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Lunedì 19 Giugno, in contemporanea con l'inizio delle trattative sulla Brexit, sempre lui, l’onnipresente, un certo “Sor Soros” (ovviamente parlo di “Giorgio”... George Soros!), ha nuovamente parlato della Gran Bretagna. Afferma “Sor Soros”: «La realtà economica sta per cominciare a incontrarsi con le false speranze di molti britannici. Un anno fa, quando hanno scelto per Brexit, molti cittadini hanno creduto a quanto scriveva la stampa scandalistica e popolare e a quanto dicevano loro i politici a favore del Leave, ovvero che la scelta di andarsene non avrebbe ridotto il loro standard di vita. Da un anno a questa parte, invece, hanno cominciato a mantenere quello stesso standard solo attraverso l'aumento dell'indebitamento privato. Questo è funzionato per un po', visto che l'aumento dei consumi ha stimolato l'economia, ma il momento della verità per l'economia britannica si sta avvicinando velocemente. L'uscita dall'Unione Europea  necessiterà molto più dei 2 anni stabiliti, almeno 5... direi! Un lasso di tempo durante il quale si terrà una nuova elezione. Se tutto andrà bene, magari le due parti in causa decideranno di risposarsi, ancora prima di aver divorziato.»
Ancora “Sor Soros”: «Stiamo avvicinandoci al punto di non ritorno che caratterizza ogni sviluppo economico insostenibile. Il fatto è che Brexit è una proposizione lose-lose, perché crea rischi e pericolo sia per i britannici che per gli europei. Non può essere disfatto, ma la gente può sempre cambiare idea. Apparentemente, questo sta accadendo. Se la May vuole restare al potere, deve cambiare il suo approccio ai negoziati per il Brexit. E ci sono segnali che sia preparata a farlo». Come? «Approcciando ai negoziati con spirito conciliatorio, la May potrebbe raggiungere un protocollo di intesa con l'UE sull'agenda e continuare a operare come un soggetto del mercato unico per un periodo sufficientemente lungo a creare il quadro legale necessario. Questo sarebbe di grande sollievo per l'UE, perché sposterebbe in avanti il maledetto giorno in cui l'assenza britannica creerà un buco economico nel Budget dell'Unione. Questo sì sarebbe un accordo win-win.»
Ma attenzione... La scorsa settimana, il Consiglio della Banca Centrale della Gran Bretagna si è riunito e ha deciso per il mantenimento del livello attuale dei tassi d’interesse che ha fatto titubare il mercato non tanto per la decisone, ma per la composizione del voto: 5 a 3, una divisione del Consiglio della Banca Centrale mai così netta da svariati anni.
Martedì 20, però, Mark Carney (l’attuale Governatore della Bank of England), ha “tranquillizzato”: «Volevo vedere come l'economia avrebbe reagito ai primi negoziati relativi alla “Brexit” ». Quindi, il capo economista della Bank of England, Andy Haldane: «Il ritiro del programma di stimolo addizionale attivato lo scorso anno potrebbe iniziare prudentemente molto presto, visti i dati di cui siamo in possesso.»
Quanto sopra, per dire, a chi comprende e soprattutto a chi “di dovere”, di vigilare attentamente... soprattutto considerando quanto accade all’interno dei luoghi preposti alla “regolamentazione” ed alla gestione della politica monetaria, finanziaria e quindi economica del Regno Unito!... 

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