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Paradosso Libia: lezioni pelose di Democrazia e Diritti, petrolio e ignavia colpevole.

Mai l'Europa (e l'Italia) sono cadute così in basso, a dare lezione di Democrazia e Diritti del'Uomo all'Europa è il sultano turco, Erdogan, padrone di una Turchia in cui questi valori imprescindibili sono sempre più attaccati e inariditi. Potrebbe suonare grottesco, il punto è che ha ragione e potrebbe sottoscriverlo qualunque vero democratico. Non desterebbe alcuna meraviglia se queste parole fossero state pronunciate da un redivivo Olof Palme o da un Carlo Rosselli (che combatté il fascismo e morì per sua mano) Né è di consolazione che questi concetti ricalchino quello che noi di MR stiamo dicendo e scrivendo da tempo, anzi, rende il contrasto ancora più stridente, perché Erdogan, lupo che si traveste da agnello ha ragione, anche se è il primo a non seguire tali valori.. Verrebbe da dire: da che pulpito, ma tant'è...

L’Europa si troverà a dover affrontare “una nuova serie di problemi e minacce se il governo legittimo libico dovesse cadere”. È l’avvertimento lanciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un editoriale scritto per l’edizione europea di Politico alla vigilia della Conferenza di Berlino, nel quale sottolinea come “la potenziale incapacità dell’Ue di sostenere in modo adeguato il governo di accordo nazionale libico sarebbe un tradimento dei suoi valori fondamentali, tra cui democrazia e diritti umani: lasciare la Libia alla mercé di un signore della guerra (Khalifa Haftar) sarebbe un errore di proporzioni storiche”.“Le organizzazioni terroristiche come Isis e Al Qaeda, che hanno subito una sconfitta militare in Siria e in Iraq, troveranno un terreno fertile per rimettersi in piedi. Tra l’altro, alcuni gruppi che condividono ampiamente l’ideologia di queste organizzazioni terroristiche, tra cui Madkhali-Salafis, combattono al fianco di Haftar. Se il conflitto aumenta, la violenza e l’instabilità alimenteranno anche l’immigrazione irregolare verso l’Europa”.In questo contesto, secondo il presidente turco, “la guerra civile in Libia rappresenta la prova del nove per l’Ue… i nostri amici e alleati devono capire che non possono cambiare il mondo solo lamentandosi ed esprimendo preoccupazione. Il diritto internazionale, la democrazia e i diritti umani non possono essere difesi se non ci si assume qualche responsabilità”.Ma i leader europei dovrebbero parlare di meno e concentrarsi di più sui passi concreti da prendere”.

È QUELLO CHE HA SEMPRE RIBADITO MR TRA L'ALTRO

L’Europa “si trova ad un crocevia e in questa fase storica - chiosa il presidente turco - coloro che lavorano per la pace devono essere coraggiosi e fare tutto quello che è in loro potere per mettere fine alla violenza. L’Europa può contare sulla Turchia, vecchio amico e leale alleato, per raggiungere questo obiettivo”.

Naturalmente queste difese pelose di Democrazia e Diritti nascondono motivazioni del tutto diverse dalla difesa di questi principi. Vero. Ma che amarezza appunto sentirsi dare lezioni sacrosantemente giuste da chi persegue la popolazione curda, reprime gli oppositori in patria e all'estero, ha invaso un pezzo di Siria, minaccia le nazioni europee nelle loro ZEE mediterranee, e di fatto ha collaborato con l'ISIS.

L'unica consolazione è che tra i punti in discussione nell'odierna conferenza di Berlino(dove difficilmente sui arriverà a un accordo o a un avvicinamento della soluzione) ci sono la Democrazia delle istituzioni libiche e il Rispetto dei Diritti dell'Uomo.

Neutralità delle istituzioni pubbliche e unitarie libiche

Anche l'ONU, come anche da MR ribadito in differenti post e video pone l'accento sulla protezione e sul mantenimento dell'indipendenza del NOC libico

“Questa mossa avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico che dipende dal libero flusso di petrolio - si legge in un comunicato dell’Unsmil - e avrebbe effetti terribili per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del Paese”. L’Unsmil reitera “l’importanza di preservare l’integrità e la neutralità della National Oil Corporation”.

L'abbiamo sempre detto che la prima mossa dell'Italia sarebbe stata quella di porsi a difesa del NOC e della banca Nazionale, sotto mandato ONU ed Europeo, mandando un contingente a proteggerli.(durante il governo Renzi fu approntato un piano che prevedeva anche queste azioni, ma l'allora presidente del consiglio si tirò indietro) Sono il seme da cui far partire la ricostruzione della Libia, quello a cui punta Haftar per impadronirsi del paese intero, ma a cui puntano anche gruppi che appoggiano Serraj e che si scatenerebbero una volta che il pericolo Haftar fosse cessato.

Magra consolazione anche questa.

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