Segue un articolo del giornalista Paolo Barnard dal titolo “Le rinnovabili sono ORO, SONO GOLD (man). (credete che i Vampiri dormano?”, pubblicato sul suo sito (http://www.paolobarnard.info/).
Paolo Barnard: «Gesù, non ci vuole un’aquila a vedere se nel tuo bagno c’è un Tirannosauro, voglio dire, anche se sei una talpa lo noti, no? Le Rinnovabili, in sé essenziali, sono oggi pastura per squali 100%, e io vi avevo avvisati mesi fa. Ma qualcuno ci va mai su Bloomberg? Lo vedete che 8 su 10 appare una pubblicità pop-up dove Citi, o UBS, o Bank of America, o JP Morgan - i filantropi - si proclamano i sostenitori globali del ‘Verde’ Rinnovabile? Non puzza il Tirannosauro?
Uno dei miei aforismi che dovrebbe essere scritto sui cartelloni in autostrada è: “Ma voi credete che Dracula si faccia scappare gli angioletti dai buchi del mantello?”. Detta come va detta, (patetici grilli a parte) voi credete veramente che il mondo sia diviso fra i cattivi del petrolio e i buoni delle energie verdi? No.
Non esiste divisione da almeno 20 anni, i cattivi non hanno soluzione di continuità, e siccome loro pensano (THINK), vedono le cose quei 20 anni prima di voi ( in altri campi 100 anni prima, vero Sergey Brin-Google?) e ci si fiondano dentro. Infatti che col carbone e petrolio non potessero andare molto avanti, i Vampiri lo capirono ‘da mò’. Ed ecco il risultato:
LE RINNOVABILI SONO OGGI 100% IN MANO AI PEGGIORI CEFFI BASTARDI DEL MONDO.
Ma su festeggiamo, di certo Lloyd Blankfein o Hank Paulson daranno energia pulita ai negretti in Angola, Haiti… a gratis, perché poverini sono così magri. E a noi, un po’ più cicciotti, ce la daranno a prezzo equo-pensionati. Cerrrrrto. Ecco come inizia una storia ‘Verde’ diventata sordida come un ratto morto. Se non capite, fate due passi dalla Raggi.
Chi poteva essere il bastardo che consegnò il business del ‘Verde’ in mano a Wall Street se non uno di ‘sinistra’? Yes, Barack, lui. Nel 2009 il Congresso USA, senza neppure passare dal Senato, approva il American Clean Energy and Security Act. E’ una legge le cui parole chiave sono CAP AND TRADE. Cos’era successo?
Voi sapete che il 2008 è l’anno delle peste finanziaria bubbonica mondiale, parte tutto da una banca a New York, la Lehman, che collassa, poi l’effetto domino. Ma come vi ho sempre detto LORO pensano anni avanti, e Goldman Sachs aveva già, dal primo giorno della crisi, messo da parte la crisi per passare alla prossima speculazione. Goldman aveva donato qualcosa come 4 milioni e mezzo di dollari al partito Democratico di Obama, e qualche soldino anche ai Repubblicani, e mentre tutto il mondo impazziva per la ‘crisi’, Goldman faceva pressione su Obama per far passare quella legge di cui sopra, il American Clean Energy and Security Act, col CAP AND TRADE. Allora zia Marta ti spiego:
Ste mega banche d’investimento vivono di bolle speculative, cioè gonfiano i prezzi dei beni oltre qualsiasi realtà (come se un’agenzia immobiliare facesse sì che il tuo appartamento da 250.000 euro di colpo valesse 2 milioni di euro); al quel punto li vendono al prezzo gonfiato come una mongolfiera, e poi naturalmente il mercato crolla perché tutto è finto (bolla), e tu che hai pagato 2 milioni di euro una casa, la mattina dopo ti vale 250.000 euro. Ops! Cazzi tuoi polla/o. La mega-banca intanto ci ha scremato il resto. Ok. Allora cosa sa, nel 2008, Goldman?
Goldman sa che il tema del terzo millennio è l’Ambiente. Sa che Washington per quanto sempre a malavoglia, non può non approvare almeno una leggina, leggiucola, che almeno dia l’idea al pubblico che fanno qualcosa contro il CO2. Ma Goldman sa come speculare sull’eventuale leggina. E fanno lavoro di lobby al partito del finto negro che hanno foraggiato come detto sopra. Il finto negro propone la legge, che viene approvata come già scritto. La legge, zia Marta, in sostanza dice alle industrie americane che gli viene dato un limite di emissioni di CO2 oltre il quale non possono andare, poniamo che il limite sia 100. Ma… Ma… ma la legge dice che se l’industria X ha emesso 120, quindi ha sgarrato, invece che prendere bastonate può ‘COMPRARE UN CREDITO DI CO2 DALL’INDUSTRIA Y CHE HA EMESSO 80’, così va a pari e non prende bastonate.
Il limite di 100 viene chiamato CAP (tetto massimo).
Comprare un credito di CO2 da altre aziende viene chiamato TRADE (commerciare) CAP AND TRADE.
E quando qualcuno al mondo sussurra la parola commerciare, Goldman Sachs è Vampiro. Allora cosa hanno fatto? Hanno comprato a man bassa nel 2009 azioni degli Istituti incaricati dal governo Obama di scambiare questi crediti di CO2, come il Chicago Climate Exchacange e altri. Ma hanno pensato ancor più finemente, perché è ovvio che con la spinta per la competizione mondiale, e ancora con le Rinnovabili in fase pre-natale, le industrie USA avrebbero pompato sempre più CO2 nei cieli, quindi è ovvio che sempre più rari sarebbero diventati questi crediti da trovare e da scambiare, e… e quando una cosa diventa sempre più rara, costa sempre di più, e se Goldman ha in mano una bella fetta di questo Mercato ci fa miliardi. Alé, il gioco er fatto. Goldman Sachs di colpo diventava la portabandiera del ‘Verde’. Ma vanno oltre ai crediti di CO2. Ohhh! gli alberelli, le lumachine, i fiumi, i laghi, l’acqua....... l’acqua!….. Capitolo 2.
La capitale degli Stati Uniti è Washington D.C., il suo maggior fiume si chiama Potomac, è enorme, e davvero attorno a questo fiume non sorge solo la capitale, ma anche un’immensa distesa di parchi, laghetti e altri fiumicelli. Come in tutte le grandi città del mondo, il sistema di scolo pluviale e fognario di Washington è soggetto al fenomeno dello straripamento, piuttosto antipatico. Se per esempio piove torrenzialmente per giorni, tutto straripa, fogne incuse e tutto finisce nel Potomac, laghetti, e contamina l’ambiente, parchi, boschi ecc.
Il gestore dell’intero sistema di scolo pluviale e fognario si chiama DC Water, e dopo 100 anni di disperazione per questo problema apparentemente intrattabile, ha chiesto aiuto agli ambientalisti, i quali gli hanno detto questo: per risolvere il problema dovete praticamente costruire una specie di colossale impianto di depurazione delle acque sotto la città, per il modico costo di 2.6 miliardi di dollari. Ops! Gulp! ha detto il CEO di DC Waters George Hawkins. E mò chi li trova i soldi per l’ambiente?
Ma chi? se non il paladino dei paladini ‘Verdi’: Goldman Sachs? Ed ecco che spicca il volo da Wall Street il verdissimo Jeffrey Scruggs di Goldman, che ansioso di salvare gli alberelli, le marmotte, le lumachine, i pesciolini, e i bimbi americani che nei laghetti fanno il bagnetto, ha pensato a quest’idea: DC Water emette dei Bond Verdi con maturità di UN SECOLO (bond = titolo, come i titoli di Stato); i cittadini di Washington D.C. o altri li comprano, e col gruzzolo da 2.6 miliardi di dollari parte il Clean Rivers Project, cioè proprio la costruzione dell’impianto di depurazione spaziale sottoterra di cui sopra. Jeffrey Scruggs declama: “E’ una soluzione di finanziamento ‘Verde’ rinnovabile di grande eleganza. Semplicemente spalma i costi su generazioni di cittadini per un secolo”. Già, ma caro Jeffrey, chi per un secolo si beccherà praticamente senza fare un cazzo le commissioni sul mercato di questi Bond Verdi?
Goldman Sachs.
E quando con l’arrivo impetuoso delle Rinnovabili in ogni altro angolo del mondo ci saranno altre città, altre utilities, che avranno bisogno di miliardi, meglio trilioni di dollari di finanziamenti per diventare ‘puliti, chi sarà già in pole position con il nuovo Mercato dei Bond Verdi centennali su scala mondiale? Goldman Sachs. E quando la richiesta di questo tipo di finanziamenti per le Rinnovabili arriverà a livelli febbricitanti, chi intascherà il plus valore dei Bonds? Goldman e i suoi investitori per primi, perché sono loro con Jeffrey Scruggs che l’hanno inventato di sana pianta sto nuovo mega-Mercato di titoli tutti verdi come i bigliettoni con scritto $.
Bel mondo dietro le Rinnovabili eh? Altro che Greenpeace, altro che Vendola e Grillo, o Friends of the Earth. Sticazzi i Panda e le lumachine.
E non finisce qui. Com’è noto, e come ho già dettagliato in altri articoli, ogni barracuda del Pianeta sta correndo a investire nelle energie Rinnovabili, dalla Cina, agli Hedge Funds, le mega-banche, i Sauditi (conato), ecc. E poi ci sono le ONG, i cosiddetti non-profit, che spingono come tori per le Rinnovabili, e il maggiore al mondo di questi si chiama REN21. Quindi, direte voi, almeno uno straccio di non-profit c’è in tutto sto Verde pulito. Davvero? Ecco chi c’è nella pancia dei sorridenti ambientalisti più attrezzati del mondo, REN21: Mr Macias Galan, CEO di Solarwatt, azienda di Rinnovabili da 65 milioni di euro, puro Mercato. Mr Greg Wetstone, di ACORE che si professa non-profit ma parla SOLO di Rinnovabili via finanziamenti privati e investitori, portandosi fra i suoi membri qualcosa come 250 aziende private. Mr Li Junfeng, di CREIA, cioè il Guru cinese delle industrie Rinnovabili, che di statale non ha neppure la carta delle stampanti. Mr Steve Whelton, della International Hydropower Association della Gran Bretagna, che si definisce “gemellaggio di due Corporations” specializzate in financing. E non mancano i super lobbysti europei come Rainer Hinrichs-Rahlwes della super lobby industriale delle Rinnovabili EREF. Rainer e i suoi mega-studi legali chiedono alla Commissione Europea di fare le leggi ‘verdi’ che obblighino gli Stati a essere rinnovabili, poi… ci pensano loro a vendere a, o a indebitare quegli, Stati.
Ohhh! Le Rinnovabili, eh Beppe?
E pensare che tutto sto porcaio dietro le Rinnovabili - che strozzinerà i poveri del mondo a sangue, e anche noi ricchi - si poteva evitare semplicemente restituendo agli Stati sovrani la loro capacità illimitata di spesa per creare un mondo rinnovabile alla portata degli africani, bangladeshi, haitiani, italiani, canadesi, portoghesi… ecc. ecc., mettendoci un VERO CAP & TRADE, questo:
CAP SULLA SPECULAZIONE FINANZIARIA SU UN BENE VITALE DEL PIANETA, CHE E’ L’ENERGIA.
TRADE QUANTO BASTA PER IL SETTORE PRIVATO, A PATTO CHE NON ESAGERINO COI PREZZI SPECULATIVI, SE NO SBERLE (come fanno in Svezia già oggi).
Carino il tweet di Lloyd Blankfein sopra, eh? Un uomo così impegnato che trova il tempo per twittare ‘verde’ per il bene di tutti. Che tesoro. Anima d’oro, anima gold (man) infatti.»