NO ad aggressioni altrettanto ignobili e spregevoli in danno di chi si reputi comunista e/o di estrema sinistra (vedi il caso dell’aggressione al militante di Potere al Popolo, avvenuta a Perugia: http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/sangue-campagna-elettorale-perugia-militante-potere-popolo-167636.htm).
No ad una dialettica politica che ritorni alla bastonatura come metodo di lotta tra differenti gruppi.NO ad antifascismi di maniera che adottino metodologie bastonatorie tipiche proprio della cultura fascio-comunista: violenta, illiberale e antidemocratica.
Coloro- fascisti o meno che siano- i quali hanno aggredito il militante perugino di Potere al Popolo hanno forse agito per vendetta rispetto all’aggressione al militante palermitano di Forza Nuova?
Non lo sappiamo. Ma se cosi fosse, invitiamo tutti a considerare la gravità di una simile, potenziale, spirale di violenza.
Inoltre, si consideri che già dalla fine degli anni ’60 del Novecento e per molti anni a seguire, la “strategia della tensione permanente”, della lotta politica violenta e del terrorismo di estrema destra ed estrema sinistra fu eterodiretta da quei “padroni del vapore sovranazionali” i quali avevano interesse ad alimentare un clima politico violento in Italia per propri scopi subdoli e inconfessabili.
Scopi del tutto lontani da quei pretesti pseudo-ideologici con cui veniva sobillata la lotta armata “neo-fascista” o delle cosiddette “brigate rosse”.
Ci si ricordi che, in tempi come quelli attuali, in cui la democrazia viene ridotta a mero formalismo rituale e svuotata di sostanza per interesse di élites oligarchiche, l’eventuale ritorno della lotta politica violenta non può che giovare ai propugnatori degli “inciuci permanenti” e dei “governi di neo-solidarietà nazionale”, i quali servono soltanto ad anestetizzare proposte politiche alternative a quelle determinate dalla teologia dogmatica neoliberista e neoaristocratica.
Violenza chiama violenza.
Invece, il rispetto e la tolleranza per chi la pensi diversamente da noi porta pace sociale e serena partecipazione politica di tutti e di ciascuno.
Non si fa antifascismo con la bastonatura di presunti fascisti.
Ed è anche ora che chi si proclami antifascista si dichiari anche anticomunista, se vuole essere credibile in quanto autentico democratico e libertario: infatti, i regimi comunisti storicamente realizzatisi nel tempo sono stati altrettanto dispotici, totalitari, autoritari e liberticidi di quelli fascisti o fascistoidi.
Perciò, w la democrazia sostanziale, w la libertà, w la giustizia e la mobilità sociale, w la prosperità diffusa (tutte cose che in Italia dobbiamo riconquistare, tutelare e promuovere), w il diritto a militare in qualunque partito o movimento (di destra, centro o sinistra), senza per questo essere aggrediti vilmente dai propri avversari o essere indotti a reagire altrettanto violentemente alle altrui aggressioni.»