Premessa: questo è quanto afferma Nino Galloni (assemblea di Roma, 4 novembre scorso) sull'importanza del vettore agricoltura-giovani: «Ci sono 2,3 milioni di giovani che sono tornati all’agricoltura: senza che nessuno gliel’abbia chiesto, ci stanno sostituendo, dalla bilancia commerciale, 40 miliardi di importazioni di prodotti agricoli. Sono cose enormi, di cui nessuno parla» Nell'ambito dell'agricoltura (specie giovane) sappiamo che il Bio è un settore trainante, con numeri clamorosi: una crescita che nella nostra regione viaggia attorno al 10% annuo, in settori strategici come quello del vino.
Bene, nel silenzio generale, a fine 2012 (governo Monti) in ossequio alla “spendig review” applicata in modo cieco, orizzontale, il Piemonte tagliò il Crab, Centro di Riferimento per l'Agricoltura Biologica. Conosco bene la vicenda: all'epoca gestivo, con il Crab, la parte “comunicazione” di un progetto Interreg Italia-Francia sulla promozione delle biodiversità orticole piemontesi e provenzali: http://www.bioeurope.info/
Alla chiusura del centro – costo irrisorio: 7 dipendenti, altamente specializzati – si oppose (tardivamente) il solo Movimento 5 Stelle, da me sollecitato attraverso Davide Bono: http://www.libreidee.org/…/se-il-piemonte-azzoppa-il-bio-s…/ Inutili le proteste di oltre 500 aziende Bio piemontesi, che tempestarono di lettere gli azionisti del Crab – nell'ordine: Provincia di Torino, Regione Piemonte e Camera di Commercio di Torino. La decisione fu della Provincia (Antonio Saitta) che stava già per “scomparire” ma non rinunciò a tagliare, disperatamente, tutto il tagliabile. La Regione agì di conseguenza. La Camera di Commercio, contraria al taglio, non poté opporvisi.
Cos'era, il Crab? Un minuscolo ma fondamentale centro di consulenza, super-specializzato nell'assistenza (gratuita) alle aziende biologiche. Servizi offerti: ricerca (in sinergia con le università) e ricerca applicata (nel proprio campo-test a Bibiana, nel Pinerolese, e presso gli agricoltori messi in rete). Studi e ricerche che facevano scuola. Dati a cui ambivano le stesse università. In pratica, il Crab disponeva di soluzioni aggiornate per ogni tipo di problematica (aumento delle rese agricole, contrasto delle avversità con metodi biologici, etc). Sei giovani agronomi specializzati nel Bio e coordinati da un senior come Massimo Pinna, pioniere del biologico in Piemonte. Il loro lavoro era fondamentale anche oltre Piemonte, con collaborazioni e consulenze in tutto il Nord Italia, senza contare le collaborazioni con analoghi centri europei. Un patrimonio preziosissimo di conoscenze, competenze ed esperienze è stato disperso. Il team di lavoro, distrutto. Oggi, gli ex “ragazzi del Crab” (alcuni sono miei amici) lavorano in ordine sparso, come consulenti e come certificatori Bio. Hanno vissuto una sorta di doppio dramma: il dolore per la perdita di un lavoro nel quale credevano, conoscendone l'utilità strategica (condivisa con centinaia di aziende e comprovata, a livello economico) e il misto di incredulità e rabbia per lo spettacolo offerto dalla politica, disposta ad “azzoppare”, senza una sola ragione, un comparto vitale e determinante, sia sul piano economico che su quello ecologico, per "risparmiare" una cifra irrisoria. Ovviamente: il Crab era una risorsa strategica, su cui puntare e investire.
Propongo all'attenzione dei soci MR questo tema fondamentale, sia a livello regionale che a livello nazionale. A livello nazionale, propongo l'istituzione di un Dipartimento per l'Agricoltura e la sicurezza alimentare, collegato, ma distinto, al Dipartimento Ambiente, Rigenerazione urbana e Tutela del territorio e del mare (Direttore: Giovanni Smaldone) e una riflessione del MR sulle politiche agricole e alimentari. Se diventerò Segretaria generale, sarà la prima iniziativa che prenderò, in accordo con il mio programma di porre l'economia al primo posto nell'attività del MR.
A livello regionale, propongo invece di organizzare uno o più incontri con i membri del Crab per conoscere a fondo la loro precedente attività e poi con le associazioni e gli operatori del settore, con i cittadini interessati e con le istituzioni pubbliche regionali per promuovere la ricostituzione di questo ente stupidamente cancellato dalla cieca furia contabile dei governi neoliberisti. Vorrei che il gruppo MR Piemonte diventasse un traino per altre iniziative simili e mostrasse da subito un'efficacia realizzativa in ambito politico-sociale. Chi vuole attivarsi su questo argomento, me lo segnali. Grazie!
Patrizia Scanu
Direttrice del Dipartimento Istruzione e Formazione civica del MR
Candidata alla Segreteria generale