Segue un articolo dal titolo “Le mail della Clinton rivelano il vero motivo dell’intervento in Libia”, pubblicato da “Foreign Policy Journal” (https://www.foreignpolicyjournal.com/), ripreso e tradotto in italiano da HMG per “Come Don Chisciotte” (https://comedonchisciotte.org/).
Brad Hoff: «Le mail appena rivelate mostrano che la NATO intervenne perché Gheddafi voleva creare una propria moneta, agganciata all’oro, per competere con l’Euro e il Dollaro.
A capodanno sono state pubblicate oltre 3.000 nuove e-mail della Clinton quando era al Dipartimento di Stato. La CNN ovviamente si è concentrata sulle più futili.
Gli storici nel 2011 invece si sono subito concentrati sulle conferme esplosive contenute: ammissioni di crimini di guerra, infiltrati in Libia sin dall’inizio delle rivolte, la presenza di Al Qaeda nell’opposizione appoggiata dagli USA, paesi occidentali che si combattono per il petrolio libico e la preoccupazione per le riserve d’oro e d’argento di Gheddafi che minacciavano l’Euro.
Le squadre della morte di Hillary
Il 27 marzo scorso, una nota di Sidney Blumenthal, storico consigliere dei Clinton e raccoglitore di intelligence per Hillary, contiene evidenti testimonianze di crimini di guerra compiuti dai ribelli sostenuti dalla NATO. Citando come fonte un comandante dei ribelli, Blumenthal riferisce confidenzialmente: “Sotto l’attacco delle forze aeree e navali degli alleati, le truppe libiche hanno cominciato sempre più ad unirsi ai ribelli” (Commento della fonte: in confidenza, un comandante ribelle ha detto che le sue truppe continuano ad uccidere tutti i mercenari stranieri catturati nei combattimenti…).
Mentre l’illegalità degli omicidi degli “squadroni della morte” è facilmente riconoscibile, dietro al riferimento ai “mercenari stranieri” potrebbe esserci una sinistra realtà, non immediatamente evidente alla maggior parte della gente.
Gheddafi era noto per avvalersi di aziende europee ed internazionali per lavori di sicurezza ed infrastrutture, e guarda caso nessuna di queste è stata presa di mira dai ribelli.
Ci sono invece molte testimonianze che dimostrano che civili libici e lavoratori sub-sahariani, popolazione favorita da Gheddafi nelle sue politiche per l’Unione africana, sono stati obiettivi della “pulizia razziale” dei ribelli, che vedevano i neri libici come troppo legati al regime.
Questi ultimi sono stati comunemente etichettati dai ribelli come “mercenari stranieri” per la loro fedeltà assoluta al leader, sono stati soggetti a torture ed esecuzioni ed hanno subìto una pulizia etnica. Ne è un esempio Tawergha, città popolata interamente da 30.000 libici “scuri”, scomparsi nell’agosto 2011 dopo la sua presa da parte delle brigate NTC Misratan, sostenute dalla NATO.
Questi attacchi erano ben noti fin dal 2012 e spesso filmati, come conferma il report del Telegraph:
Dopo la cattura di Gheddafi ad agosto, centinaia di lavoratori migranti provenienti dagli stati vicini sono stati imprigionati da combattenti alleati alle nuove e provvisorie autorità. Accusano gli africani neri di essere mercenari del defunto leader.
Sembra che la Clinton venisse personalmente informata dei crimini dei suoi amati combattenti anti-Gheddafi ben prima che questi avvenissero.
Al-Qaeda e forze speciali occidentali in Libia
La mail di Blumenthal conferma anche il sospetto che le forze speciali di addestramento abbiano collegamenti con Al Qaeda.
Riferisce che unità speciali britanniche, francesi ed egiziane stavano formando militanti libici lungo il confine egiziano-libico e nelle periferie di Bengasi.
Questa è la prova definitiva che forze speciali erano sul territorio sùbito dopo l’inizio delle proteste scoppiate a metà febbraio ’11 a Bengasi.
Dal 27 marzo di quella che si era presunto fosse una semplice “rivolta popolare”, operativi esterni stavano già “sovrintendendo al trasferimento di armi e forniture ai ribelli”, tra cui “una fornitura apparentemente infinita di fucili AK47 e relative munizioni”.
Solo alcuni paragrafi dopo questa ammissione, si invoca invece cautela sulle milizie che queste forze speciali occidentali stavano formando. C’era infatti la preoccupazione che “gruppi radicali/terroristici come il Gruppo dei combattenti islamici libici ed Al-Qaida nel Maghreb islamico (AQIM) infiltrassero l’NTC ed il suo comando militare”.
La minaccia del petrolio e dell’oro libici per gli interessi francesi
Anche se la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza ONU proposto dalla Francia diceva che la no-fly zone sula Libia era per proteggere civili, una mail di aprile 2011 inviata ad Hillary con l’argomento “il cliente francese e l’oro di Gheddafi” svela altri fini.
Questa indica che Sarkozy era in prima fila nell’intervento in Libia, per cinque ordini di motivi: ottenere il petrolio libico, consolidare l’influenza nella regione, aumentare la propria reputazione a livello nazionale, affermare il potere militare francese e togliere l’ascendente di Gheddafi sull'”Africa francofona”.
La cosa più sorprendente è la lunga sezione che descrive l’enorme minaccia posta dalle riserve d’oro e argento del leader, stimate in 143 tonnellate ciascuna, al franco francese (CFA), che circola come prima moneta africana. Invece della nobile dottrina della “Responsabilità alla Protezione” (R2P) data al pubblico, la spiegazione “riservata” è questa:
Questo oro è stato accumulato prima della ribellione attuale ed era destinato a creare una moneta pan-africana basata sul dinaro. Il piano era dare agli africani francofoni un’alternativa al franco.
(Secondo gli esperti, questa quantità d’oro e d’argento vale più di 7 miliardi di dollari. L’intelligence francese ha scoperto questo progetto poco dopo l’inizio dell’attuale ribellione e questo è il motivo della decisione di Sarkozy).
Da notare che il salvataggio dei civili non viene neanche menzionato.
Invece, la grande paura era che la Libia potesse dare indipendenza al Nord Africa col dinaro.
L’intelligenza francese “ha scoperto” l’alternativa libica all’euro: non poteva essere concesso.
La facilità della propaganda
All’inizio del conflitto libico, il Segretario di Stato Clinton accusò formalmente Gheddafi ed il suo esercito di usare lo stupro di massa come strumento di guerra. Sebbene numerose organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty, dimostrarono sùbito la falsità di queste affermazioni, le accuse vennero pompate da politici e media occidentali.
Visto che infangava il leader libico, la cosa venne presa per buona dai network.
Ci sono altre due balle presenti nell’ultima serie di mail. Una è l’uso di Viagra da parte delle truppe per compiere strupri di massa. L’altra è l’affermazione che i corpi siano stati “sistemati” dal governo libico nei siti di bombardamento NATO per far credere che siano stati gli Occidentali ad aver colpito i civili.
In una e-mail di fine marzo ’11, Blumenthal confessa ad Hillary: “Ho riferito questo rumor dei cadaveri circa dieci giorni fa. Ma ora, come sapete, Robert Gates gli ha dato eco”.
Le fonti (ancora una volta, solo voci) ora dicono che Gheddafi ha adottato una politica di stupro e ha anche distribuito Viagra alle truppe. L’incidente alla conferenza stampa di Tripoli, dove una donna ha affermato di esser stata violentata, è probabilmente parte di una cosa ben più grande. Seguiranno aggiornamenti.
Non solo il segretario alla Difesa Robert Gates ha promosso la sua teoria a “Face The Nation” di CBS News, ma la narrativa degli stupri è andata sui titoli di tutto il mondo, dato che Susan Rice, l’ambasciatrice americana all’ONU, ne ha pubblicamente accusato la Libia davanti al Consiglio di Sicurezza.
Queste mail confermano che il Dipartimento di Stato non solo sapeva della natura spuria di ciò che Blumenthal chiama “voci” che avevano come fonte esclusiva il lato dei ribelli, ma anche che non ha fatto nulla per impedire che tali false notizie arrivassero ai piani alti, che ne hanno poi dato “credibilità”.
Sembra inoltre che la storia del Viagra probabilmente sia stata inventata di sana pianta da Blumenthal stesso.»