Segue un articolo/intervista al professor Paolo Becchi dal titolo “Raggi un anno dopo, parla Becchi: ‘Ma ora scrivono pure ai giornali della casta?’...”, pubblicata da “Intelligo News” (http://www.intelligonews.it/).
Raggi scrive a Il Messaggero per rivendicare quelli che sarebbero i meriti della sua Amministrazione. Parla a più riprese di onestà e trasparenza, con una frase emblematica: “Ci stiamo mettendo alle spalle Mafia Capitale”. Ma è così?
«Questo non posso dirlo io, è compito dei magistrati, anche se credo che il giudizio politico sull’amministrazione Raggi non possa limitarsi soltanto a questo. Il giudizio lo possono dare soltanto i romani e in base a dei sondaggi che sono stati fatti non mi sembra che al momento lei se si tornasse a votare verrebbe rieletta. E' vero che ci vogliono cinque anni per vedere i risultati di un’amministrazione, ma va pure detto che dopo un anno i segnali di un cambiamento comunque si dovrebbero percepire e qui non si è visto nulla. Non mi pare ad esempio che sia stato risolto il problema dei rifiuti. Lei dice che lo ha fatto, però dalle immagini che vediamo non sembra così. Ma credo che l’aspetto più politicamente rilevante sia la totale mancanza di coerenza della Raggi che si è ben evidenziata sul tema dell’immigrazione. Prima ha predicato le porte aperte ai migranti sostenendo che tutti a Roma sarebbero stati accolti, poi dopo la disfatta alle amministrative dell’11 giugno scorso con i candidati 5Stelle esclusi dai ballottaggi, è arrivato il diktat contrario di Grillo e lei si è subito adeguata. Ha cambiato idea fino ad affermare che Roma non ne può più di immigrati. Qui però entra in gioco il discorso del Movimento 5Stelle e il suo essere in perenne contraddizione con se stesso, sostenendo tutto e il contrario di tutto e smentendo anche ciò che hanno detto un'ora prima. Anche la Raggi e il suo modo di amministrare la città ritengo rientrino in questa dimensione.»
Onestà, onestà, onestà. La Raggi ripete più volte questa parola nella lettera, quasi a voler far passare il messaggio che tutti i problemi avuti sono stati proprio conseguenze del voler essere onesti contro tutto e tutti?
«Ma quale onestà! Qui i veri disonesti sono loro e mi riferisco ad un concetto di disonestà intellettuale. La verità è che i 5Stelle al governo delle amministrazioni non hanno portato nessun cambiamento significativo, la gente lo ha capito e alle ultime amministrative ha smesso di dar loro fiducia. Ora la Raggi tenta di recuperare i consensi perduti con questa lettera, ma i risultati veri sono sotto gli occhi di tutti. Dove sono le trasformazioni annunciate e promesse? La disonestà sta nel comportamento tenuto. Prendete lo Ius Soli. Ora che hanno capito che essere pro immigrazione non paga, hanno cambiato posizione. Prima hanno detto che erano favorevoli, ora invece hanno annunciato che non lo sono più e che per coerenza forse in Senato si asterranno ben sapendo che in Senato comunque l’astensione vale come voto contrario. Non riescono ad essere onesti e a dire che hanno cambiato idea per ragioni elettorali e che la posizione giusta sull’immigrazione è quella di Salvini. La Raggi è la personificazione di tutto questo.»
Tornando a Roma, non è un paradosso che non si faccia cenno ai problemi della Giunta e ai continui cambi degli assessori fra dimessi e dimissionati?
«Stendiamo un velo pietoso su questo, non si è mai visto un sindaco che si presenta alle elezioni sapendo di avere alte possibilità di vittoria senza avere pronta una squadra di governo. La Giunta non è mai partita e i problemi sono rimasti irrisolti. Se a casa sua non c’è la spazzatura non basta questo a dire di aver risolto il problema. Io non credo alla teoria del complotto, non credo che le immagini sul degrado di Roma che continuiamo a vedere ovunque siano finte. Sono dell’idea che nessuna emergenza sia stata effettivamente superata. La Raggi dovrebbe scrivere di meno e lavorare di più.»
Il fatto che abbia scelto come tribuna il Messaggero che è per altro di proprietà di un noto costruttore della Capitale non è curioso per chi ha fatto della lotta al cemento il proprio cavallo di battaglia?
«Torniamo al discorso di prima, quello della disonestà intellettuale. Ricordate il Movimento delle origini? No giornali, no televisioni, oggi non fanno che andare alla ricerca dell’intervista e se non sono i giornalisti a chiamarli sono loro a mettersi in mostra scrivendo lettere al direttore. Dove è finito l’insegnamento del compianto Gianroberto Casaleggio? Non era lui che diceva che i giornali erano tutti morti? Che erano al servizio delle lobby? Ora che fanno? Si rivolgono ai giornali della casta sperando di recuperare consenso? E questi sarebbero onesti intellettualmente? Fortunatamente gli italiani stanno aprendo gli occhi.»