A seguito di alcune polemiche degli ultmi giorni, la Lega Nord, tramite Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi Aquilini (rispettivamente Vicesegretario e Responsabile della Politica Economica della Lega Nord), hanno ritenuto di precisare la posizione della Lega principalmente riguardo ad Euro ed Europa.
Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi Aquilini: «Negli ultimi giorni in troppi si sono divertiti a inventare divisioni interne e cambiamenti di posizione della Lega su euro ed Europa. Chiamati in causa, sentiamo l’esigenza di replicare per ristabilire la realtà delle cose. Ci spiace per chi, forse timoroso della forte crescita del nostro partito, cerca di contrastarci con fantasiose interpretazioni ma la nostra posizione, democraticamente discussa e approvata a maggio all’ultimo Congresso di Parma con due nostre mozioni, è chiarissima, scritta e coerente da sempre. La riepiloghiamo in due righe per chi non avesse voglia di leggere i nostri documenti e per chi, magari, fa finta di non capire. Gli altri stati europei sono partner naturali e fondamentali per l’Italia ma l’Unione europea dopo Maastricht è diventata un mostro che danneggia tutti e soprattutto noi. Quindi noi vogliamo riscrivere tutti i trattati con l’obiettivo di tornare allo status di cooperazione pre-Maastricht che ha imposto moneta, parametri inventati di finanza pubblica e che col Fiscal compact è diventato ancora più assurdo. Pensiamo che uno smantellamento controllato e concordato di euro e trattati capestro sia nell’interesse di tutti. Se però dovessero dirci di no, non ci faremo umiliare come invece capita al Pd in ogni situazione, vedi beffa dei migranti. Noi saremo pronti a ogni iniziativa nell’interesse del paese e a tal proposito abbiamo idee e risposte concrete per gestire la transizione nel modo più graduale e sicuro per tutti i cittadini. Non ripeteremo l’errore della Grecia. A settembre faremo un convegno aperto a tutti in cui illustreremo pubblicamente alcune di queste proposte a tutela dei risparmi e delle imprese che ci consentiranno di presentarci al tavolo delle trattative in posizione di forza.»