La stretta relazione esistente tra Ambiente e Salute - Seconda parte
Davide Montefiori (*)
Proseguendo con quanto iniziato nella prima parte di questo l’articolo https://blog.movimentoroosevelt.com/home/2072-l-incredibile-illusione-sani-in-un-mondo-malato.html, partiamo direttamente da due semplici domande e dalle loro conseguenti risposte.
Cos'è il bene comune? Di chi è il bene comune?
Stefano Rodotà [1], cercando di fornire una definizione dell'argomento affermava:
i "beni comuni" sono concepiti come beni funzionali all'esercizio di diritti fondamentali e al libero sviluppo della personalità, che devono essere salvaguardati, sottraendoli alla logica distruttiva del breve periodo, proiettando la loro tutela nel mondo più lontano, abitato dalle generazioni future e destinati al soddisfacimento di bisogni primari e diffusi, ad una fruizione collettiva. I beni comuni sono "a titolarità diffusa", appartengono a tutti e a nessuno, nel senso che tutti devono poter accedere ad essi e nessuno può vantare pretese esclusive. Devono essere amministrati muovendo dal principio di solidarietà. Indisponibili per il mercato, i beni comuni si presentano così come strumento essenziale perché i diritti di cittadinanza, quelli che appartengono a tutti in quanto persone, possano essere effettivamente esercitati.
[1] Stefano Rodotà Il valore dei beni comuni, in “la Repubblica” 5 gennaio 2012
In questo video vengono intervistate persone che forniscono altre definizioni interessanti:
https://www.youtube.com/watch?v=AFSS5XN8rzM
E la vostra versione di "bene comune" qual'è?
La mia può essere solamente una:
Il "Bene comune" è un bene prezioso che non può essere riservato per pochi eletti e va di pari passo con il "Diritto e l'Uguaglianza" .
Il bene comune è di tutti E di ciascuno di noi e sottolineo E.
Ciò significa, che ognuno di noi è detentore della proprietà totale del bene comune (qualunque sia il bene comune del momento) ed è anche totalmente responsabile di tutto ciò che di comune c’è in una società civile, in uno stato e direi addirittura nel mondo intero.
Nello stesso modo, tutti noi, singolarmente, dobbiamo ritenerci “il responsabile” della tutela dell’ambiente in cui viviamo, consapevoli del fatto che, per la Natura, non esistono confini politici, né Stati e Nazioni, ma esistono esclusivamente esseri viventi che, obbligatoriamente, devono rimanere in equilibrio perenne.
Se così non fosse, la Natura, a modo suo, cercherà di ristabilire tale equilibrio, eliminando la causa dello sbilanciamento.
E’ come vivere in un “GRANDE” condominio, in cui si ha una piccola quota in millesimi, ma si vanta il diritto/dovere di interessarsi di tutto ciò che succede nel condominio stesso.
Se, per esempio, accendiamo un caminetto o una stufa a legna in casa nostra, le esalazioni dei fumi le vorremmo canalizzare verso l’esterno e non verso la cucina o la camera da letto.
Ebbene, l’industria – ma non solo - sta esalando i fumi prodotti nella nostra camera da letto.
Siano queste emissioni solide, liquide, gassose, luminose, rumorose, ecc., devono essere ridotte al massimo delle possibilità concesse dalla Scienza e, nello stesso tempo, la Scienza deve continuare a fare ricerca, oltre che per rimediare al danno causato, anche per migliorare ulteriormente le tecnologie disponibili, affinché nell’ambiente si immettano solamente esalazioni che possano essere riciclate, recuperate, trattenute, depurate, permettendo così alla Natura, di curarne le ferite in tempi accettabili per l'uomo.
Ciò che viene scaricato copiosamente in mare o in atmosfera, accumulato in luoghi terrestri di superficie o di profondità, prima o poi sarà distribuito in tutto il globo.
Che si tratti di prodotti inquinanti solidi, aeriformi o liquidi, saranno equamente ripartiti, questo sì, in tutto il mondo, cioè all’interno del famoso casco comune, che tutti noi indossiamo e in cui respiriamo, citato nella prima parte di questo articolo.
Quali sono i possibili rimedi?
Ambiente, Ecologia, Territorio, devono essere alla base di qualunque attività prodotta dall’ “Uomo consapevole”.
Le risorse economiche, poche o tante che siano, devono essere asservite a questo scopo, in modo attento, mirato e senza parsimonia.
L’industria è inquinante, lo sappiamo tutti, perché concentra sostanze dannose in spazi troppo ristretti, affinché la natura possa riequilibrare in tempi brevi - ahimè quelli umani - il deterioramento causato.
L'altra faccia della medaglia, però, è che i sistemi industriali hanno permesso all’essere umano di svilupparsi, di
raggiungere un benessere che mai nella storia (riconosciuta ed ufficiale) aveva raggiunto.
La stessa industria, in una società “civile” ed avanzata come quella attuale, è fonte di reddito, ma non può essere concepita solo come sorgente di ricchezza e benessere effimero, se essa distrugge l’humus in cui viviamo, se non rispetta l’uomo e l’Ambiente, se non rispetta il mare primordiale che ha dato origine alla vita.
Il problema principale è che non si può spegnere il caminetto e non si possono eliminare i fumi. Si può spostare il punto di esalazione da casa nostra alla casa del vicino (Asia, Africa, Sud-America, ecc.). Questo, però, non cambia il risultato ma cambia solamente il tempo che impiegherà il fumo a riempire tutto il già citato casco, senza voler considerare i danni immediati causati al vicino.
L’industria deve essere indirizzata, aiutata ed obbligata dallo stato, cioè dai cittadini, ad adottare i migliori sistemi attualmente disponibili (BAT - Best Available Techniques), per l’abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera, nel sottosuolo, nei fiumi, nei mari.
Ricordiamoci che Chernobyl, Fukushima e altri centinaia di incidenti nucleari avvenuti nel corso degli ultimi decenni, non si fermano ai confini dello stato e che le conseguenze permangono per centinaia o migliaia di anni, mutando il nostro DNA e quello delle generazioni future. Le emissioni in atmosfera di polveri o di gas, non si fermano ai confini dei comuni. Nello stesso modo, i fumi e le polveri dei falò e degli incendi non si fermano al limitare del bosco o del giardino.
La stessa cosa avviene per i prodotti utilizzati nelle coltivazioni o negli
allevamenti intensivi, che definirei industriali. Tali prodotti (fitofarmaci, antibiotici, ecc.) non si fermano allo strato superficiale del terreno su cui ricadono, ma permeano le falde acquifere superficiali, che trovano sfogo in quelle più profonde fino ad arrivare al mare.
Per concludere, tutto ciò che la Natura ci offre in forma spontanea, difficilmente è nocivo se viene assunto in modo equilibrato (cibo, acqua, ecc.).
E’ ovvio che se si eccede e ne abusiamo, le conseguenze saranno per noi fatali (provate a respirare sott’acqua senza ausili, o a mangiare 30 kg di carne in un solo pasto, o a respirare ossigeno puro, o a fare altri esperimenti che sembrerebbero impensabili ed innaturali).
Ebbene, per garantire alla nostra specie la sopravvivenza, una vita che merita di essere vissuta e che ci permetta di godere delle bellezze che questo mondo può donarci, è sufficiente utilizzare tutto ciò che ci viene offerto dalla Natura, con il rispetto dovuto.
La terra è un essere vivente che non ha bisogno dell’uomo per esistere. E’ l’uomo che ha bisogno della terra per continuare a vivere.
Al termine di questa lunga introduzione, che tratta del legame inscindibile esistente tra Ambiente e Salute, iniziamo a proporre alcune conferenze che affronteranno il tema dell'Epigenetica e ciò che essa è in grado di dimostrare.
Per spiegare in che cosa consista l’Epigenetica, spesso si utilizzano alcuni paragoni.
Ad esempio, per comprendere quale sia la differenza tra il Genoma o DNA e l'Epigenoma, si può fare un confronto con il mondo informatico.
Il DNA o Genoma infatti, può essere paragonato all’hardware mentre l’Epigenoma sarebbe rappresentato dal software.
Il primo è come se fosse scritto a penna e a caratteri indelebili, mentre il secondo è come se fosse scritto a matita, quindi modificabile e riscrivibile.
Da questo punto partiremo, per capire meglio di che cosa si tratti.
Molti sono i medici e gli scienziati che studiano l’Epigenetica; noi abbiamo deciso di iniziare con i video di alcune conferenze tenute del dott. Ernesto Burgio, che è uno degli esperti più autorevoli di Epigenetica in Italia.
Dott. Ernesto Burgio
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso l’Università degli Studi di Pavia e specializzato in Clinica Pediatrica nel 1980 presso l’Università degli Studi di Firenze.
L’oggetto principale della sua ricerca sono stati gli effetti che le trasformazioni ambientali potrebbero avere sul DNA e, più in generale, sulla salute umana.
E’ stato Presidente del Comitato Scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment), membro di importanti istituti e società scientifiche (ECERI: European Cancer and Environment Research Institute, Bruxelles; ARTAC: Association pour la Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse, Paris; ENSSER; European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility; EPH: Environment & Public Health Panel – European Society for Research and Prevention on Environment and Health) e della Commissione Ambiente e Salute della FIMP- Federazione Italiana di Pediatria.
Link
Evento "Emergenza cancro", intervista al prof. Ernesto Burgio (ECERI)
https://www.youtube.com/watch?v=yRsh0sWieqs (2018 - 02:35)
Epigenetica e qualità dell'aria
https://www.youtube.com/watch?v=gEveOUGpwbA (2017 - 01:48)
https://www.youtube.com/watch?v=B9de1cMq7f0 (2017 - 42:53)
Convegno MCS 2012 Dr Ernesto Burgio ISDE
https://www.youtube.com/watch?v=fHTq6b4vVPw (2012 – 13:23)
https://www.youtube.com/watch?v=JOcUXBE0z7g (2012 – 12:09)
Per chi volesse approfondire, troverà in internet decine di video inerenti l’argomento Epigenetica.
L'appuntamento è per il prossimo articolo, nel quale cercheremo di farci spiegare direttamente da un medico preparato in materia, cos’è l’Epigenetica.
(*) Davide Montefiori
- Coordinatore Movimento Roosevelt - Regione Liguria
- Collaboratore nel Dipartimento per l'Ambiente, la Rigenerazione urbana e la Tutela del territorio e del mare del Movimento Roosevelt