Stefano Bisi: «Carissimo onorevole Luigi Di Maio, ho sentito in tv e letto sui quotidiani le poco onorevoli e per me aberranti e antidemocratiche parole che Lei ha pronunciato l’altra sera alla trasmissione Otto e mezzo nei confronti dei massoni di cui mi onoro di far parte e dei quali rappresento da Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia ventitremila fratelli. “Chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi era iscritto alla Massoneria, chi nella propria vita ha portato azioni indecenti, non si può candidare col M5stelle” ha detto e poi con protervia ha aggiunto: “Abbiamo fermato anche altre candidature in cui abbiamo trovato qualche anomalia; come per esempio, di persone che erano iscritte al registro della Massoneria e quindi non potevano starci”. Mi sono chiesto innanzitutto come un politico che aspira a diventare il futuro presidente del Consiglio, e quindi a rappresentare democraticamente e senza barriere precostituite, tutti gli italiani possa usare in maniera irresponsabile e violenta, certe affermazioni gratuite e discriminare con illogica ragione delle persone che fanno parte di una Istituzione che ha avuto ed ha innegabili meriti. Una scuola di valori che, probabilmente da Lei e da tanti altri del suo Movimento viene vista e giudicata in maniera sbagliata senza averne mai realmente studiato la Tradizione, la storia e le finalità volte al Bene dell’Umanità. Per fortuna per molti la Libera Muratoria rappresenta anche oggi - e aggiungo più che mai visti i tempi che viviamo - uno dei pilastri etici della nostra Società e della nostra Repubblica che ha contribuito a fondare. Mi permetta subito di dirle che la vera anomalia e il vero pericoloso razzismo l’ho visto nel suo estremo, immotivato e irragionevole atto di accusa nei confronti dei massoni che vuole bollare come impresentabili dimenticando certe norme scritte in modo inequivocabile nella Carta Costituzionale Repubblicana. Lei probabilmente dimentica, ma forse non sa affatto, che nell’ambito iniziatico i liberi muratori non si occupano di questioni di politica o di religione ma che nella loro vita privata hanno gli stessi suoi diritti di partecipare alla vita pubblica della nazione e di occupare ruoli istituzionali e rappresentativi. La nostra diversità è solo quella di essere tolleranti e dialoganti, di essere uomini liberi e coscienti di mantenere accesa la fiamma della Libertà, quella stessa fiamma che ha consentito anche al suo movimento di esistere oggi. Le suggerisco di leggere ogni tanto le parole dell’illuminista francese François-Marie Arouet Voltaire che nel suo Trattato sulla Tolleranza scriveva e ricordava saggiamente a tutti: “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò sino alla morte il tuo diritto di dirlo”. L’esatto contrario del suo modo di escludere a priori noi liberi muratori. Perché si possono, e a volte è anche giusto, avere opinioni e visioni diverse, ma non è corretto proibire ad alcuno la partecipazione a qualsiasi consesso civile e democratico. Qualcuno nel suo Movimento vuole anche ghettizzare i massoni con leggi ad hoc e avalla infauste leggi fasciste che nel 1925 portarono alla persecuzione dei massoni. Sappia che noi non staremo inermi a guardare il proliferare di certi incauti e discriminatori comportamenti che non fanno e non dovrebbero mai fare parte non solo di chi si candida a ricoprire importanti ruoli istituzionali ma di chi ha a cuore la cultura della Libertà e la applica in tutte le sue forme più alte.»
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Il Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi: “Mi sono chiesto innanzitutto come un politico che aspira a diventare il futuro Presidente del Consiglio… possa usare in maniera irresponsabile e violenta, certe affermazioni gratuite e discriminare…”
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- Postato da Vincenzo Bellisario
Stefano Bisi: «Carissimo onorevole Luigi Di Maio, ho sentito in tv e letto sui quotidiani le poco onorevoli e per me aberranti e antidemocratiche parole che Lei ha pronunciato l’altra sera alla trasmissione Otto e mezzo nei confronti dei massoni di cui mi onoro di far parte e dei quali rappresento da Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia ventitremila fratelli. “Chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi era iscritto alla Massoneria, chi nella propria vita ha portato azioni indecenti, non si può candidare col M5stelle” ha detto e poi con protervia ha aggiunto: “Abbiamo fermato anche altre candidature in cui abbiamo trovato qualche anomalia; come per esempio, di persone che erano iscritte al registro della Massoneria e quindi non potevano starci”. Mi sono chiesto innanzitutto come un politico che aspira a diventare il futuro presidente del Consiglio, e quindi a rappresentare democraticamente e senza barriere precostituite, tutti gli italiani possa usare in maniera irresponsabile e violenta, certe affermazioni gratuite e discriminare con illogica ragione delle persone che fanno parte di una Istituzione che ha avuto ed ha innegabili meriti. Una scuola di valori che, probabilmente da Lei e da tanti altri del suo Movimento viene vista e giudicata in maniera sbagliata senza averne mai realmente studiato la Tradizione, la storia e le finalità volte al Bene dell’Umanità. Per fortuna per molti la Libera Muratoria rappresenta anche oggi - e aggiungo più che mai visti i tempi che viviamo - uno dei pilastri etici della nostra Società e della nostra Repubblica che ha contribuito a fondare. Mi permetta subito di dirle che la vera anomalia e il vero pericoloso razzismo l’ho visto nel suo estremo, immotivato e irragionevole atto di accusa nei confronti dei massoni che vuole bollare come impresentabili dimenticando certe norme scritte in modo inequivocabile nella Carta Costituzionale Repubblicana. Lei probabilmente dimentica, ma forse non sa affatto, che nell’ambito iniziatico i liberi muratori non si occupano di questioni di politica o di religione ma che nella loro vita privata hanno gli stessi suoi diritti di partecipare alla vita pubblica della nazione e di occupare ruoli istituzionali e rappresentativi. La nostra diversità è solo quella di essere tolleranti e dialoganti, di essere uomini liberi e coscienti di mantenere accesa la fiamma della Libertà, quella stessa fiamma che ha consentito anche al suo movimento di esistere oggi. Le suggerisco di leggere ogni tanto le parole dell’illuminista francese François-Marie Arouet Voltaire che nel suo Trattato sulla Tolleranza scriveva e ricordava saggiamente a tutti: “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò sino alla morte il tuo diritto di dirlo”. L’esatto contrario del suo modo di escludere a priori noi liberi muratori. Perché si possono, e a volte è anche giusto, avere opinioni e visioni diverse, ma non è corretto proibire ad alcuno la partecipazione a qualsiasi consesso civile e democratico. Qualcuno nel suo Movimento vuole anche ghettizzare i massoni con leggi ad hoc e avalla infauste leggi fasciste che nel 1925 portarono alla persecuzione dei massoni. Sappia che noi non staremo inermi a guardare il proliferare di certi incauti e discriminatori comportamenti che non fanno e non dovrebbero mai fare parte non solo di chi si candida a ricoprire importanti ruoli istituzionali ma di chi ha a cuore la cultura della Libertà e la applica in tutte le sue forme più alte.»