“Giggino” Di Maio, prima delle elezioni: «Noi non abbiamo fondato la nostra storia sull'antieuropeismo, ma sul reddito di cittadinanza. Abbiamo fatto bene a non sottometterci mai alla famiglia dei partiti antieuropei, che sembra nuova ma in realtà è malata di ideologia e estremismo. Non a caso è composta da forze emergenti che non hanno i nostri livelli di consenso. E poi personalmente apprezzo le buone pratiche di governi europei come quello francese e tedesco, composti da partiti tradizionali. Sono pratiche che vorrei importare in Italia.»
“Giggino” Di Maio, dopo la “batosta” delle elezioni: «Ormai il Paese è una pentola a pressione.
Non possiamo pensare di affrontare questo fenomeno (dell'immigrazione, Ndr) nei nostri confini. O l'Europa si sveglia e comincia a redistribuire per quote in altri Paesi tutte queste persone o qui salta il coperchio.»
Virginia Raggi, prima delle elezioni: «Abbiamo a disposizione fondi che l’Unione europea ha destinato per le popolazioni rom. Li utilizzeremo per far in modo che non esistano più campi all’insegna della criminalità e dell’illegalità.»
Virginia Raggi, dopo la “batosta” delle elezioni: «Roma è sottoposta ad una forte pressione migratoria. Così non si può andare avanti. Ho inviato nei giorni scorsi una lettera al Prefetto di Roma per chiedere al Ministero dell’Interno una moratoria sui nuovi arrivi di migranti in città.»