Segue un articolo dal titolo “Sanzioni contro la Russia: la Germania insorge. Ovvero: toccatemi tutto, ma non il mio stream”, pubblicato dalla “Reuters” (http://www.reuters.com/).
Maurizio Noris: «Ha senso parlare di etica nel business? Forse, ma solo se non eleggi un saudita come presidente all’Onu per i diritti umani.
Le sanzioni contro la Russia, inizialmente scaturite dall’annessione della Crimea (terra di cui ora, obiettivamente, a nessuno frega più nulla), sono state via via legittimate, nelle successive risoluzioni, da punti di carattere etico: libertà di stampa, democrazia, geopolitica, culinaria e via dicendo.
In altre parole, i russi sono brutti e cattivi, probabilmente inzuppano pure i bambini nella borsh al posto del pane e meritano di essere sanzionati.
Le sanzioni sono un bene… sino a quando non interferiscono con il tuo business.
Perché, in fondo, parlare di etica negli affari ha senso solo quando l’affare non è tuo.
L’Europa aveva, ormai più di dieci anni or sono, avviato due progetti per approvvigionarsi del gas russo; si trattava di due pipeline, una a sud, passando per l’Italia e i Balcani, e una nord, che puntava direttamente la Germania.
Il South Stream era stato firmato a 4 mani proprio dalla nostra Eni con Gazprom, mentre il Nord Stream era (seppure con qualche aiuto tecnologico di Eni) principalmente a guida tedesca.
Il Nord stream è stato inaugurato nel 2011 direttamente dalla Merkel, mentre il South Stream si è arenato causa mille motivazioni di carattere etico/religioso/astrologico (non ultimo pure l’abbattimento dell’aereo russo da parte di Erdogan).
Parlare di South stream pare oggi quasi una barzelletta perché i tedeschi, pur di non farcelo realizzare, si sono aggrappati a qualsiasi scusa, etica inclusa.
Saipem, branca d’eccellenza dell’Eni che avrebbe seguito il progetto, è pressoché fallita (o meglio, abbiamo permesso che fallisse), riducendosi a fardello statale.
“Non si possono fare affari con un paese come la Russia”, tuonavano da Berlino, mentre avviavano il potenziamento del Nord causa soppressione del South.
Ora la svolta.
Le nuove sanzioni americane sanzionerebbero infatti le compagnie che forniscono materiali e supporto alla Russia per l’esportazione di energia, pipeline compresi. E la Germania, coinvolta nel Nord Stream 2, improvvisamente fa dietrofront.
Il portavoce di Angela Merkel ha definito come “strano che le sanzioni contro la Russia debbano danneggiare società europee”, aggiungendo che “questo non deve accadere”. Come dire: le sanzioni ci piacciono molto quando riguardano i competitor, meno i nostri partner. E c’è da scommettere che si batteranno come leoni per averla vinta.
Cosa ci insegna tutto questo?
Prima di tutto a stimare i tedeschi, piuttosto che odiarli. Loro, al contrario di noi, sanno fare i propri interessi.
Secondo: l’etica funziona solo all’interno della propaganda, non degli affari. Un politico che parla di etica, fondamentalmente, vi sta prendendo in giro. Soprattutto dopo aver invaso due Paesi sovrani, rovesciato due governi legittimi e dato via al più grande flusso migratorio della storia (senza nemmeno citare gli strani rapporti con sauditi e Isis assortiti).
Terzo: invece di pensare alla democrazia altrui (considerato poi che molti russi sono seriamente convinti di mangiare cingolati con le patate), dovremmo limitarci a pensare alla nostra di situazione, che tanto rosea non è.»