Leggendo il "Piano Nazionale Sanitario in risposta a un'eventuale emergenza pandemica da covid-19"
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- Pubblicato: Martedì, 23 Febbraio 2021 08:11
- Postato da Marcello Peri
Cito direttamente dal "Piano Nazionale Sanitario in risposta a un'eventuale emergenza pandemica da covid-19", recentemente DESECRETATO a seguito di sentenza del TAR del Lazio. Il documento venne creato a fine febbraio dal Ministero della Salute, ed è attualmente è disponibile qui: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3005_0_alleg.pdf
Il documento inizia con il capitoletto denominato "Messaggi chiave":
Leggete bene, andate a controllare, se necessario rileggete: queste sono le frasi PIU'SPECIFICHE che riguardano cure e rimedi. O meglio, sono le UNICHE frasi a riguardo: nella prima pagina di testo (pagina 4 su 56) TERMINA la trattazione dei rimedi farmacologici, e comincia una sterminata trattazione dei rimedi non-farmacologici come distanziamenti, mascherine, ecc... suddivisi per varie fattispecie e situazioni, e di una riorganizzazione del sistema sanitario nazionale in termini di gestione prettamente quantitativa. Il documento termina con le indicazioni per l'uso della ventilazione assistita nei casi gravi.
In questo "Piano Nazionale Sanitario in risposta a un'eventuale emergenza pandemica da covid-19" insomma, non si prevede lo studio della patologia nei suoi meccanismi d'azione, l'avvio di sperimentazioni di farmaci e rimedi più o meno comuni, l'ascolto di ciò che emergerà dalle esperienze dei medici di base che costituiscono di fatto la "prima linea". Queste cose, non vengono neanche citate come possibilità.
L'unica attenzione è posta sulla limitazione del contagio con sistemi a-specifici. Il motivo implicito è quello espresso nelle prime righe: l'OMS non ha indicato cure, per cui il sistema sanitario non sente ufficialmente il dovere, la responsabilità, la necessità...di cercare cure, ma dedica ogni attenzione solo a proteggere gli operatori e gestire la diffusione di un virus.
- Domanda: perchè SOLTANTO l'OMS (o al limite i cinesi, fonti dei 3 studi citati in bibliografia) vengono ritenuti in grado di fornire soluzioni?
- Perchè, se si definiscono nei minimi particolari le procedure anticontagio (che richiedono alla società un danno enorme e certo, verificatosi puntualmente), non vengono spese altrettante (o meglio: ancora maggiori) energie nella ricerca di cure??
- Perchè viene messo nero su bianco un simile atteggiamento di assoluta impotenza e dipendenza da filiere decisionali esterne, senza minimanente pensare di organizzare e mettere a frutto alcuna risorsa nazionale se non per quella che appare già in partenza come una disperata e insufficiente autodifesa?
E sopratutto, ammessa (e non concessa) la buonafede per l'iniziale effetto sorpresa, perchè su questa strada si è proceduto per un intero anno, ritardando in ogni modo le iniziative di gruppi e singoli medici che hanno creato via via protocolli sempre più efficaci, cercando in più occasioni, fin da aprile, l'ascolto delle istituzioni? Ad oggi sono decine i medici che si sono esposti con protocolli a basso costo e con efficacia a loro dire quasi totale, e migliaia sono di fatto i medici che simili protocolli praticano comunemente o hanno cominciato a praticare in solitudine: per mero buon senso.
Il Ministero può spiegare tutto questo?