Il probabile abbattimento del drone italiano da ricognizione e disarmato Predator B pone nuovamente all'attenzione dell'opinione pubblica, spesso distratta e disinteressata, il problema libico. Il drone, nonostante le dichiarazioni ufficiali inerenti il suo supporto a Mare Sicuro stava quasi certamente monitorando la situazione sul terreno in un 'ottica anche di prevenzione di possibili minacce all 'ospedale da campo italiano di Misurata. Probabilmente non è stato un'incidente, come segnalato in un primo momento dalle stesse fonti ufficiali italiane, ma un abbattimento vero e proprio, anche perché a poche ore di distanza è caduto nei pressi di Tripoli un drone americano. Probabilmente si è attuata un'azione di disturbo elettronico su ambedue i velivoli grazie a sofisticate attrezzature acquisite dal gruppo mercenario russo Wagner
che alcune fonti indicano abbia incrementato la sua presenza fino a 1400 uomini (cifra difficile da confermare e che è la stima più alta tra tutte. la più bassa parla di circa 200 uomini). Al di là del singolo episodio, che per fortuna non ha creato vittime e ci è costato "solo" 10 milioni di euro di velivolo questo attacco diretto segna una nuova escalation del conflitto libico. Escalation già da tempo in attuazione grazie alla guerra per procura che lì si combatte anche e soprattutto tra paesi islamici con Turchia e Qatar dalla parte del governo leggittimo riconosciuto dall'ONU di Serraj, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Egitto dall'altra .Gli interessi e la posizione dell'Italia sempre coerente, a differenza di altri paesi occidentali, ma spesso troppo timida e pavida, è sempre più messa in difficoltà, anche tramite questi attacchi diretti. Sicuramente l'elemento principale che ostacola una soluzione negoziata per rendere stabile il nostro confine marittimo meridionale e senza ombra di dubbio il bellicismo di Haftar, uomo totalmente inaffidabile e scarsamente capace, come dovrebbero capire anche i suoi sponsor. Di seguito alcune sue dichiarazioni:
Non esiste alcuna possibilità di successo per una soluzione politica o economica della crisi in Libia prima di un deciso confronto militare”.
e poi
Il portavoce dice che il comando generale dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Lna) del generale Haftar ha già determinato la sua posizione rispetto agli sforzi internazionali nelle dichiarazioni della riunione ministeriale di New York e in quelle preparatorie della Conferenza di Berlino, “sottolineando che nessun processo politico può avere fortuna se non vengono eliminati prima i gruppi terroristici e le milizie criminali smantellate e disarmate”.
e ancora
Prima vinco e poi tratto con la comunità internazionale. È lo stesso Haftar a chiarirlo in una intervista a Panorama: “Chiedo al popolo libico di non prestare attenzione alle voci che affermano che potremmo ritirarci, o addirittura che pensiamo di fermarci in questa fase. Le operazioni militari non si fermeranno prima di aver raggiunto tutti i nostri obiettivi. Il morale dell’esercito è alto e i comandanti sanno bene che stanno compiendo uno storico dovere nazionale. Hanno ordini chiari. Sanno che la Libia è in pericolo, e che non vi saranno indietreggiamenti rispetto al dovere di salvarla. L’atmosfera per il lavoro politico e il dialogo arriveranno in tempi più favorevoli per il loro successo”
Quindi a questo punto è chiaro come sia Haftar il principale problema della stabilizzazione della Libia e che oggettivamente chi è il terrorista o indirettamente favorisca il terrorismo è proprio lui, per cui DEVE essere rimosso per metere al suo posto una persona più moderata.e affidabile
https://libya.liveuamap.com/en/2019/23-november-reports-of-electronic-warfare-system-deployment