Il presidente del Movimento Roosevelt: ingenuo chi crede che la Lagarde abbia commesso una gaffe. Negare l'aiuto sugli spread? Era un modo per ricordare che neppure Draghi intervenne, in piena tempesta finanziaria. Quella della "sorella" Lagarde e' stata una mossa calcolata, richiestale della massoneria progressista per costringere gli eurocrati a uscire finalmente allo scoperto. Missione compiuta: in virtu' dell'emergenza umanitaria del coronavirus, ora la flessibilita' non è piu' un tabu'
«Che ingenui, se davvero pensate che un personaggio navigatissimo come Christine Lagarde possa commettere una gaffe così grossolana. Non era tenuta a dichiarare che la Bce non è obbligata a tamponare gli spread: l'ha fatto solo per suscitare una reazione contraria. E' stata un'operazione abile, coraggiosa, spregiudicata e spericolata. E ha funzionato: di fronte all'emergenza coronavirus, infatti, i custodi del rigore europeo si sono sentiti obbligati a contraddirla, allargando finalmente le maglie della spesa». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt nonché frontman italiano del network massonico progressista sovranazionale (gran maestro del Grande Oriente Democratico) applaude a scena aperta la neopresidente della Bce: «Vorrei ringraziare pubblicamente la "sorella" Christine Lagarde, perché ha compiuto un atto coraggioso, che le era stato appositamente richiesto. E, lungi dall'avere gli effetti negativi di cui si va cianciando da più parti, la sua azione ha indotto persino il nostro tremebondo ed ectoplasmatico presidente della Repubblica a ruggire - sempre un po' da coniglio, ma a ruggire - costringendo i maggiori interpreti dell'austerity a dire che, per l'Italia e per tutti, d'ora in poi si sarà di manica larga».
«Con quella mossa - dice esplicitamente Magaldi - Christine Lagarde si è presa "palate di merda" addosso, e sapeva benissimo che le sarebbero arrivate. Ma era esattamente quello che voleva». Quello che è seguito «era prevedibilissimo, e meno male che è seguito: finalmente - scandisce Magaldi - stiamo scoprendo che una crisi può significare la sospensione del paradigma dell'austerity». Il presidente del Movimento Roosevelt invita ad aprire gli occhi: è in corso, dice, una partita senza precedenti per mettere fine a quarant'anni di rigore neoliberista. E cita due attori strategici, in ruoli delicatissimi: Christine Lagarde e Mario Draghi. La prima, mesi fa, ha ricordato che la moneta «dovrebbe appartenere al popolo», evocando anche gli eurobond per mettere fine alla speculazione degli spread. Quanto a Draghi, da presidente uscente della Bce era giunto a citare la Modern Modern Theory (liquidità illimitata, a costo zero) come alternativa all'euro-rigore, che ha messo in crisi l'Europa. Nel saggio "Massoni", pubblicato da Chiarelettere nel 2014, Magaldi ha denunciato apertamente Draghi e Lagarde come alfieri dell'oligarchia finanziaria post-democratica, pilotata da superlogge massoniche "neoaristocratiche". Qualche mese fa ha annunciato: «Draghi e Lagarde sono autocritici rispetto al loro operato e ora bussano alle porte della massoneria progressista».
Quello che ha appena fatto, Christine Lagarde «l'ha fatto su richiesta esplicita di filiere massoniche progressiste che volevano metterla alla prova», racconta Magaldi. La richiesta: sei disposta, tu, a fare la faccia feroce offrendo il petto a tutto quello che seguirà - ma in questo modo ad "alzare la palla", per dare il coraggio di agire a chi non l'ha avuto in tutti questi anni? «Quando è troppo, è troppo», si sono detti in molti, dal Quirinale a Berlino, a Bruxelles. E così, di fronte a una ventilata reiterazione del rigore più intransigente «è stato costretto a intervenire persino Mattarella, che è stato un custode servizievole del paradigma neoliberista dell'austerity e della Disunione Europea - austera, micragnosa, restrittiva e castrante nei confronti degli interessi italiani», sottolinea Magaldi. «E' lo stesso Mattarella che ha impedito che Paolo Savona diventasse ministro dell'economia». Con lui, di fronte alla necessità di dare almeno un po' di respiro economico agli italiani (colpiti dal coronavirus) sono state costrette a intervenire «persino Angela Merkel e Ursula von der Leyen, disposte ad aprire i cordoni della borsa». Ma il merito è di Christine Lagarde: ha offerto un formidabile assist «a tutti coloro che, finalmente, dopo anni, hanno trovato il coraggio per rivendicare libertà economica per le entità statuali in caso di crisi».
Che la battaglia sia appena all'inizio lo dicono i fatti: «Bisognava attendere il coronavirus - osserva Magaldi - per rivendicare quello che andava fatto in anni e anni di crisi economica gravissima, che ha schiantato tante persone». In ogni caso, per il presidente del Movimento Roosevelt, «i danni delle politiche neoliberiste di austerity di questi decenni sono molto superiori ai danni che sta facendo il coronavirus». Christine Lagarde? «Fino a ieri è stata senz'altro tra i masnadieri della filiera massonica neo-aristocratica che ha ammorbato il mondo e l'Europa. Da presidente del Fmi è stata a capo di una rete di agenti del neoliberismo e dell'austerity». Ancora: «La Lagarde è un vecchio animale del potere, che ha "leccato" (anche Sarkozy) quando doveva "leccare", e ha fatto le cose peggiori». Ma attenzione: «Quelli che oggi la criticano, nello scenario politico italiano, ieri le baciavano le mani e le scarpe». Magaldi, all'epoca, già la indicava invece «come uno dei principali terminali di un potere mefitico, contro-iniziatico sul piano massonico ed esiziale, funesto, sul piano economico». Ma oggi - aggiunge il leader "rooseveltiano" - la neopresidente della Bce si è "immolata" in modo calcolato, per provocare i decisori e spingerli verso l'agognata flessibilità. «Ha ottenuto quello che voleva. E cioè: stabilire che l'Italia ha il diritto (e il dovere) di poter spendere a deficit per risollevare l'economia, che è in grave crisi e lo sarà sempre di più».
Magaldi denuncia infine l'ipocrisia di chi oggi condanna Christine Lagarde esaltando invece Mario Draghi, celebrato come salvatore dell'euro. Il "niet" della Lagarde sugli spread - chiarisce Magaldi - era un esplicito riferimento alla analoga condotta di Draghi durante la crisi finanziaria di dieci anni fa: «Prima di agire attese un anno intero, e lasciò sprofondare nel disastro paesi come la Grecia, la Spagna e l'Italia», muovendosi poi fuori tempo massimo, e solo dopo che quei paesi erano stati commissariati da governi «pronti a implementare gravissimi tagli alla spesa pubblica con le manovre di austerity: tagli che hanno riguardato anche e soprattutto la sanità». Prima di intervenire per calmare gli spread, «Draghi ha consentito a speculatori vari di razziare quello che andava razziato». Lui e la Lagarde «sono stati entrambi pessimi». Oggi, però - conclude Magaldi - hanno cambiato casacca: attualmente «Giocano un gioco spregiudicato e pericoloso per loro stessi. Tuttavia, fin qui - e specialmente con questa prova, superata ma rischiosa - Christine Lagarde merita tanto di cappello: finora si è dimostrata sincera, in questo gioco spericolato e complesso che è stato inaugurato in queste ultime settimane». Quanto al Super-Mario in versione 2020, Magaldi auspica «un nuovo Draghi, spericolato come la Lagarde, che a sua volta aiuti l'affermazione di un nuovo paradigma, keynesiano e rooseveltiano. Obiettivo: mettere fine agli orrori dell'austerity, che oggi l'Italia sta pagando sulla sua pelle. Ne sanno qualcosa i malati di coronavirus, i medici e gli infermieri a ranghi ridotti e privi delle attrezzature necessarie».
Fonte: "Gioele Magaldi Racconta", su YouTube il 16 marzo 2020