Nel primo post che inauguravail Dipartimento, più di un anno fa scrivevamo:
le criticità maggiori (per l'Italia) sono tre, e si chiamano Libia, Francia, Turchia. Sicuramente queste tre criticità sono collegate tra di loro e l’aggravamento di una delle tre ha ripercussioni anche sulle altre due.vediamo come Turchia e Libia sono collegate:
da una parte Erdogan inizia la pulizia etnica nei territori curdi appena conquistati, e come avevamo predetto https://www.movimentoroosevelt.com/news/per-dipartimento/redazione/dipartimento-mr-geopolitica-estero-e-difesa-aggiornamenti-sulla-situazione-curda.html inizia a riempire i vuoti lasciati dai curdi con profughi di origine araba proseguendo epurazioni e violenze sui curdi rimasti https://it.insideover.com/guerra/i-crimini-di-guerra-turchi-nel-nord-est-della-siria.html Erdogan sviluppa cosìla percezione che nessuno abbia veramente la forza, ma soprattutto la volontà di fermarlo.
Dall'altro continuano le minacce per il giacimenti di gas nelle ZEE cipriote e greche, e una sorta di accerchiamento diplomatico di quest'ultime.
La Grecia ha espulso l'ambasciatore tripolino. perchè? perchè il governo legittimo di Sarraj ha stretto un accordo con la Turchia per la definizione delle reciproche ZEE, dove viene riconosciuto il diritto (per Erdogan) fino al collegamento con la ZEE libica tagliando fuori Cipro e Creta, riconoscendo di fatto le pretese Turche nell'aera. Ricordiamo che nelle acque prese in considerazione ci sono giacimenti di gas che valgono quanto l'intero PIL italico e che ENI è probabilmente il maggior attore nella zona. Gli accordi vanno a incidere anche sulle zone al largo della Libia reef 1 e 2 il cui maggiore sfruttamento fino ad ora dovrebbe essere ad appannaggio di ENI.
Sarraj è stato in qualche modo costretto all'accordo in quanto la Turchia, assieme al Qatar è il principale sostenitore concreto di Sarraj, inviando armi e finanziamenti, senza i quali il governo legittimo non riuscirebbe a sostenere l'attacco di Haftar, sostenuto principalmente da Egitto, Arabia Saudita ed Emirati. La Francia oramai ha una posizione defilata ed è stata in qualche modo sopravanzata. L'Italia si è limitata semplicemente ad appoggiare diplomaticamente Sarraj e a informazioni date grazie alla rete satellitare e agli droni e aerei spia (finchè almeno un nostro drone non è stato abbattuto) L'Italia non è riuscita a impedire un accordo che giocoforza ci danneggia e danneggia le nostre posizioni in Libia e in tutto il Mediterraneo centro orientale. Fino a circa un anno fa invece, nonostante sembrasse il contrario, l'Italia si era mossa benissimo, molto meglio della stessa Francia. La nostra posizione oramai è di assoluta ignavia e si sta logorando sempre più, in quanto la politica estera è senza praticamente guida., tanto che a latere dell'ultimo summit NATO si è svolta una riunione sulla Libia tra Germania, Francia, UK e Turchia senza che l'Italia fosse invitata.
Non s'illuda l'Italia di poterne restare fuori, in quanto un vuoto, in geopolitica, viene riempito quasi naturalmente da altri attori e di solito in senso molto negativo nei rispetti di chi quel vuoto l'ha creato. Un nostro disimpegno ora ci creerà guai ben peggiori in futuro, e non ci si illuda che l'interventismo di Erdogan ci caverà le castagne dal fuoco poiché, ammesso che Sarraj sopravviva e vinca dopo aver innescato questo putiferio diplomatico inimicandosi così mezzo Mediterraneo e non solo, sarà legato mani e piedi al suo salvatore, che avrà tutto l'interesse ad estrometterci ed a estromettere l'ENI in suo favore. Avremmo così ottenuto il brillante risultato di avere ai nostri confini meridionali un'entità, se non proprio apertamente ostile, sicuramente non amichevole. Sarebbe bastato essere più risoluti all'inizio, mostrare che non avremmo tollerato l'inizio dell'offensiva di Haftar, renderlo certo che non avrebbe avuto successo, rendere superfluo qualunque aiuto turco,;ci saremmo risparmiati questa possibile debacle e centinaia di morti in combattimenti evitabili.