Anche se in maniera ancora discontinua, forse confusionaria e comunque tardiva, la diplomazia italiana inizia a destarsi dallo stato ectoplasmatico in cui si trovava. Almeno inizia a produrre proposte che non si limitano solo al solito predicozzo sul fatto che la soluzione diplomatica è l'unica possibile e su inviti generici alla tregua, che in questo momento, purtroppo, valgono meno di niente. (nessuno di loro deve aver letto Carl von Klausewitz che scriveva che"la guerra è" (purtroppo, aggiungo) "la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi". L'invio di un contingente europeo, che è l'unico modo per rendere efficiente un embargo navale che da solo favorirevve solamente Haftar che si vedrebbe comunque rifornito via terra, però potrebbe porre dei problemi e risvolti non previsti dallo stesso di Maio. Per rendere duratura una tregua, ci deve essere un effetto deterrente. Non basta l'atto di presenza e il "noi ci siamo" come molto spesso pensa la politica italiana. la Libia, NON è come dice di Maio il Libano e bisogna che il contingente eventuale reagisca a ogni violazione significativa con durezza, per avere un vero effetto deterrente.
Haftar, personaggio totalmente inaffidabile, come molti suoi sponsor dovrebbero oramai iniziare a comprendere, ha dimostrato di non tener in minimo conto gli accordi presi, tanto che sembra ignorare la tregua appena imposta da Russia e Turchia e sta avanzando verso Misurata, che dista oramai appena 70 KM dalle avanguardie del LNA (le milizie di Haftar.) sarebbero gli europei capaci di bombardare uno dei due contendenti che violassero la tregua? Inoltre quando coeso sarebbe questo contingente? C'è il pericolo che qualche componente delle forze europee remi contro o non faccia un gioco limpido, cioè che parteggi sotterraneamente per uno dei due contendenti (leggi Francia) Saprebbe l'Europa rimanere coesa?
Nel frattempo un colpo di reni ulteriore, inaspettato, che in prospettiva mantiene qualche residua speranza di non essere tagliati fuori da tutti i giochi. Ci saranno colloqui a tre tra Russia Turchia e Italia. Ovviamente non basta fare atto di presenza. L'Italia deve sfoggiare tutta la sua abilità e il suo peso geopolitico che,almeno in potenza, è ancora notevole e senz'altro superiore a molti attori in campo, per ritagliarsi un ruolo e non vedersi posta sul classico predellino. C'è il concreto pericolo che Turchia e Russia facciano la parte del gatto e la volpe, dobbiamo tener conto che i nostri interessi sono alquanto divergenti sia soprattutto da quelli turchi,(che con un nuovo ottomanesimo vogliono ripristinare la loro forte influenza fino a tutto il Mediterraneo centrale e i Balcani meridionali) ma anche da quelli russi. Inoltre non può essere l'unico tavolo, ma deve essere bilanciato da altre relazioni. Dobbiamo non irritare i nostri alleati in Eastmed e nelle zone energetiche di tale mare, cioè Greci, Ciprioti, Egiziani, con cui abbiamo in comune interessi vitali. In questi tavoli sapremo imporre anche con durezza, se necessario, i nostri legittimi interessi? interessi che spesso coincidono con quelli dei cittadini libici (non delle fazioni in campo) Il compito è difficilissimo, terribile, da far tremare le vene ai polsi (ma del resto è anche per la nostra ignavia precedente se siamo arrivati a questo punto) saprà un inesperto Di Maio essere all'altezza? talvolta certi personaggi riescono a trovare le energie e le capacità proprio nei momenti d'emergenza. Speriamo che Di Maio sia uno di questi. Lo speriamo per lui, ma soprattutto per noi tutti, per l'Italia.