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Segue un articolo dal titolo “Chiara Appendino tra inchieste e colpe politiche” (Le promesse che il Movimento non mantiene), pubblicato da “Medium” (https://medium.com).   

Nicola Biondo: « La notizia che Chiara Appendino è indagata dalla Procura di Torino non è solo vicenda di cronaca giudiziaria. Sarà un giudice a decidere se il sindaco è colpevole del reato di falso in relazione alla stesura del bilancio 2016. Ma essa dimostra ancora una volta come il Movimento cinque stelle abbia la pessima abitudine di rimangiarsi le promesse elettorali una volta che diventa forza di governo.
In campagna elettorale Appendino aveva promesso di cancellare il progetto voluto dalla precedente amministrazione di investire nell’area ex-Westinghouse con nuove costruzioni tra cui un ipermercato. Da Sindaco ha invece cambiato idea. Solo che i cinque milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto restituire all’investitore non sono stati versati né iscritti a bilancio, ma trattati come un debito fuori bilancio. Da qui l’indagine per falso.
In Supernova abbiamo raccontato, nel capitolo “Facce della stessa medaglia”, quali poteri hanno appoggiato l’elezione di Virginia Raggi e Chiara Appendino e ne hanno influenzato alcuni atti amministrativi, tradendo il voto dei cittadini e il programma che hanno presentato.
Non è il solo caso in cui l’Appendino ha cambiato idea.

Come a Roma si chiedono “chi è Virginia, chi l’ha voluta lì, chi la tiene in piedi”, a Torino la sostanza non cambia e qualcuno si fa le stesse domande.
“I poteri che sostenevano Fassino appoggiano il neo sindaco?”
Appendino ha fatto approvare una serie di progetti edilizi per la realizzazione di nuovi centri commerciali, avviati dalle amministrazioni precedenti e che dall’opposizione aveva molto criticato.
Ha pure convinto la sua maggioranza a votare per annullare una mozione approvata a novembre dove il MoVimento si impegnava a non utilizzare più gli oneri urbanistici per finanziare la spesa corrente. Ovviamente nel programma elettorale Appendino aveva promesso di non farlo.
Come a Roma anche a Torino, quando la realtà delle scelte si scontra con le promesse, si alzano le solite difese: colpa di chi ci ha preceduto.
C’è un fatto: entrambi i sindaci hanno fatto gavetta all’opposizione per qualche anno, come facevano a non conoscere i margini di manovra per il loro programma?
La gestione del potere ha causato al MoVimento la perdita di almeno due delle stelle simbolo, quella della democrazia dal basso e dell’ambiente. Lo stesso Grillo non ha mai risposto all’appello dei cittadini torinesi che si battono per i parchi pubblici a Torino.
A Torino dicono che c’era da aspettarselo. Che la retorica contro i poteri forti è stata incarnata da una giovane donna che è cresciuta dentro quei poteri. Chiara Appendino è figlia di Domenico Appendino, manager e vicepresidente di Prima Industrie, cavaliere del Lavoro e braccio destro di Francesco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte.
Dopo la laurea con lode in economia internazionale e management, tesi di marketing sulle strategie di entrata nel mercato cinese, poliglotta, ha al suo attivo uno stage in Juventus. Come Raggi per l’impiego presso lo studio Sammarco anche Appendino tace su quella parte della sua vita e nel curriculum la Juventus diventa “società sportiva di prima grandezza”.
Nella sfida tra il “vecchio Fassino” e la “nuova Chiara” come si è schierata la collina torinese, l’aristocrazia delle classi dominanti sotto la Mole? E gli Agnelli, la Fiat di Marchionne e il loro giornale?
Secondo un’inchiesta del giornalista Valter Delle Donne “nel periodo in cui è stata consigliere comunale è incappata in un piccolo incidente di percorso. Assunta nell’azienda del marito, non fa una figura elegantissima con i 23mila euro di “permesso retribuito” che l’azienda del consorte incassa ogni anno dal Comune di Torino”.
Il fact checking sulla sua giunta è impietoso, anche al netto della tragica notte di piazza San Carlo: dove per il caos nell’organizzazione di un evento una persona è morta e oltre mille sono rimaste ferite. Non abbiamo dubbi che se al posto di un sindaco del MoVimento ci fosse stato un esponente dei vecchi partiti la grancassa della propaganda avrebbe realizzato questo semplice fotomontaggio: il caos di Torino in piazza mentre il sindaco era in tribuna d’onore a guardare la sua Juve accanto alla figlia di Gianni Agnelli. Perché questo si è verificato.
Sull’efficienza e la fatica di governare: per mesi il sindaco ha propalato una falsa notizia, che al comune vi fosse un buco di bilancio. Strano che la componente della commissione Bilancio del comune  - Chiara Appendino -  non se ne fosse accorta. Per confermare la notizia viene scomodata la Corte dei Conti. Che in effetti qualcosa scrive, ecco cosa: “Nel 2016 la spesa corrente risulta in diminuzione e la riscossione in competenza nel 2015 risulta accettabile e in miglioramento. Ciò dimostra l’impegno dell’amministrazione nel risanamento della situazione e i primi tangibili risultati”. Traduzione: la strada del risanamento, del dimezzamento di debito era stata intrapresa sì ma dai predecessori di Appendino.
Il mantra fake è servito per rintuzzare le critiche verso la chiusura di alcuni eventi culturali e il rifiuto a una seconda linea metropolitana per le periferie.»

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