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“Keep Talking Greece”
(http://www.keeptalkinggreece.com/) scrive un pezzo dal titolo “Frode fiscale in Germania per 32 miliardi, proprio davanti agli occhi del Ministro delle Finanze”, ripreso e trdotto da “Voci dall'Estero” (http://vocidallestero.it/). 
Di seguito il pezzo.

“Keep Talking Greece”: «Sembra che un gruppo internazionale di banchieri, avvocati e agenti di cambio abbiano frodato il sistema fiscale tedesco per un totale di 32 miliardi di euro, in un periodo di 15 anni. E sembra che lo abbiano fatto proprio davanti al naso del Ministro delle Finanze tedesco. Un report della televisione di stato tedesca ARD e il settimanale Die Zeit sostengono che lo stato tedesco avrebbe perso almeno 31,8 miliardi di euro dal 2001 a oggi, a causa di trucchi messi in atto da banchieri [“banksters”] e agenti di borsa, che hanno manipolato versamenti e rimborsi fiscali.
Da un po’ di tempo i pubblici ministeri stanno indagando, e un po’ alla volta sta venendo fuori come questa evasione fiscale su larga scala si sia realizzata proprio davanti al naso delle autorità. In alcuni casi le autorità avrebbero chiuso un occhio di fronte alle procedure utilizzate, e non da parte di singoli individui desiderosi di farsi una fortuna, ma di alcune delle più grandi banche e delle più rispettate imprese del paese. Quattro ministri delle finanze tedeschi avrebbero potuto mettere fine alla frode fiscale durante i loro mandati: Theo Waigel (Unione Cristiano-Sociale), Oskar Lafontaine (Partito Socialdemocratico Tedesco [SPD]), Hans Eichel (SPD), Peer Steinbrück (SPD).
Allo stesso tempo è stata condotta un’indagine congiunta per un periodo di sei mesi da parte di giornalisti della trasmissione “Panorama”, della rete televisiva ARD, e di Die Zeit, in collaborazione col prof. Christoph Spengel dell’Università di Mannheim; l’indagine si è svolta in USA, Svizzera, Germania e alla City di Londra.
“Perché politici e autorità non sono stati in grado di fare nulla per oltre 15 anni?” chiede Die Zeit, e osserva: “Per rispondere a questa domanda un team di giornalisti di Zeit Online, Zeit, e della televisione pubblica tedesca ARD, hanno trascorso sei mesi a esaminare gli atti di indagini riservate, tabelle di transazioni, email, estratti conto, documenti, registrazioni delle perquisizioni, sequestri e intercettazioni telefoniche della polizia. I giornalisti si sono recati nei luoghi di origine delle transazioni, compresi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Svizzera. Hanno parlato coi procuratori di stato, con gli indagati, con coloro che erano stati finanziariamente danneggiati, con informatori, ricercatori e con un ex ministro delle finanze tedesco”.
“Questa è la più grande frode fiscale della storia della Repubblica Federale Tedesca“, ha dichiarato il prof. Spengel.
Dal 2001 lo stato tedesco ha perso almeno 31,8 miliardi di euro, tramite certe pratiche bancarie e borsistiche chiamate scambi “cum/cum” ed “ex/cum“.
Secondo i calcoli di Spengel, le compravendite “cum/cum” sarebbero costate alla Germania 24,6 miliardi di euro dal 2001, mentre le compravendite “ex/cum” si stima siano costate ulteriori 7,2 miliardi di euro tra il 2005 e il 2012.
Le compravendite “ex/cum” sono state vietate nel 2012, le “cum/cum” nel 2016.
Nelle compravendite del primo tipo le banche e gli agenti di cambio tedeschi compravano e vendevano azioni per conto di investitori stranieri in un modo che consentiva loro di richiedere un rimborso fiscale al quale non avrebbero avuto diritto. Molti hanno messo in discussione la legalità della pratica.
Nelle compravendite del secondo tipo (una variante più complessa), investitori e banche compravano e vendevano azioni subito prima e subito dopo il pagamento dei dividendi. Con un po’ di creatività contabile, e sfruttando una procedura che permette a più di una persona o istituzione di possedere un’azione nello stesso momento, sono stati in grado di richiedere numerosi rimborsi fiscali.
I pubblici ministeri tedeschi stanno indagando una serie di banche - inclusi istituti di credito che erano stati salvati con soldi pubblici - e singoli individui.
I giornalisti tedeschi hanno trovato evidenza di una presunta rete criminale di circa una dozzina di banchieri d’investimento a Londra che sarebbero responsabili della maggior parte dei miliardi di euro frodati al fisco.
Le indagini, di cui si è parlato in televisione giovedì sera, hanno rivelato che nonostante un avvertimento del commissario di stato August Schäfer nel 1992, e la testimonianza di cinque informatori, le pratiche illecite sono continuate in modo diffuso.

Anche molte grandi banche hanno guadagnato denaro da queste pratiche.

– Numero di banche tedesche che hanno preso parte a queste pratiche presumibilmente illegali: 40.

– Banche e fondi d’investimento nel resto del mondo che hanno preso parte alle attività: oltre 100.

La BBC da Berlino riporta come non sia stata né un’autorità nazionale, né un ministro delle finanze, né il sistema giudiziario ad aver messo finalmente in luce questa lunga pratica, ma una giovane assistente amministrativa dell’ufficio centrale tedesco delle imposte. Questa assistente si è accorta di richieste esorbitanti di rimborsi fiscali da parte un singolo fondo pensione con sede negli Stati Uniti.
L’impiegata è andata più a fondo e, nonostante le minacce, ha iniziato a portare alla luce altri casi.
Ora 30 suoi colleghi è stato assegnato l’incarico di cercare di recuperare una parte del denaro, mentre i pubblici ministeri stanno preparando le accuse contro le persone coinvolte.
“Le indagini colmano un vuoto: nessuno  finora era a conoscenza, a questo livello di dettaglio, di come le presunte frodi fiscali venissero condotte e del perché i funzionari non riuscissero a fermarle“, ha notato lo Zeit Online.
Alcuni lettori, inclusi noi stessi di KeepTalkingGreece, si potrebbero chiedere perché il giornalista tedesco che ha scritto l’articolo non abbia menzionato anche l’attuale ministro delle finanze, Wolfgang Schäuble, tra i ministri delle finanze che “avrebbero potuto fermare il furto“. Schäuble è ministro delle finanze dal 2009. Ha vietato le compravendite “ex/cum” dopo tre anni che era in carica, e le compravendite “cum/cum“  addirittura dopo sette anni.
Lo scandalo fiscale non è nuovo. Già a febbraio il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ha dovuto testimoniare davanti a una commissione parlamentare di inchiesta sul caso. Schäuble aveva ricevuto degli avvisi di indagine già a marzo e a giugno 2011. Uno degli avvisi si riferiva a una banca che lo stato tedesco aveva salvato con soldi pubblici. Secondo un report dello Spiegel, che cita la testimonianza di Schäuble, il Ministro delle Finanze non sembra aver scavato molto a fondo la questione.
“Schäuble si è dimostrato meno tempestivo di quando ha a che fare con le questioni fiscali internazionali” nota Der Spiegel. 
Sì, certo. Nel 2011 Schäuble era molto occupato a stendere piani per buttar fuori la Grecia dall’eurozona. Ed è tuttora ossessionato dalla Grecia, secondo quanto affermano i soliti greci…»

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