e risvolti non previsti dallo stesso di Maio. Per rendere duratura una tregua, ci deve essere un effetto deterrente. Non basta l'atto di presenza e il "noi ci siamo" come molto spesso pensa la politica italiana. la Libia, NON è come dice di Maio il Libano e bisogna che il contingente eventuale reagisca a ogni violazione significativa con durezza, per avere un vero effetto deterrente.

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Embarghi, Balletti e Merletti (diplomatici)

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L'embargo proposto dall'Europa alla fine favorirà Haftar, se verrà attuato e potrebbe portare a una maggior probabilità di scontro con la Turchia. A lui le armi comunque arriveranno via terra attraverso l'Egitto e provenienti da tutti gli altri paesi che l'appoggiano. A Sarraj possono solo arrivare via mare. Un embargo valido di questo tipo potrebbe avere senso per Sarraj solo con la precisa garanzia di un intervento UE in caso di ulteriori avanzate di Haftar. Non vorrei che questa proposta non sia altro che una polpetta avvelenata progettata da chi ha tutto l'interesse di rafforzare ulteriormente Haftar. (i Francesi)

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Cosa direbbe un premio Nobel per la pace sul pacifismo?



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Durante la scorsa puntata di Massoneria on Air, con Fabio Fabretti, Gioele Magaldi e Paolo Franceschetti, abbiamo parlato di quello che sta avvenendo in Iran e dell’uccisione di Soleimani.

Diversamente da quanto già discusso dai media main stream e anche da Gioele Magaldi su Gioele Magaldi Racconta, Paolo Franceschetti ha voluto intelligentemente impostare l’argomento sul piano spirituale.

Cosa significa essere pacifisti? È giusto porgere sempre l’altra guancia? O il debole ha diritto a difendersi dall’oppressore anche con l’uso della forza?

Abbiamo provato a rispondere a queste domande, con tre punti di vista diversi. Vi invito a seguire la puntata perché è stata davvero interessante.

Nel frattempo, ho trovato una frase che volevo condividere di Elie Wiesel: premio Nobel per la pace (1986), è stato uno scrittore, giornalista, saggista, attivista per i diritti umani… e superstite dell’olocausto.

 

We must always take sides. Neutrality helps the oppressor, never the victim. Silence encourages the tormentor, never the tormented.

Dobbiamo sempre scegliere da che parte stare. La neutralità aiuta loppressore, non la vittima. Il silenzio aiuta chi tormenta, non i tormentati.

Comunicato Stampa MR: precisi distinguo sulla questione Soleimani

 
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COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (7 gennaio 2020)
MAGALDI: TRUMP SBAGLIA AD ASSASSINARE I NEMICI, MA IL GENERALE SOLEIMANI NON ERA CERTO UN AGNELLINO. AVEVA FERMATO L'ISIS, MA PER CONTO DELLA TEOCRAZIA DI TEHERAN
Il presidente del Movimento Roosevelt: ipocriti gli Usa che attaccano l'Iran ma restano alleati dei sauditi, e ingenuo chi vede un martire nell'arcigno oligarca del Pasdaran​

 

"A volte, tra i falchi reazionari dell'Iran e quelli di Israele ci sono state intese inconfessabili, per alimentare la tensione e quindi consolidare il rispettivo potere". Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, considera "pessima" la pratica degli "omicidi chirurgici" come quello costato la vita al generale iraniano Qasem Soleimani, assassinato il 3 gennaio a Baghdad su ordine di Donald Trump. Un atto che va inquadrato "nella nuova guerra fredda che oppone gli Usa alla Cina: Washington teme che si formino saldature pericolose tra Pechino, Mosca e Teheran". Molto meglio, secondo Magaldi, restituire all'Onu gli strumenti idonei per ridiventare un interlocutore istituzionale autorevolmente presente nelle controversie internazionali. Magaldi denuncia anche "l'ipocrisia degli Usa": mentre attaccano e contestano l'Iran, in Medio Oriente "gli Stati Uniti sono alleati con un regime altrettanto feroce, illiberale e antidemocratico come quello della teocrazia sunnita dell'Arabia Saudita".

Al tempo stesso, Magaldi invita a non fare di Soleimani un martire: "Evitiamo il semplicismo del sentimento antiamericano, che oggi si proietta anche su figure del mondo islamico incompatibili con la democrazia e la libertà". Per il presidente del Movimento Roosevelt, Soleimani era stato anche "un macellaio, con molti morti sulla coscienza", specie in relazione "al terrorismo libanese". Insomma, il generale "non era un agnellino, come del resto i suoi Pasdaran, che sono anche una potenza economica". Certo, in Iraq e in Siria lo stratega iraniano è stato determinante nello sconfiggere l'Isis, ma - secondo Magaldi - al fondamentalismo sunnita del Califfato ha opposto un fondamentalismo concorrenziale, quello teocratico dell'Iran:"Il massone conservatore Soleimani era legatissimo al vertice più reazionario e autoritario del mondo sciita, incarnato dall'ayatollah Khamenei, esponente di una casta ipocrita che si è enormemente arricchita alle spalle dei sudditi, privi di veri diritti civili e di una giustizia degna di questo nome".





Intrecci mediterranei e il rischio di rimanerne soffocati.

Libia 90462

Per comprendere come si può ancora agire in Libia bisogna prima aver ben chiara la situazione e capire come si è arrivati a questo punto.

Il parlamento turco ha appena approvato il possibile invio di truppe regolari turche il Libia. Per valutare le implicazioni e le conseguenze dell’intervento turco bisogna partire da lontano, dalla Siria.

Le atrocità e i soprusi perpetrati in Siria, sembrano aver poco a che fare con quello che sta accadendo in Libia, eppure non è così.

Per quanto l'Oservatorio sui Diritti non è sempre stato preciso e imparziale, i numeri sono stati grossomodo confermati anche da altre fonti. https://raiawadunia.com/rojava-la-turchia-usa-larma-infame-dello-stupro-di-guerra-contro-le-donne-curde/

https://it.insideover.com/guerra/i-crimini-di-guerra-turchi-nel-nord-est-della-siria.html

 e non solo queste citate per brevità.

La maggior parte di queste azioni sono state effettuate non dall'esercito turco regolare, ma da chi fa il lavoro sporco per Erdogan cioè le milizie fondamentaliste islamiche, jihadiste, tra cui Al Nusra (praticamente una costola di Al Qaida) responsabili tra l’altro dell'efferata uccisione di Hevrin Khalaf, la femminista e attivista curda  dei diritti civili.

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Onore a Paragone, espulso: ma che ci faceva, uno come lui, nei 5 Stelle?

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Gianluigi Paragone in rotta coi 5 Stelle? Ovvio, data la caratura politica del personaggio. E' stato l'unico giornalista italiano (televisivo, per giunta) ad aver osato dare spazio a un ultra-eretico come Paolo Barnard, il primo a denunciare l'euro come strumento di dominazione finanziaria post-democratica, dopo essersi speso - con larghissimo anticipo su chiunque altro - nel divulgare in termini popolari, per i non addetti, i fondamentali della materia oscura (economica, finanziaria) che si è impossessata della politica, trasformando i partiti in semplici passacarte, meri esecutori - per lo più ignoranti - di decisioni altrui. Fa decisamente onore, a Paragone, il fatto di venir finalmente espulso dalla congrega grillina che fa da stampella al Pd e tiene in vita l'orrendo governo Conte, protetto dalle cancellerie europee anti-italiane e mantenuto insieme solo dal terrore delle elezioni anticipate, cioè la fine dei privilegi per le centinaia di signori-nessuno che Beppe Grillo ha miracolato, trasformandoli provvisoriamente in parlamentari. A sconcertare, semmai, è la scelta compiuta da Paragone due anni fa, quando decise di candidarsi proprio con loro, i grillini, che avevano già cominciato a gettare la maschera: risale infatti al 2016 il tentato trasloco, a Strasburgo, tra le file dell'Alde iper-eurista, fierissimo dell'infame austerity imposta agli europei.

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Ex ILVA tra ambiente, politica industriale e geopolitica.

L'IPOTESI DEL PIANO INDUSTRIALE DEL GOVERNO SULL'ILVA.
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In attesa di conoscerlo e studiarlo più a fondo, alcune brevi considerazioni, premesso che tutto quello che è utile per la riduzione dell'impatto ambientale, per il mantenimento dell'occupazione e per il mantenimento del settore strategico della siderurgia è comunque positivo (ma è sufficiente?),

La riduzione dell'impiego di coke è significativa, grazie all'impiego di tecnologie nuove e di materiali ferrosi pre ridotti che tra l'altro aumentano la qualità dell'acciao essendo prodotto da materiali e ferrosi primari invece di rottami ferrosi. Però forse si poteva essere più coraggiosi estendendo la produzione attraverso forni elettrici alimentati a gas a una quota maggiore di produzione (ricordiamo che il gas inquina il 70% in meno del carbone) Ciò non toglie che possano esserci dei miglioramenti futuri quando altri tipi di tecnologie saranno mature.

A proposito di nuove tecnologie sarebbe stata l'occasione per sperimentarne altre, anche se non ancora consolidate, come quelle a idrogeno verde, implementando così un circolo di produzione energetica virtuoso. Non avrebbe potuto avere una quota alta di produzione in quanto ancora non totalmente sperimentato, quindi a impatto economico incerto, ma potrebbe gettare le basi per un più vasto impiego futuro. https://www.qualenergia.it/articoli/la-scommessa-dellidrogeno-verde-per-unacciaieria-in-funzione-un-impianto-pilota-da-6-mw-in-austria/

"E’ chiaro però che per realizzare tutto questo, servirà acquistare gas ed energia dal mercato ad un costo economicamente conveniente. Non solo perché i due impianti che produrranno il preridotto saranno alimentati a gas (il che potrebbe anche portare a rispolverare l’idea di costruire un rigassificatore sul territorio tarantino: chi si ricorda la battaglia di diverse associazioni tra cui Peacelink e Legambiente contro la Gas Natural tra il 2004 e il 2007 che voleva costruire un rigassificatore alle spalle dell’Eni?), ma soprattutto perché per alimentare i due forni elettrici non basterà l’energia prodotta dalle centrali termoelettriche presenti oggi nel siderurgico, che attraverso il recupero dei gas daltoforno alimentano l’area a caldo.

E’ chiaro quindi che in questa partita la Snam per il gas e la Saipem per l’energia potrebbero essere in qualche modo coinvolte."

Quanto citato, per andare su tematiche più apertamente geopolitiche, è paradigmatico di quanto importante sia per l'Italia la partita che si gioca nel Mediterraneo centro-orientale sullo sfruttamento dei giacimenti di gas presenti al largo di Cipro, dell'Egitto, della Grecia e della Libia, e di quanto siano connesse le situazioni geopolitiche che vanno da Kurdistan siriano, alla Turchia, a Cipro, per arrivare alle coste libiche. Ecco perchè lo stesso TAP, che arriva in Puglia, è un tassello importante nella politica industriale, come lo sarà il gasdotto che passerà attraverso Cipro e la Grecia.( e che 5S hanno tentato di boicottare a livello europeo) Non dimentichiamo che in ballo ci sono valori che sfiorano l'intero PIL italiano e che l'ENI è la compagnia che ha la maggior percentuale di diritti di sfruttamento e non a caso nell'operazione Accelor M. vengono coinvolte anche SNAM e Saipem Avere quel gas, sicuro,non influenzato da insicurezze di approvvigionamento, a basso prezzo è fondamentale per la nostra economia, e l'ILVA ne è solo un esempio Il nostro torpore geopolitico in Libia e Eastmed (dove torneremo con appositi post) si ripercuote anche sulle nostre dinamiche industriali.

Abbiamo visto che l'interesse principale di Accelor Mittal è stato in Europa quello di acquisire importanti pezzi della siderurgia per poi chiuderli, dopo averne acquisito la clientela, per riversare la produzione nei paesi emergenti ed eliminare la concorrenza. Con una quota del 60% dell'ILVA A.M. potrebbe tentare di realizzare questo piano anche nel futuro. Niente ci garantisce che non lo farà con qualche scusa. Come infatti è avvenuto dopo le avventate e ingenue rassicurazioni di di Maio che aveva dichiarato qualche mese fa di aver risolto il problema in poche settimane... Perlomeno, visto che CDP e INVITALIA avranno quote significative nel consorzio (guarda caso CDP era presente anche nel piano industriale, molto migliore e realistico di Del Vecchio), sarebbe opportuno, anzi fondamentale, creare una Golden Share, come avviene in altre industrie partecipate statali strategiche come Fincantieri e Leonardo, in maniero che lo Stato abbia l'ultima parola sulla strategia industriale del Gruppo.
https://www.corriereditaranto.it/2019/12/27/ex-ilva-ecco-il-piano-industriale-del-governo-per-arcelormittal4/?fbclid=IwAR0Zdf53FFCXzECN23sav5wkYsrKY2xD9MwRGSk7hACv7E8j2MOmuxboWX8

Comunicato stampa Movimento Roosevelt - Magaldi ai magistrati: sono a disposizione per spiegarvi quale massoneria ha messo davvero in pericolo l'Italia, ben al di sopra della 'ndrangheta di cui si occupa Gratteri

Il presidente del Movimento Roosevelt accusa Draghi e Prodi, che privatizzarono il paese in modo devastante obbedendo a ordini super-massonici. E aggiunge: la vera omertà mafiosa e' quella dei media, che tacciono di fronte al vero legame tra massoneria e potere

"Sono a disposizione per spiegare alla magistratura che, se vuole indagare su gravi danni arrecati alla collettività, deve occuparsi delle privatizzazioni fatte negli anni '90, in Italia: perché lì ci sono danni molto più grandi di quelli che possa procurare qualunque intreccio tra massoneria di "peones" e malavita di scalcinati". Il massone Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e gran maestro del Grande Oriente Democratico, contesta con queste parole il clamore mediatico suscitato dall'inchiesta calabrese condotta da Nicola Gratteri attorno a Giancarlo Pittelli e al presunto legame tra 'ndrangheta e massoneria nel Vibonese. "Troppi articoli di giornale - afferma Magaldi - sono scritti da gente che di massoneria non sa e non capisce nulla. E forse - e questo è ancora più grave - di massoneria capisce poco o nulla anche la magistratura. O fa finta di non capire? Non lo so".

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Tripoli, bel suol di torpore (italico)

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Turchia, Libia, Francia sono i problemi geopolitici principali dell'Italia e sono collegati tra loro.. Lo dicevamo un anno fa alla fine dell'articolo linkato e purtroppo si sta avverando.

 https://blog.movimentoroosevelt.com/blog/1846-geopolitica-cosa-e-esattamente.html

Le conseguenze dell'accorso tra la Libia di Sarraj e la Turchia di Erdogan, accordo che definisce le rispettive ZEE e i loro confini, come se in mezzo non ci fossero Cipro, Creta, una miriade di altre isole greche, l'Egitto e Israele, sta iniziando a corrodere gli equilibri internazionali. La nave Bast Galim della Israel Oceanographic Research che stava effettuando ricerche per conto del legittimo governo cipriota, è stata allontanata con la forza da navi turche. Israele, ha risposto effettuando in questi giorni esercitazioni navali congiunte con Cipro proprio nelle stesse acque con la partecipazione anche di assetti aerei.La tensione quindi sta aumentando. Per certi versi, anche se può apparire assurdo, le origini di tale stato di cose possono, in parte, essere imputabili anche alla politica di indecisione dell'Italia. Sarraj ha fatto un grosso passo falso nell'accettare quegli accordi farlocchi (che non rispettano nessuna convenzione internazionale come ad esempio la UNCLOS,) Ma mettiamoci nei suoi panni: è in estrema difficoltà a causa degli aiuti sempre più consistenti da parte di Egitto, Arabia, EAU, Russia a Haftar.

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Basta fango: se tutti i partiti italiani si unissero, per salvare il paese

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Fango su fango, per produrre altro fango, lungo un desolato orizzonte di fango. Tutto è uguale a niente, ormai? Buio sul povero Giulio Regeni, massacrato in Egitto: anni di parole contro il truce regime del Cairo, e silenzio assordante sugli elusivi committenti di Giulio, le ambigue e reticenti agenzie di Cambridge che probabilmente lo mandarono al macello, a sua insaputa. Fango su fango, anche se si vuole inquadrare il martirio dei migranti: tutto sembra risolversi nell'insulso derby violento all'italiana, pro o contro Salvini, senza uno sputo di analisi sull'immane tragedia dell'Africa. Solo maschere, per questo piccolo avanspettacolo nutrito di personaggi come Carola Rackete e Greta Thunberg (perfetta, la svedese, per eludere - con il suo dogma climatico - il vero dramma dell'avvelenamento terrestre). A vincere è il fango, declinato ovunque. Fango sulla Russia, anche in salsa olimpionica: tutto si esaurisce negli ipotetici Russiagate, senza che nessuno si interroghi sul ruolo di Mosca, di Bruxelles, di Berlino e di Washington. I media fotografano una società che, anziché pensare, insulta. Fango su Trump, per le presunte intrusioni in Ucraina, dopo che il paese fu travolto da una rivoluzione colorata, progettata a tavolino e finita con la consegna del gas ucraino al figlio di Joe Biden, allora vice di Obama. Fango su tutti, a turno: sui siriani e gli iracheni, sui palestinesi, sui curdi.

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