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A chi giovano le sconcertanti minacce rivolte a Enrico Mentana?

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Tutto si può imputare, a Enrico Mentana, tranne che la mancanza di cordialità e di umana empatia. E' un affabile surfer, il direttore del telegiornale de La7, nel mare tempestoso delle fake news ufficiali: magari dribbla le verità più scomode e sta ben attento a non uscire mai dalla cornice disegnata dagli spin doctor dell'establishment, ma almeno non partecipa alle crocifissioni rituali che il sistema infligge, con acrimonia, a questo e a quello, attraverso propagandisti con la bava alla bocca, travestiti da giornalisti. Di tutto si sentiva la mancanza, oggi in Italia, fuorché di un bel costume da martire, tagliato su misura per l'Enrico nazionale. Alla bisogna ha prontamente provveduto la mano (anonima, ovviamente) che gli ha indirizzato minacce mafiose, evocando l'oscura escatologia della forca che attenderebbe, un giorno, i malfattori della disinformazione. La minaccia è stata accolta così seriamente da mobilitare nientemeno che il primo ministro, dichiaratosi preoccupato per l'incolumità della libera informazione – che evidentemente nel nostro paese esiste ancora, secondo Giuseppe Conte.

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Davide Gionco: è arrivato il giornale che tutti aspettavamo, la nuova rivista “Sovranità Popolare”

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Quanti di noi non ne possono più di una informazione di bassa qualità, appiattita sul pensiero unico dominante, asservita alle posizioni dei partiti e soprattutto dei poteri finanziari? Abbiamo più di 5 milioni di poveri, milioni di disoccupati, una immigrazione che crea nuovi problemi e che crea divisioni della nostra società e mille altri problemi di cui mai ci vengono spiegate le cause, anche nella loro complessità, e le possibili soluzioni. Oggi l’informazione è ridotta a spettacolo, come un qualsiasi prodotto commerciale, è finalizzata a solleticare le passioni degli individui, non a metterli a conoscenza del mondo in cui vivono. Sono anni che cerchiamo una informazione “libera e di qualità” soprattutto su internet, ben sapendo che non sempre questa libertà e qualità sono garantite. Sia per condizionamenti economici (difficile andare contro a chi ti dà da vivere), ma soprattutto per i condizionamenti culturali dei mass media mainstream, quelli finanziati dalle inserzioni pubblicitarie delle multinazionali, quelli che ricevono i finanziamenti pubblici con il benestare dei partiti: non è facile ritagliarsi un’autonomia culturale in questa situazione di disparità informativa.

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“Vaccini, associazione a delinquere”. Carpeoro ai pm: indagate Burioni, Grillo, Renzi, Mentana e gli altri firmatari del “patto” che chiede di limitare la ricerca scientifica, violando la Costituzione

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Vaccini, associazione a delinquere: «Il reato è così grave che non c'è bisogno di sporgere denuncia: qualunque Procura dalla Repubblica può procedere d'ufficio». È un appello ai pm italiani, oltre che al presidente Mattarella, quello che l'avvocato Gianfranco Pecoraro (in arte Carpeoro) rivolge, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, il 13 gennaio. Pietra dello scandalo, il “patto per la scienza” promosso dall'immunologo Roberto Burioni e sottoscritto da Beppe Grillo, Matteo Renzi, Enrico Mentana, Carlo Calenda, Vittoria Brambilla e molti altri. Secondo Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt, la magistratura deve intervenire: quel testo configura gravissime ipotesi di reato, fino all'attentato alla Costituzione, dal momento che si propone di abolire la libertà d'opinione e la libertà di ricerca scientifica, entrambe tutelate dalla Carta costituzionale. Se mai diventasse legge, lo sciagurato “patto” proposto da Burioni, secondo Carpeoro segnerebbe la fine della ricerca scientifica in Italia: per questo, insiste, va fermato subito, per via giudiziaria, prima che sia troppo tardi, in nome della democrazia e dello Stato di diritto.

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Comunicato Stampa Movimento Roosevelt - Steven Forti ammette le accuse: non c'è spazio nei media per Gioele Magaldi

Il Movimento Roosevelt chiede all'Ordine dei Giornalisti e a Rolling Stone di tutelare il diritto di replica ed è pronto a valutare i danni ricevuti da Gioele Magaldi.

Dopo le denunce del Movimento Roosevelt e del Grande Oriente Democratico, Steven Forti conferma, via Twitter: non daremo spazio a Gioele Magaldi.

In un articolo apparso su Rolling Stone il 4 gennaio scorso, in cui attaccava Antonio Maria Rinaldi, Forti ha ampiamente disinformato i lettori anche sulla figura di Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e autore del saggio "Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodgesi", definendolo complottista, massonofobico e vittimista.

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Forti ammette le accuse ricevute: non c’é spazio sui media per Magaldi.

In un pessimo articolo pubblicato recentemente sul magazine Rolling Stone, Steven Forti ha  prima attaccato Antonio Maria Rinaldi e poi, con goffa inadeguatezza, Gioele Magaldi descrivendolo come un “complottista fissato col pericolo massonico che cerca di farsi pubblicità dicendo di essere censurato dai media”.

Dopo la risposta ufficiale del Movimento Roosevelt (ripresa su blog MR , Libreidee , e ancora Libreidee ), diverse organizzazioni, tra cui il Grande Oriente Democratico, si sono mobilitate per denunciare la censura mediatica su Gioele Magaldi da parte di RAI, MEDIASET e SKY.

( Articoli del Grande Oriente Democratico: 8 Gennaio, 9 Gennaio, 10 Gennaio, 11 Gennaio, 2019).

In questi giorni, nonostante gli inviti rivolti a Forti affinché approfondisse le questioni da lui superficialmente toccate nel suo articolo,nel tentativo di portare luce su informazioni che vengono insabbiate strumentalmente e strategicamente, il collaboratore di Rolling Stone, MicroMega, e Limes, ha rifiutato, di fatto, di concedere il diritto di replica garantito dall’art.8 della legge sulla stampa 47/1948.

L’11 Gennaio sono venuto a sapere della chiusura del magazine Rolling Stone.

Il Movimento Roosevelt ritiene che il diritto ad una informazione plurale e pluralista sia essenziale. 

Dispiaciuto di come il magazine si sia dovuto piegare alle regole di mercato, e preoccupato per i posti di lavoro di coloro che lavoravano nella produzione del cartaceo, come Vicepresidente del Movimento Roosevelt, il 12 Gennaio, ho voluto mandare a Forti un messaggio di solidarietà su Twitter.




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A questo messaggio di apertura, rapito evidentemente dall’isteria, Forti ha confermato di sua sponte le denunce fatte da Gioele Magaldi, dal Movimento Roosevelt, dal Grande Oriente Democratico e da altri movimenti: non c’é spazio per Magaldi.

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IL MALDESTRO E L'IMPERATORE

Non notate strane assonanze? Quello a sinistra è Lord Sidious il signore dei Sith, imperatore della galassia, della famosa saga cinematografica, dove regna il male e i cittadini sono sudditi.

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Quello a destra il mentore di Macron, Messier Attali, inquietante filosofo, che inneggia ad un popolo liquido, a delle nazioni ridotte a spazi mercantilistici, che portano il nome del vecchio stato solo in virtù dell’idioma locale.

Possiamo vedere sotto una serie di visioni deliranti di questo demiurgo del mondo futuro, frasi dette in varie occasioni, da leggere in versione integrale cliccando sul link 

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Italia solo 46esima nella graduatoria per la libertà d'informazione: basta vedere come Rolling Stone maltratta Antonio Maria Rinaldi. Ma la difesa della sovranità popolare una volta non era patrimonio della sinistra?

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Secondo “Reporters sans frontières” l'Italia è solo al 46esimo posto, nel mondo, per libertà di espressione. Include la libertà di pensiero, spesso limitata da precise linee editoriali. Nel suo articolo su “Rolling Stone” contro Antonio Maria Rinaldi, a mio avviso l'autore – Steven Forti – sembra appartenere al pensiero unico, che vede sempre contrapposta una sedicente destra (che non si accorge di come il neoliberismo stia fagocitando le piccole e medie imprese) e una sedicente sinistra (che si occupa solo di diritti civili, ma si lamenta di chi rivendica la sovranità del popolo). Ora, vedendo per chi scrive Forti – riviste come “Left” e “Micromega” – mi viene in mente Che Guevara, che forse sarà proprio un idolo di Forti: mi viene in mente come proprio il Che rivendicasse la sovranità del popolo e delle Nazioni Unite. Curioso che oggi l'idea di sovranità venga criticata da chi scrive nel circuito dell'intellighenzia di sinistra. Mi sembra quasi un controsenso, anche perché senza sovranità non esiste democrazia: e se non è il popolo, a essere sovrano, sicuramente sarà sovrano qualcun altro. A una persona come Forti, che si dice appartenente a una certa corrente, mi viene da domandare: a chi, se non al popolo, dovrebbe appartenere la sovranità?

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Demolire l'avversario, fingendo di informare i lettori: così Rolling Stone “sistema” Antonio Maria Rinaldi

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Ma come si permette, Antonio Maria Rinaldi, di dire quello che pensa? Come osa trascinare il suo ciuffo argenteo nei migliori salotti televisivi, da cui dispensare il suo sub-pensiero economico declinandolo sfrontatamente in romanesco? Non sa, Rinaldi, che negli studi di Giletti, di Floris e della Gruber, come in quelli di Mediaset e della Rai, devono avere accesso solo personaggi collaudati come Beppe Severgnini, Paolo Mieli, Massimo Cacciari e altri analoghi, rassicuranti esponenti del clero regolare? Se qualcuno si domandasse come mai l'Italia è classificata al 46esimo posto nella graduatoria di “Reporters sans frontières” sulla libertà d'informazione, forse una risposta potrebbe trovarla dando uno sguardo alla demolizione programmata di Antonio Maria Rinaldi, eseguita dal giovane Steven Forti sul magazine musicale “Rolling Stone”. Non vive di sola musica, “Rolling Stone”. Lo si capisce da titoli come questo: “Il troll di Salvini è meglio di Salvini”. Oppure: “Sapreste riconoscere il fascismo, se tornasse?”. O ancora, sotto una foto di Beppe Grillo: “La politica non fa più ridere”. Quanto all'autore della sommaria rottamazione cartacea di Rinaldi, per lui parlano titolazioni altrettanto eloquenti: “La bestia, ovvero del come funziona la propaganda di Salvini”. Va da sé: “Un fantasma si aggira per l'Europa: il rossobrunismo”, dal momento che “Piccoli Salvini crescono”.

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Prevenire i terremoti, Giuliani offre (gratis) il suo brevetto all'Italia. Appello al governo Conte: cosa aspetta a utilizzare questa risorsa salva-vite?

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Appello al governo italiano: Salvini e Di Maio se la sentono di prendere finalmente in considerazione il sistema di prevenzione sismica collaudato da Giampaolo Giuliani, l'ex tecnico dell'istituito di astrofisica del Gran Sasso che nel 2009 previde il catastrofico terremoto dell'Aquila? La notizia: pur di salvare vite umane, Giuliani regalerebbe volentieri allo Stato il suo rivoluzionario brevetto, per il quale ha ricevuto offerte milionarie. Si tratta di un dispositivo di rilevazione e allertamento, installato con successo in mezzo mondo, dall'America all'Asia. Ha dell'incredibile il fatto che una scoperta italiana venga completamente ignorata in patria, dove la terra ha ripreso a tremare – dall'Abruzzo alla Sicilia. «Trovo vergognoso che ancora oggi i telegiornali sostengano impunemente che i terremoti non si possano prevedere», protesta Gianfranco Pecoraro (Carpeoro), dirigente del Movimento Roosevelt. Carpeoro ha rilanciato l'offerta salva-vita di Giuliani in una diretta web-streaming su YouTube il 6 gennaio, condotta da Fabio Frabetti di “Border Nights”, in collegamento con lo stesso Giuliani.

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Fabbricare il consenso cancellando i fatti. Tre notizie clamorose ignorate dai media

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Ci sono almeno quattro modi per mentire: produrre dati falsi, interpretare in modo tendenzioso i dati disponibili, ingigantire fatti irrilevanti o sminuire dati rilevanti e omettere in tutto o in parte informazioni indispensabili a formarsi una visione attendibile dei fatti.
Nella stampa italiana (e certo non solo in quella, come spiegò magistralmente già nel 1988 Noam Chomsky, con il libro Manufacturing Consent, ma da noi con esiti drammatici) non è raro imbattersi in tutti e quattro, e su molte materie. Diventa difficile formarsi un'opinione ragionata, quando sono truccati i dati di fatto.

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L'oro d'Italia, ovvero la storia del paesello, dei suoi cittadini, del loro tesoro, e delle menzogne, che a forza di venir ripetute, sostituirono la realtà.

(Della socia fondatrice Mirella Ramonda)oro2 7b836

C’era una vota un paesello situato in una zona bisognosa di essere irrigata.

I suoi abitanti decisero, di comune accordo, di mettere a disposizione della comunità, un terreno e di costruirci un bel pozzo, con il lavoro ed i contributo anche economico di tutti i cittadini.

In questo modo la comunità tutta si arricchì di un nuovo tesoro.

I cittadini ben sapevano che il pozzo rappresentava un Bene Comune, perché avevano visto e partecipato con i loro sacrifici alla sua costruzione.

Passò il tempo, nel paesello i vecchi morirono, nacquero nuovi bambini, arrivarono cittadini da alti paesi.

Ed arrivò anche una famiglia di approfittatori, lungimiranti, i cui membri incominciarono a spargere la voce che il terreno era di proprietà dei loro antenati e che quindi anche il pozzo apparteneva esclusivamente a loro.

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Comunicato Stampa Movimento Roosevelt - Giulia Moi e le sue accuse fuori fuoco

L'eurodeputata Giulia Moi, dopo essere stata allontanata dal M5S, ha deciso di attaccare il M5S e diversi suoi esponenti, tra cui Pino Cabras, accusato di essere iscritto al Movimento Roosevelt e - sembra voler sostenere - massone.

Come Vicepresidente del Movimento Roosevelt ho l'obbligo morale di denunciare come false e strumentali - se non semplicemente sconclusionate - le insinuazioni di Giulia Moi.

Non solo Pino Cabras non è iscritto al Movimento Roosevelt, ma il movimento, come ribadito più volte, è assolutamente indipendente dalla Massoneria.

La Moi, consapevolmente o inconsapevolmente, insinua e implica nel suo post due falsità: l'appartenenza dell'Onorevole Cabras al Movimento Roosevelt, e l'identificazione del Movimento Roosevelt come movimento massonico.

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KEYNES, IL NEOLIBERISMO E L'HOMO SAPIENS

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Dopo avere ricevuto l’apprezzatissimo invito del Presidente Gioele Magaldi a scrivere questo editoriale, ho contattato il Direttore de “LA VOCE rooseveltiana”, Giorgio Cattaneo, il quale mi ha cortesemente mostrato la vignetta di Mirko Bonini che accompagnerà questo numero. La vignetta raffigura J.M. Keynes, vicino ad un'Europa bisognosa di lui. Nel mio editoriale, approfittando del lavoro di Bonini, esporrò le ragioni per cui, a mio parere, l’Europa abbia ancora bisogno di questo gigante del liberalismo, radicando il mio ragionamento nell’accadimento storico-biologico che ha dato inizio alla strutturazione della società come la conosciamo.

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Coccodrillo Bonino

*Commento all'articolo su TPI news: "Emma Bonino in lacrime al Senato contro il governo: "Attacco alla democrazia".

Emma Bonino
 oramai vive fuori dalla realta'. Si dispera per l'umiliazione delle istituzioni, ma è una degli esponenti piu' alti dell'involuzione antidemocratica della politica e, sopratutto, di questa dis-Unione Europea.

Emma sembra davvero il coccodrillo che piange; un coccodrillo che giustamente rivendica diritti civili ma che mette la politica in un ruolo subordinato rispetto ai mercati finanziari e alle regole del neoliberismo. E' un coccodrillo che sostiene la giungla economica e la legge del piu' forte e che, per sottomettere la politica alla finanza, usa dogmi "religiosi" come l'equiparazione del debito pubblico al debito privato e la necessita' dell'indipendenza delle banche centrali dalla politica.

La Bonino denuncia l'esautorazione del Parlamento delle proprie prerogative, ma sostiene un Parlamento, quello della dis-Unione Europea, che il potere legislativo non lo ha...

Cara Emma, mi domando se guardando questa dis-Unione Europea che hai contribuito a creare, e che continui a sostenere, non ti venga qualche rigurgito democratico. Forse, questa rabbia non e' altro che una proiezione, frutto del disgusto che provi per cio' che hai contribuito a creare nella seconda parte della tua carriera politica. Spero sia cosí, se non altro perché posso continuare a sperare che un giorno tornerai a lottare per l'Europa dei Popoli, e non quella della finanza.

Documento Programmatico e d'azione del Dipartimento Geopolitica e Difesa per l'anno 2019

Di seguito il documento programmatico, di sviluppo e d'azione del Dipartimento geopolitica e Difesa per l'anno 2019 

MOVIMENTO ROOSEVELT

Dipartimento Geopolitica e Difesa

 

Progetto di sviluppo, d’azione e analisi per l’anno

2019

 

 

PREMESSE

        Il dipartimento comprende sia la parte politica e del contesto estero in cui è posta l’Italia, sia la parte più tecnica riguardante la Difesa, questo perché sempre più la seconda è, o almeno dovrebbe essere, in quanto strumento di sicurezza, stabilità, equilibrio ma soprattutto prevenzione a derive violente di contese internazionali, espressione e conseguenza delle analisi geopolitiche. Quindi anche nel Dipartimento le proposte e le analisi sulla Difesa saranno espressione dell’analisi geopolitica, ma anche l’analisi geopolitica, anche se in misura minore, risentirà dell’analisi sulle nostre capacità di avere, di dare, di ricevere sicurezza, cioè anche delle nostre alleanze, oltre che delle nostre caratteristiche intrinseche. Geopolitica e Difesa quindi sono le due gambe di pari dignità su cui poggia il dipartimento.

        Gli argomenti di analisi e di conoscenza nei settori considerati sono tali e talmente vasti da non poter essere sufficientemente approfonditi o solo trattati da un numero esiguo di persone.

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Dipartimenti e Commissioni, il Movimento Roosevelt al lavoro per migliorare la politica italiana: l'impegno di una squadra affiatata, cementata dagli obiettivi fissati dall'Assemblea generale di Roma

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Istruzioni su come ricostruire la politica nel nostro paese, recuperando la sovranità perduta. Punto cardinale, il ritorno alla democrazia sostanziale. Obiettivo: sottrarre l'Italia all'illusione ottica dell'ordoliberismo privatistico europeo, tornando a una visione keynesiana dell'economia e della società, orientata da un imperativo categorico: nessuno deve più restare indietro (senza lavoro, senza voce, senza diritti). Il Movimento Roosevelt ha cambiato passo, dopo l'Assemblea generale tenutasi a Roma a fine novembre: sono ora al lavoro 12 Dipartimenti, coordinati da Patrizia Scanu e Angelo Consoli, impegnati per il 2019 a progettare una riforma complessiva della gestione della cosa pubblica. La sfida è quella di fornire alla politica nuovi strumenti per superare la crisi di cui il paese è vittima, complice la tecnocrazia europea che risponde a opache logiche privatistiche (come ripetutamente segnalato da Gioele Magaldi e Nino Galloni). Fondamentale, in questo senso, lo spunto offerto dall'imprenditore “rooseveltiano” Fabio Zoffi sulle linee-guida attorno a cui costruire una sorta di “New Deal 4.0”, basato sulla decentralizzazione delle imprese, della tecnologia e della stessa finanza: è la visione plurale del mondo, non più verticistica, su cui il Movimento Roosevelt fonda la radice del suo impegno civile. La missione: contribuire a costruire una via d'uscita dal labirinto cieco del neoliberismo.

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Un impiego dignitoso per tutti: Gianluca Felicini alla guida del Dipartimento MR per le Politiche del Lavoro e del Welfare

«Diritti, dignità, salari adeguati al costo della vita e possibilità di fare impresa: sono queste le tematiche che intendo affrontare». Gianluca Felicini, sindacalista del polo siderurgico di Terni, è il nuovo direttore del Dipartimento per le Politiche del Lavoro e del Welfare, nell'ambito della Segreteria generale del Movimento Roosevelt guidata da Patrizia Scanu. Diritti in primo piano, dunque, e dignità dei lavoratori: «Sono punti fondanti del nuovo Dipartimento, pilastri – dice Gianluca – che mi impegnerò a innalzare», anche con il contributo di «una squadra variegata, crocevia di esperienze, sinergie e competenze capaci di unire il mondo lavorativo in ogni sua possibile sfaccettatura». Dettaglio non trascurabile: Felicini, classe 1986, viene dalla città umbra «nota come la piccola Manchester d’Italia», appellativo che «rispecchiava l’importanza strategica da un punto di vista economico, occupazionale e sociale che la città ricopriva, sul piano locale ma anche nazionale ed europeo, per gli equilibri del mercato industriale». Terni, l'acciaio e l'indotto: proprio quel fertile panorama sociale, ricorda Gianluca, vedeva il felice connubio tra la grande industria e le piccole realtà produttive. Poi però «si è insinuato negli ultimi due decenni il germe della deindustrializzazione, “forzata” e “strumentalizzata” dalle forze promotrici di quel libero mercato deregolamentato tanto caro al neoliberismo».

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Beni culturali e territorio, l'Italia più bella: Chiara Lanzi alla guida del Dipartimento Cultura, Arte e Spettacolo del Movimento Roosevelt

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Un immenso patrimonio, quello dei dei beni culturali, perfettamente inserito nell'inimitabile mosaico del territorio della penisola: gioielli incastonati in un paesaggio storico e geografico unico al mondo. Se ne occuperà la torinese Chiara Lanzi, nuovo direttore del Dipartimento per la Cultura, l'Arte e lo Spettacolo nell'ambito della Segreteria generale del Movimento Roosevelt guidata da Patrizia Scanu. Nata a Torino in una famiglia di musicisti professionisti, Chiara ha condotto studi classici e umanistici, laureandosi a Torino con una tesi di ricerca in storia dell'arte moderna dedicata al patrimonio figurativo del Piemonte sud-orientale, sotto la guida del professor Giovanni Romano. Nel frattempo ha studiato disegno e pittura con il maestro Marco Longo, e poi ceramica con la maestra Romana Pavan. Una collaborazione quinquennale con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino le ha fornito gli strumenti professionali necessari a comunicaare col pubblico, in particolare quello infantile, introducendola al campo della didattica e della divulgazione dei beni culturali.

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Gilet Gialloverdi, ma ora gli italiani si aspettano risposte vere

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In campagna elettorale sembravano impazziti: reddito di cittadinanza, Flat Tax, abolizione della legge Fornero. Baravano? Ovvio, ma lo facevano anche gli altri. Loro di più? Infatti hanno vinto. O meglio: hanno vinto i 5 Stelle, col doppio dei voti di Salvini. Già l'indomani, però, Di Maio disorientava il pubblico votante, dichiarandosi disposto ad allearsi con chicchessia, dalla Lega al Pd, pur di andare al governo. D'accordo, ma per fare cosa? Poi è arrivato il Contratto, con dentro quasi tutto: reddito di cittadinanza, Flat Tax, abolizione della legge Fornero. Baravano ancora? Possibile, ma forse a fin di bene: sapevano che sarebbe stata dura, con Bruxelles, ma ne erano consapevoli e si preparavano a dare battaglia. Davvero? Non si direbbe, vista la mala parata di fronte ai cani da guardia della Commissione Europea, gli stessi che invece ora si preparano a condonare all'anti-italiano Macron persino il massimo sacrilegio possibile, nell'euro-santuario: la violazione del sacro vincolo del 3% nel rapporto deficit-Pil. Prima ancora che il “governo del cambiamento” nascesse, del resto, i gialloverdi avevano dovuto ingoiare un super-rospo: il “niet” del Quirinale su Paolo Savona all'economia. Di Maio ventilò l'impeachment per Mattarella, Salvini se ne guardò bene. Oggi Di Maio è in caduta libera, mentre Salvini si muove da padrone della scena. Un caso?

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Fisica e missioni spaziali: a Roberto Peron, l'uomo delle stelle, la direzione del Dipartimento MR per l'Università e la Ricerca

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E' affidato all'astrofisico Roberto Peron il Dipartimento per l'Università e la Ricerca nell'ambito della Segreteria generale del Movimento Roosevelt guidata da Patrizia Scanu. Ricercatore presso l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Istituto Nazionale di Astrofisica, Iaps-Inaf), Peron si è laureato in fisica presso l'università La Sapienza di Roma, conseguendo poi un dottorato di ricerca in fisica presso l'università di Lecce. «Il mio campo principale di ricerca – spiega – è la fisica fondamentale della gravitazione e dello spaziotempo, unitamente alla verifica delle teorie gravitazionali con esperimenti spaziali». Roberto Preron è “co-investigator” dell'accelerometro Isa nella missione Esa BepiColombo. Impegnato nel corso degli anni in varie iniziative di carattere politico-sociale, Peron ha sviluppato un profondo interesse per le dinamiche del potere e delle società. «Questo interesse – precisa – ha trovato una applicazione concreta nella mia partecipazione alle attività e alle iniziative del Movimento Roosevelt, di cui sono socio fondatore».

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