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Seguono alcuni estratti della quindicesima edizione della “Linea diretta” con i cittadini russi. “Linea diretta” dove il Presidente della Federazione Russa, Vladimiri Putin, risponde a braccio alle domande dei cittadini.
Gli estratti che seguono sono stati divulgati da “L'Antidiplomatico” (http://www.lantidiplomatico.it/).

Su Poroshenko e l’Ucraina
«Se qualcuno vuole essere europeo - ha detto Putin, riferendosi a Petro Poroshenko - forse prima deve chiudere i conti offshore e poi parlare al popolo. La risposta era scaturita da una telefonata di lamentele da un cittadino di Kiev, che si era rispettosamente rivolto in lingua russa, per il trattamento ‘poco corretto’ dei canali TV russi. “Non tutti sostengono Bandera in Ucraina”, aveva protestato il telespettatore. “I nostri network non denigrano gli ucraini. La Russia cerca di non intromettersi negli affari ucraini”. A proposito dei nazionalisti ucraini che vanno in giro con le svastiche, Putin li ha definiti dei “cretini”. Il presidente russo ha poi paventato il rischio di un problema sanitario nel paese. “I costi per l'acqua calda e fredda sono saliti rispettivamente del 200%, le pensioni di vecchiaia sono diminuite del 45%. Così, quando si tratta di considerazioni sanitarie, se tutto va in questo modo, molte persone in Ucraina potrebbero iniziare a avere problemi con l'igiene. Per quanto riguarda il lavarsi, dove e quanto, ciò sarà una questione importante”, ha detto».

Sulla Crimea
«Gli Stati Uniti stanno attuando una politica di contenimento della Russia, i politici americani trovano sempre una ragione per giustificare misure restrittive […] Se la riunificazione della Crimea con la Russia non ci fosse stata, avrebbero trovato qualcos'altro da contenere […] Le sanzioni anti-russe sono state sempre presentate in questo modo dai politici: per il contenimento della Russia».

Su Comey
«Putin si è detto disposto a concedere asilo politico all'ex direttore dell'Fbi James Comey, nel caso in cui venisse perseguito dalla giustizia Usa. “Qual è la differenza con Snowden?”, si è chiesto. “Suona molto strano che un capo dei servizi segreti registri (una conversazione con il capo dello Stato su una presunta ingerenza russa nelle elezioni, ndr) e la passi ai media tramite un amico».

Sulle sanzioni alla Russia
«La Russia è sempre vissuta sotto le sanzioni, ce le mettono quando sentono la concorrenza […] Secondo le Nazioni Unite la Russia avrebbe perso 50-52 miliardi di dollari a causa delle sanzioni, chi le ha messe invece ha perso 100 miliardi di dollari […] Non c'è nulla di straordinario nelle nuove sanzioni del Senato statunitense contro la Russia. Le sanzioni statunitensi hanno determinato un calo del Pil russo dell'1 per cento […] La Russia rimuoverà le sanzioni se anche i partner occidentali faranno lo stesso».

Sulle Ong e gli Stati Uniti
«Gli USA continuano a sostenere le ONG in tutto il mondo e questo non è altro che un tentativo di influenzare le menti dei popoli e quindi le elezioni. Dovunque si mette il dito nel mondo vi sono gli interessi americani: anche altri capi di stato la pensano così ma non vogliono litigare con l'America. […] Vediamo che ora negli Usa si sta sviluppando la russofobia e crediamo che sia il risultato, prima di tutto, di una crescente lotta politica interna […] La Russia in America ha un sacco di amici, ma l'isteria dei media probabilmente colpisce le menti e l'umore dell'opinione pubblica. Vi assicuro che in Russia ci sono molte persone che nutrono un grande rispetto verso le conquiste del popolo americano e sperano che le nostre relazioni alla fine si normalizzino. Anche noi siamo interessati a questo».

Sulla Siria
«Il problema della Siria, il problema del Medio Oriente, è già chiaro a tutti che non si arriverà a niente senza un lavoro costruttivo congiunto. Il nostro piano è quello di innalzare il livello di addestramento delle forze armate siriane e poi con calma tornare alle basi che abbiamo nel Paese così che le truppe siriane possano agire in modo indipendente ed efficace: se sarà necessario le sosterremo con l'aviazione».

Sul suo futuro
«A chi verrà dopo di sé, Putin ha detto che solo i russi possono decidere chi dovrà guidare una città, una regione o il paese».

Su Navalny
«Noi siamo pronti a dialogare con l'opposizione e con chi protesta a patto che siano disponibili a migliorare la vita delle persone, a risolvere i problemi, ma non con chi strumentalizza le difficoltà per farsi promozione dal punto di vista politico.»

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