Segue un articolo del “Il Sole 24 Ore” (http://www.ilsole24ore.com/) dal titolo “Da Brexit buco di 10 mld annui in bilancio UE. Necessarie nuove tasse”.
“Il Sole 24 Ore”: «L’Unione Europea dovrebbe pensare a introdurre tasse comuni in modo da coprire il buco finanziario che ogni anno creerà Brexit. Buco che ammonterà a più di dieci miliardi di euro, calcola oggi la Commissione europea, perché «l’addio del Regno Unito significherà la perdita di un importante partner e finanziatore delle politiche e dei programmi Ue».
Il commissario al Bilancio dell’Unione europea, Guenther Oettinger, precisa: «Il solo addio del Regno Unito ci lascia un deficit di entrate di dieci miliardi ogni anno, poi dovremo finanziare inizialmente nuovi compiti per sicurezza interna e difesa».
Dei nuovi impegni della Ue nei prossimi anni fanno parte il contributo del bilancio europeo di 1 miliardo e mezzo l'anno per il Fondo per la Difesa che si affianca ai fondi degli Stati membri per sviluppare progetti comuni (il Fondo è previsto generare un totale di investimenti in ricerca e sviluppo di capacità difensive di 5,5 miliardi all'anno dopo il 2020) come le nuove funzioni Ue di stabilizzazione economica e sociale per proteggere le economie nazionali dagli choc asimmetrici (per esempio un sistema unico di protezione anti-disoccupazione, la promozione di investimenti). Nuove funzioni che potrebbero includere in futuro anche un bilancio della zona euro «con obiettivi più ampi e risorse significativamente piu' ampie».
Tra le opzioni per aumentare le risorse proprie della Ue, la Commissione indica la semplificazione dell'attuale sistema fondato sull'Iva (all'estremo si indica anche la sua abolizione). “Con l'addio del Regno Unito, lo 'sconto' introdotto come concessione a questo paese nel passato diventera' obsoleto e gli altri 'sconti' scadranno a fine 2020: la loro eliminazione aprirebbe la porta a una semplificazione sostanziale del sistema delle entrate Ue”. Secondo l'esecutivo comunitario, ogni nuova fonte di entrata deve essere concepita non solo per finanziare una parte del bilancio, ma anche “accompagnare le politiche 'core”. Per esempio: imposte energetiche o ambientali potrebbero essere applicate per assicurare parita' di condizioni di mercato tra societa' e contribuire al contrasto del cambiamento climatico. Poi si pensa a una percentuale di una tassa comune sulle imprese o sulle transazioni finanziarie che potrebbe essere disegnata per rafforzare il mercato unico, cosa che va a beneficio delle imprese piu' grandi e del contrasto delle frodi e dell'evasione fiscale. Quanto alle risorse 'proprie' dell'unione monetaria, la Commissione indica l'opzione di entrate assicurate dall'emissione di moneta (l'euro) che potrebbe diventare “a lungo termine la base delle risorse proprie della Ue”.
Infine le entrate da aste nel contesto del sistema di trading dei diritti sulle emissioni inquinanti, delle auto, in futuro dalle persone che entrano nella Ue.
Come conseguenza, la Commissione europea intende rinviare la presentazione della sua proposta del prossimo quadro finanziario post 2020 (il bilancio Ue attuale copre il periodo 2014-2020) «alla primavera o all'inizio dell'estate del prossimo anno» anziché come previsto dal calendario entro la fine di quest'anno, «soprattutto perché a quel punto conosceremo quali saranno le conseguenze finanziarie della Brexit”. Questo «perché», ha sottolineato Oettinger, «se vogliamo avere le idee chiare vogliamo prima conoscere le conseguenze esatte della Brexit e le fatture ancora da pagare dopo il 2020.»