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Salvini santifica la Thatcher, cioè il neoliberismo dell'Europa-horror

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Due icone contrapposte e inconciliabili, Margaret Thatcher ed Enrico Berlinguer, si affacciano sul pratone leghista di Pontida. Le ha evocate Matteo Salvini, nel rituale bagno di folla in cui – edizione 2019, post-Papeete – ha cercato di farsi “perdonare” per la perdita del governo, che gli è stato sfilato di mano dagli stessi poteri che gli avevano impedito di ampliare il deficit, abbattere la tassazione, dare il via libera all'autonomia regionale del Nord-Est. Sacro e profano: è ancora una volta “Maria” a introdurre l'orazione civile del Capitano crociato, che prova a scommettere sulle imminenti regionali – Umbria ed Emilia – lanciando anche la minaccia dei referendum (in primis, legge elettorale maggioritaria) come strumento di una riscossa che evidentemente non vede alle porte. La paura è indovinabile: restare all'angolo, scaricato infine dal “popolo” leghista. Scontato l'esilio mediatico, dopo tanta sovraesposizione. Scontata anche la rabbia dei militanti verso il mainstream giornalistico e disinformatore, braccio armato dello “Stato parallelo” che governa l'Italia per conto di Bruxelles, grazie al Pd e ora anche ai grillini, caricati a forza da Grillo sul carrozzone franco-tedesco di Ursula von der Leyen.

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Assemblea Umbria MR di oggi venerdì 13 settembre 2019

La Presidenza del Movimento Roosevelt è lieta di informare che oggi avrà svolgimento una

Assemblea del Movimento Roosevelt Umbria

Rendiamo noto pubblicamente che venerdì 13 settembre 2019, a partire dalle ore 18:00 (e sino alle ore 20:00 circa) avrà luogo un importante incontro regionale del Movimento Roosevelt Umbria, cui sono invitati dirigenti nazionali e dirigenti locali o semplici soci MR, per programmare gli incontri e le iniziative nella Regione Umbria.

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Assemblea Lombardia MR di Sabato 14 settembre 2019 a Milano

Assemblea Lombardia MR di Sabato 14 settembre 2019. Appuntamento alle ore 19:30 a Milano, in Viale Coni Zugna 5a, citofonare presso "Studio olistico".
Relazione del Commissario e di altri Dirigenti regionali sullo stato dell'arte della riorganizzazione del MR in Lombardia. Presentazione del socio Giorgio Martelli e dei vari commissari provinciali designati quali nuovi membri della Direzione regionale.
Primo dibattito interno sul tema "Sovranismo, Elitarismo e Democrazia social liberale", in vista di un nuovo Evento su tali questioni da realizzare a Milano in collaborazione col Comune. Parteciperà alla riunione anche il Presidente MR Gioele Magaldi
 
E' formalmente convocata una Assemblea regionale Lombardia MR per il giorno Sabato 7 settembre 2019.
Appuntamento: a partire dalle ore 19:30 presso "Studio olistico" (citofonare), in Viale Coni Zugna 5.
La riunione è aperta non solo ai rooseveltiani lombardi ma anche a soci MR di altri territori e a cittadini non ancora tesserati, ma interessati a far parte della comunità rooseveltiana e a partecipare al dibattito previsto su "Sovranismo, Elitarismo e Democrazia social-liberale".
In effetti, coloro che intendano dare un contributo ad un reale cambiamento della società italiana ed europea e farsi carico di una ulteriore crescita e armonizzazione del territorio lombardo e milanese nel suo complesso, si uniscano a noi del Movimento Roosevelt, si iscrivano a questo originale Metapartito e condividano cosi fattivamente i nostri valori, i nostri obiettivi e le nostre iniziative civili e politico-culturali.

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IMPORT – EXPORT

Non sempre gli accadimenti politici hanno quell’aurea nobile che la narrazione ci racconta.

Sappiamo tutti che c’è in atto una guerra commerciale, ma guardiamo la figura, per fissare alcuni concetti.

Se gli usa smettessero domattina di comprare merce all’estero, nel mondo ci sarebbero 850 miliardi di dollari di beni in cerca di allocazione, che causerebbe un precipizio dei prezzi, fino a mettere in crisi le aziende produttrici poste al di la degli oceani sia atlantico che pacifico.

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DISEQUILIBRI

E’ sorprendente come forze avverse, sicuramente dotate di intelligenza e sapere, al posto di cercare un equilibrio, continuino a combattersi in modo muscolare.

E così in questo gioco senza regole, e soprattutto senza fine, il potere è passato di mano, un nuovo patto ora giallo – rosso sostiene il governo che fra poco tempo dovrà affrontare gli italici destini.
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Noto un errore tattico, ma si sa, il potere offusca la vista, anche per i più avvezzi alla sua gestione, non c’è modo di sfuggire alla sua forza, il potere non si può possedere, è lui che possiede te, è la quintessenza del male, per chi crede è espressione del maligno.

Ma veniamo ai fatti, la Lega ed il suo conduttore (o condottiero) sono ora all’opposizione, per colpa della loro stessa mano, forse costretta o vivamente consigliata a tale gesto.

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Lutto per l'Italia, ostaggio di Grillo. E l'Europa ci guarda

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C'è qualcosa di oscuro e di atroce nel tradimento dei 5 Stelle, visibile dalla Luna. Nati come antidoto alla “casta”, pur di evitare il giudizio degli elettori ora si rifugiano tra le braccia di Matteo Renzi e soci, campioni dell'establishment nazionale asservito ai poteri marci – italiani, europei e planetari – che in trent'anni hanno ridotto la quarta potenza industriale del mondo a paese mediterraneo periferico e saccheggiato, ricattato dalla Bce, messo in ginocchio di fronte agli usurai di Bruxelles. Il ribaltone imposto al governo gialloverde, dopo aver costretto Matteo Salvini ad abbandonarlo, non è solo un colpo mortale inferto alla democrazia italiana: è un coltellata per tutti gli europei, Gilet Gialli in testa, che avevano osato guardare al caos italiano come laboratorio del possibile cambiamento, sia pure nato in modo sgangheratissimo e proseguito anche peggio, con un esecutivo subito impaurito di fronte al ricatto dello spread. E a celebrare il funerale della democrazia non è neppure un politico classico, ma un ex comico particolarmente abile, cinico e spietato, che in questi anni ha investito sull'odio e sulla rabbia per creare dal nulla un'enorme massa di manovra. E' lui, il supremo manipolatore Beppe Grillo, a suonare le campane a morto: e non è solo italiano, il lutto per la fine del “governo del cambiamento” in cui, meno di un anno fa, credeva ancora oltre il 60% degli elettori del Belpaese.

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Terrore, ricatti e menzogne: purché l'Italia non rialzi la testa

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Qualunque cosa accada o non accada all'Italia, ombelico fragile e vittima predestinata dell'ordoliberismo post-democratico europeo, non si può prescindere dal ricordare la grande menzogna che ammorba il pianeta dall'11 settembre 2001, il maxi-attentato alle Torri Gemelle di Manhattan. L'impensabile era già in marcia da molti anni, certo: il Memorandum Powell per la riscossa storica delle oligarchie, la “crisi della democrazia” promossa dalla Trilaterale, la liquidazione di Allende e Sankara, Olof Palme e Aldo Moro, l'ipocrita “terza via” battuta da Blair e Clinton per rottamare la sinistra classica e lanciare la post-sinistra mercantilista dei Prodi, degli Schroeder, dei Renzi. Ma fu il fatidico 2001 a metter fine nel modo più brutale al breve sogno del globalismo mite vagheggiato da Gorbaciov dieci anni prima, che aveva dato al pianeta una meravigliosa e breve illusione: poter finalmente vivere un disgelo universale, con la fine della guerra fredda, cominciando a rimettere insieme i cocci di un mondo devastato dall'ingiustizia. Oggi sono i vigili del fuoco di New York a invocare la riapertura del caso 11 Settembre, sostenendo che le Twin Towers sarebbero state minate con esplosivi.

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Crisi di governo: dove sono i democratici?

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Ho sentito in questi giorni grande soddisfazione per il discorso di Conte alla Camera. Incredibile. 

A sentire Conte il Governo del Cambiamento sembrava destinato a seguire la strada del Governo del PD. 

Il discorso di Conte era ben articolato, forbito e pieno di spunti validi nei quali ci si riconosce facilmente; per esempio nella critica costruttiva a questa dis-Unione Europea, della quale c’è grande bisogno ma che tradisce i valori sui quali era costruita, divenendo invisa e dannosa per il popolo.

Peccato che, come nel caso del PD, questa analisi non si tramuti in una irriducibile lotta politica ma rimanga parola morta a uso e consumo della nuova aristocrazia finanziaria. Questa analisi e questa visione non si traducono in una VERA lotta per la democratizzazione dell’Europa, o in una lotta contro il primato della finanza sulla politica, ma si traducono nel voto per la Von Der Leyen, in chiacchiere con la Merkel sulle elezioni, e nell’urgenza di fare le riforme suggerite da questa dis-Unione Europea. E infatti, a seguito del discorso di Conte il M5S, mostrando la più disarmante mancanza di visione politica, apre una porta nei confronti del PD. 

Possibile che fosse questa la traiettoria del Governo del Cambiamento?

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L'Italia non s'è desta, ancora prigioniera dell'inutile voto-contro

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Prima spariscono dai radar i 5 Stelle, meglio è per l'Italia. Che abbaglio: nel 2013 avevano rotto il sarcofago maleodorante in cui imputridivano Berlusconi, Bersani e gli altri cadaveri eccellenti della cosiddetta Seconda Repubblica. Poi, cinque anni dopo, si sono ritrovati tra le mani un trionfo difficilissimo da maneggiare, che infatti hanno affrontato nel modo peggiore. Poteva andare diversamente? Evidentemente no, vista la caratura del fragilissimo e inesperto Di Maio, a sua volta telecomandato dalla “ditta”. Sconcerta, semmai, che i grillini – mossi da un'esasperazione condivisibile, rispetto alla palude italica – si siano lasciati regolarmente dominare dai loro persuasori, occulti e non, padroni assoluti del movimento. Dissenso silenziato, espulsioni a catena, sanzioni pecuniarie per i parlamentari che cambiassero casacca. Zero confronto interno, solo diktat – annacquati, per finta, dalla piattaforma digitale di proprietà del signor Casaleggio. Quanto al signor Grillo, proprietario del marchio 5 Stelle, per fischiare la fine dell'ultimo campionato – abbandonando al suo destino l'icona elettorale della valle di Susa e aprendo le porte all'arcinemico Renzi – non ha nemmeno più sentito il bisogno della parodia rituale della consultazione della “rete”.

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Blog regionali del Movimento Roosevelt: istruzioni per l’uso

Tra qualche giorno, finita la ‘ricreazione estiva”, il metapartitico Movimento Roosevelt intende rilanciare a 360 gradi la propria azione.

Sono già pronti i Blog regionali MR, che i vari responsabili territoriali potranno utilizzare per veicolare - in collegamento tra loro e con il Sito, il Blog generale e i Gruppi facebook - specifiche iniziative e proposte strettamente legate ai bisogni dei territori rurali e montuosi, dei municipi, delle città, delle province e delle regioni.

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Bidone Gialloverde: ridono gli oligarchi ma non gli italiani, costretti a subire elezioni-farsa

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Ma non dovevano aprire il fuoco contro i padroni del rigore europeo? Quello almeno era l'impegno di Salvini, consapevole della necessità di liberarsi della camicia di forza di Bruxelles. Di Maio invece aveva spiccato un volo pindarico: avremo di tutto, aveva promesso, ma senza spiegare come, con che soldi. Frode, incapacità, destino cinico e baro? Semplice gatekeeping all'italiana? Presa per i fondelli dell'elettorato? Rivisto al ralenty, l'inglorioso tramonto gialloverde è sbrodolato di Nutella salviniana, caviale russo, vaniloquio grillino. Difficile capire chi l'abbia vinta, la gara al ribasso verso il nulla: il Salvini che a parole rivendicava la Flat Tax o il Di Maio che, aggiungendo chiacchiere a chiacchiere, elargiva il suo reddito di cittadinanza teoricamente quasi universale? Man bassa di voti, un anno fa: i leghisti al Nord, i grillini al Sud. Bifronte come Giano, il Bidone Gialloverde. Ci erano cascati, gli italiani? Eccome: l'estate scorsa, il “governo del cambiamento” volava sulle ali di un consenso mai visto, né in Italia né nel resto d'Europa.

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Salvini sul Tav, verso un declino ad alta velocità

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Matteo Salvini sembra si stia candidando a uscire dalla porta di servizio della politica italiana. Il piccolo leader della Lega, che oggi sembra il padroncino della nazione ma ha meno voti di quanti ne avesse Renzi un anno prima di sparire dai radar, non ha avuto il coraggio politico elementare di cambiare idea sull'odioso, delirante, obsoleto e inutile progetto ferroviario Tav Torino-Lione, già abortito dal futuro dell'Europa prima ancora di nascere. Era stata una pessima idea degli anni '80, già tramontata – come infrastruttura dalla prospettiva strategica – al crepuscolo del secondo millennio, quando si cominciò a dimostrarne l'inutilità. Gli ultimi vent'anni – grazie anche ai valsusini e al movimento NoTav – non hanno fatto altro che ribadire quello che già si sapeva. Miliardi gettati, con costi folli per il territorio.

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Il bilancio della Difesa con il...bilancino (tra "pacifisti" e "guerrafondai")


Bilanci difesa Movimento roosevelt 00261
DIPARTIMENTO GEOPOLITICA & DIFESA

Il bilancio della Difesa con il…bilancino.

(tra “pacifisti” e “guerrafondai”)

 

         La Nato vorrebbe che l’Italia destinasse alle spese per la difesa circa il 2% del PIL entro il 2024. Tale obiettivo è giustificabile, realizzabile, auspicabile o no?

         La maggior parte degli italiani non è a conoscenza della reale consistenza dei bilanci della Difesa e dell’impatto sui conti dello Stato, poiché, anche qualora fossero veramente interessati, le cifre, e specialmente le percentuali sul PIL che di volta in volta leggono, sono molto differenti e si basano su criteri diversi in base spesso a quello che si vuol dimostrare a seconda delle idee in merito. I pacifisti frequentemente lo gonfiano cambiando parametri di riferimento e chi ha interesse a evidenziarne l’inadeguatezza fa l’operazione opposta. In realtà, sulle cifre, possono avere ragione tutti e due a seconda di come si vuole impostare l’analisi.

         Prima di tutto bisogna puntualizzare che alle spese per la difesa concorrono vari centri di spesa che non sono inquadrati nel Ministero, come MISE o MIUR o i fondi per le missioni all’estero(MEF).  A sua volta la Difesa si fa carico di varie spese che non hanno una funzione in tal senso, come a esempio il rifornimento idrico delle isole minori, sacrari militari o la totalità delle spese dell’Arma dei Carabinieri.

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Il peggiore dei mondi possibili, nutrito dalla nostra paura

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Sembrava il migliore dei mondi possibili, quello che l'Europa aveva di fronte a sé fino al 2001, precisamente il 20 luglio, quando al G8 di Genova esplose la follia opaca della violenza e a lasciarci la pelle fu Carlo Giuliani, immortalato mentre col suo estintore minaccia i carabinieri intrappolati in un gippone. Ma Genova era solo l'antipasto dell'inferno: due mesi dopo, crollarono di colpo le Torri Gemelle di Manhattan. Tremila vittime l'11 settembre, e altre 12.000 negli anni seguenti a causa dei tumori provocati dalla nube d'amianto. Nel 2003, in Italia, le prime ipotesi sul possibile auto-attentato vennero avanzate da Giulietto Chiesa, nel bestseller “La guerra infinita”, ignorato dai media. Nel 2005, a “Matrix”, in prima serata su Canale 5, Enrico Mentana ebbe il coraggio di trasmettere “Inganno globale”, esplosivo documentario in cui Massimo Mazzucco dimostra che la versione ufficiale (terrorismo islamico) è integralmente falsa. Era già cominciata, la grande retromarcia dell'Occidente, ma pochissimi se n'erano accorti. Tra questi Bettino Craxi, che da Hammamet spiegò che l'euro-finanza avrebbe spolpato l'Italia. E prima ancora l'economista keynesiano Federico Caffè, sparito nel nulla nel 1987. E così Olof Palme, l'inventore del welfare svedese, ucciso l'anno prima a Stoccolma. Doveva aver capito tutto anche Aldo Moro, minacciato di morte da Henry Kissinger poco prima che di lui si occupassero, teoricamente, le Brigate Rosse.

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QUANDO MARTE È FERITO, SANGUINA LA DEMOCRAZIA.

Galata Ferito

Interno/giorno. Pub londinese. Giorno più caldo della storia del Regno Unito.

Un piccolo gruppo di uomini e donne accaldati si riunisce per discutere della libertà di parola, di stampa e di espressione. 
Una giornalista/scrittrice ed il rappresentante di una casa editrice raccontano la loro esperienza di censura. Sono stati cacciati da una fiera del libro molto importante in Italia, sono stati ostracizzati in varie occasioni tra cui, in ultimo, proprio quest’oggi. Infatti questo incontro si sarebbe dovuto tenere presso una famosa università londinese la quale, cedendo alle pressioni di un noto gruppo politico di senso opposto ai suddetti, ha deciso, all’ultimo minuto, di cancellare l’evento costringendo gli organizzatori a ripiegare, in quattro e quattr’otto, sulla location di fortuna in cui ci troviamo.
Parlano di ingiustizia nei loro confronti, si definiscono vittime di un abuso di potere e di censura, condannano il “pensiero unico dominante” ed invocano la democrazia, la libertà.

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L’ANPI tradisce il suo mandato?

Lettera aperta alla Presidente Nespolo mandata il 26.07.19

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Cara Presidente Nespolo,

sono Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, e membro dell’ANPI.

Era da molto che intendevo scriverle questa lettera, e lo faccio all’indomani di fatti a mio vedere molto gravi, che si sono svolti a Londra.

Ritengo che l’ANPI stia tradendo il suo statuto. Infatti, le chiedo di chiarificare, pubblicamente, come lei intende gestire le attività dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia alla luce dei ragionamenti che a breve le esporrò.

In questo momento storico, l’ANPI ha la possibilità di interpretare e definire il proprio lavoro e la propria attività principalmente in due modi:

  • Svolgere un ruolo di memoria storica, valorizzando e perpetuando la memoria della Resistenza.
  • Continuare a lottare per la democrazia e contro ogni fascismo.

Sia che decidesse di perseguire la prima strada, che la seconda, l’ANPI ha il dovere di farlo nel rispetto del suo statuto, degli obiettivi in esso descritti, e dei valori della democrazia e della libertà.

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L’incredibile illusione: Sani in un mondo malato (3) – Intervista alla dott.ssa VALLE

Relazione tra Ambiente e Salute – Intervista alla dott.ssa Oliva VALLE (*)

di Davide Montefiori (**)

Come promesso negli articoli pubblicati precedentemente (I, II), nel corso di questa intervista cercheremo di comprendere in quale modo l’ambiente nel quale viviamo (Aria-Acqua-Terra), influenzi in modo determinante lo stato di salute o di malattia della popolazione “affetta” da un determinato tipo di progresso.

La dott.ssa Oliva Valle, è il medico che ci guiderà in questo percorso. Con lei scopriremo in che cosa consista l’Epigenetica, nuova branca della medicina, ormai nota in tutto il mondo scientifico, che dimostra lo stretto rapporto esistente tra Ambiente e Salute.

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Fine dell'equivoco: allineati al rigore Ue, i 5 Stelle ci hanno preso in giro

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Dicevano di voler “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”, ed eccoli là: proni all'asse franco-tedesco e pronti a votare per l'euro-killer Ursula von der Leyen, insieme al Pd e a Berlusconi, pur di tentare di essere utili, in qualche modo, al superpotere che fingevano di voler contrastare, abbattere, stroncare. Un anno fa, sembrava essersi aperta una nuova storia teoricamente epocale, per l'Europa: Paolo Savona candidato al dicastero dell'economia e Luigi Di Maio sulle barricate contro Mattarella: evocazione dell'impeachment per violazione costituzionale nello sbarrare la strada al possibile ministro. Parole al vento, prontamente rimangiate insieme alla cornucopia illimitata (ma solo teorica) del “reddito di cittadinanza” sbandierato per fare il pieno di voti. Ora il loro problema si chiama Matteo Salvini: ma il capo della Lega – che era partito con un basso profilo, nel pericolante governo gialloverde – è solo un politico mediamente avveduto, che in capo a qualche mese si è accorto che i grillini, semplicemente, scherzavano. Meglio: prendevano in giro i loro elettori. In Puglia, ad esempio, dove hanno imposto il gasdotto Tap rispetto al quale avevano giurato opposizione eterna. O sull'obbligo vaccinale, capitolo vergognoso in cui la ministra Giulia Grillo ha fotocopiato la vituperata Beatrice Lorenzin. Prossima vittima: la valle di Susa, verosimilmente destinata a capitolare di fronte al Tav Torino-Lione.

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