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Segue un articolo dal titolo “Falso ideologico in atto pubblico, indagati la sindaca Appendino e l’assessore Rolando” (Avviso di garanzia anche per Paolo Giordana, il Capo di Gabinetto. L’inchiesta è quella su Westinghouse, cioè sul debito fantasma da 5 milioni verso Ream), pubblicato da “La Stampa” (http://www.lastampa.it).   

Simona Lorenzetti e Andrea Rossi: «Falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio del 2016. È il reato che la procura di Torino contesta alla sindaca Chiara Appendino e all’assessore al Bilancio Sergio Rolando, nell’ambito dell’inchiesta su Westinghouse, cioè sul “debito fantasma” da 5 milioni verso Ream, scomparso dal bilancio 2016 del Comune di Torino. Avviso di garanzia anche per Paolo Giordana, il Capo di Gabinetto di Palazzo civico. L’indagine è partita nel luglio scorso a seguito di un esposto presentato dai capigruppo Alberto Morano (dell’omonima lista civica) e Stefano Lo Russo del Pd. Denuncia alla quale ha poi fatto seguito quella del collegio dei revisori dei conti di Palazzo Civico. 
La vicenda riguarda l’area ex Westinghouse: nel 2012 Ream (una partecipata di Fondazione Crt) acquisì il diritto di prelazione sulla zona dove sorgerà il nuovo centro congressi di Torino. Versò al Comune una caparra di 5 milioni. A fine 2013 la Città aggiudicò ad Amteco-Maiora il progetto, operazione perfezionata alla fine dello scorso anno, quando il Comune ha incassato una parte dei 19,7 milioni offerti dai privati e, di conseguenza, avrebbe dovuto “decurtare” i 5 da restituire a Ream. Non è andata così: la somma non è stata né versata né iscritta a bilancio.
Nei mesi scorsi gli uomini della Guardia di finanza hanno acquisito numerosa documentazione negli uffici di Palazzo Civico: carte che testimonierebbero i rapporti con la società immobiliare partecipata dalla Fondazione Crt e mail tra sindaca, assessori e funzionari. Non solo, decine di funzionari e dirigenti di Palazzo Civico sono stati sentiti in procura dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. Tra questi, l’ex direttrice del settore Finanze del Comune, Anna Tornoni, che avrebbe raccontato di pressioni da parte del capo di gabinetto, Paolo Giordana, perché non iscrivesse il debito di 5 milioni a bilancio. Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, aveva confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di assestamento. L’impianto accusatorio avrebbe trovato conferma anche in alcune mail. “Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – si legge in un messaggio di posta elettronica inviato da Giordana a Tornoni, il 22 novembre 2016 - Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto”.
Nello stesso periodo Appendino stava concordando con il presidente di Ream Qualgia la dilazione del debito, così da riuscire a chiudere con meno affanni i conti del 2016. In effetti il Comune lo restituirà nel 2018.
Così, il 30 novembre è la sindaca a scrivere: informa l’assessore al Bilancio Rolando, Tornoni, il vice sindaco Montanari e l’allora direttore dell’Urbanistica Virano del fatto che, viste le trattative con Ream, il Comune non restituirà i 5 milioni nel 2016. La cifra, alla fine, non viene iscritta a bilancio, a differenza dei 19,7 milioni in entrata per Westinghouse.
Il Comune dunque, secondo la procura, avrebbe garantito l’equilibrio del bilancio del 2016 attraverso un falso: conteggiando un credito ma non il rispettivo debito. L’avviso di garanzia ad Appendino e Giordana è stato notificato oggi dagli uomini della Guardia di Finanza: nel documento il pm li invita a presentarsi in procura per essere interrogati.»

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