Ebbene, scrive Beppe Sala, in un bel passaggio del suo libro: "Un'Italia che si basasse su un 'policentrismo virtuoso' dichiarato e consapevole, avrebbe la possibilità di giocarsi le sue carte nell'economia globale. L'alternativa, a nostro avviso, non c'è.
E' in questa prospettiva infatti che Milano può funzionare sia da avamposto virtuoso del Paese, sia da elemento di positivo contagio degli altri territori. E questo per diversi motivi. [...]
Il 'modello Milano' è senza dubbio replicabile, ma ha bisogno di tempi, di metodi e di livelli di accoglienza definiti che non mettano in dubbio la necessità di continuare nella sua strada di sviluppo e di crescita. Si pensi, ad esempio, alla diffusione delle buone pratiche in termini di gestione delle municipalizzate e delle loro attività, alla lotta contro la malavita organizzata, alla gestione dei fenomeni di immigrazione o a quanto Milano potrebbe fare nella diffusione di strategie virtuose nel campo della gestione efficace e ambientale dei trasporti urbani, dei servizi energetici e della raccolta dei rifiuti. Non è solo una questione di capacità pratiche, naturalmente. E' lo stesso modello di innovazione sociale che può dare al Governo del Paese una nuova coscienza di sé e del valore che il suo operato può avere agli occhi dei cittadini, soprattutto i più giovani. Merito e solidarietà sono un binomio sul quale l'Italia può giocarsi le sue carte in un mondo sempre più stretto tra le esagerate ricchezze di pochi e gli stenti di tanti. Questa capacità tutta ambrosiana potrebbe sostenere molti aspetti dell'Italia, valorizzarne le caratteristiche migliori, tracciare un'inedita alleanza tra generazioni e tra vecchi e nuovi cittadini. Sarebbe l'ideale piattaforma per la creazione di quell'alleanza, di quel blocco del Mediterraneo che nelle votazioni dell'EMA ha mostrato tutta la sua fragilità. Sarebbe anche il modo per dare agli italiani, come già ai milanesi, un nuovo senso di sé e del proprio ruolo nel mondo di oggi e di domani" (pp. 323-324.)
Nell'ambito del suo interessante ragionamento, Sala sottolinea che "Merito e solidarietà sono un binomio sul quale l'Italia può giocarsi le sue carte in un mondo sempre più stretto tra le esagerate ricchezze di pochi e gli stenti di tanti".
D'altronde, l'attuale Sindaco di Milano pubblicava la sua opera nel gennaio 2018 (consegnandola quindi all'editore ancora in precedenza), a circa due mesi da quelle Elezioni del 4 marzo 2018 che hanno rivoluzionato il palcoscenico politico italiano e introdotto una fase di transizione verso la Terza Repubblica.
In questo nuovo contesto, diventa sempre più urgente trovare la bussola per una nuova e più autentica declinazione della teoria e della prassi politica di coloro i quali, definendosi progressisti, hanno tuttavia perso ogni solido punto di riferimento partitico e ideologico, tra la crisi ormai cronica e rovinosa del sedicente centrosinistra italico e l'anacronismo di coloro che vorrebbero porvi rimedio ancora e sempre demonizzando gli avversari e puntando su nuove versioni della ormai irricevibile (da parte del corpo elettorale maggioritario)
Terza Via di giddensiana memoria (quella ispirata da
Anthony Giddens, per intenderci, ed implementata a suo tempo da Bill Clinton, Tony Blair e Gerhard Schröder, in tempi più recenti da Matteo Renzi).
Ma se l'attuale Sindaco di Milano (per come si stanno mettendo le cose, rischia fortemente di non esserlo più nel 2021, quando si voterà di nuovo per scegliere il governo del capoluogo lombardo) ha compreso davvero che: "
Merito e solidarietà sono un binomio sul quale l'Italia può giocarsi le sue carte in un mondo sempre più stretto tra le esagerate ricchezze di pochi e gli stenti di tanti", allora noi del
Movimento Roosevelt proponiamo a lui e alla sua Giunta non soltanto di patrocinare ufficialmente il Grande Evento che intendiamo svolgere a Milano "
Nel segno di Olof Palme, Carlo Rosselli e Thomas Sankara e contro la crisi della democrazia in Italia, Europa, Africa e a livello globale", ma chiediamo allo stesso Giuseppe Sala di investire politicamente e culturalmente in prima persona su un paradigma politico-economico che si rifaccia non soltanto alla tradizione democrat & liberal di
John Maynard Keynes,
Franklin ed
Eleanor Roosevelt, bensì anche a quelle specifiche istanze di socialismo popolare, socialismo democratico e socialismo liberale che possono essere ascritte in modo limpido e netto proprio all’africano (Alto Volta/ Burkina Faso)
Thomas Sankara, allo svedese
Olof Palme e all'italiano
Carlo Rosselli.
Quindi, la nostra richiesta è netta.
Se il Comune e il Sindaco di Milano comprendono sino in fondo che straordinario laboratorio ideologico e politico, per un autentico fronte progressista, potrebbe rappresentare la loro partecipazione alla riscoperta e al rilancio di figure come
Thomas Sankara,
Olof Palme e
Carlo Rosselli, bene, che ce lo facciano sapere in tempi rapidi e in termini solari e limpidi.
Se, invece, la Giunta Sala, afflitta da cupio dissolvi, intende andare incontro senza colpo ferire alla stessa fine che ha fatto il PD nazionale a guida Renzi-Gentiloni-Martina, senza un ripensamento strategico delle proprie prospettive ideologiche e pratiche, allora il
Movimento Roosevelt, nel realizzare il suo evento su Sankara, Palme e Rosselli (dopo Milano, replicabile ovunque, in ogni città italiana, europea ed africana), si rivolgerà a quelle forze vive della società civile e politica milanese che già preparano una diversa stagione e guida per la Capitale del Nord Italia.
NB: con riferimento all'importante giornata rooseveltiana del 14 luglio 2018 a Roma, si vedano anche:
PRESIDENZA MOVIMENTO ROOSEVELT (
www.movimentoroosevelt.com)
(Articolo del 7 luglio 2018)