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francia elezioni 71a5d
francia elezioni 71a5d
Quello che segue è un articolo dell’economista Nino Galloni (Vicepresidente e Supervisore economico del Movimento Roosevelt) pubblicato da “Scenarieconomici”.

Scrive Nino Galloni: «Al ballottaggio darei per scontata la vittoria di Macron a meno di un ripensamento degli elettori di estrema sinistra che hanno pesato oltre il 34% del totale sommando i risultati da Melenchon a Cheminade: già, l’astro nascente Melenchon ha preso poco più del 19%, arrivando quarto, ma se qualcuno che l’ha seguito con lo 0, l’1%, il 6, il 3 lo avesse sostenuto, non solo sarebbe andato al ballottaggio, ma addirittura superando lo stesso Macron.
Destra classica e destra radicale rappresentano opzioni diverse, ma nella sinistra 4-5 candidati oltre al moderato Macron ed al superato socialista hollandiano, mi sembra un assurdo.
Macron ha un bel curriculum di funzionario pubblico di carriera che poi fa il banchiere, la creatura dei Rothschild, il sostenitore dell’euro e di quest’Europa deflazionista che non va bene nemmeno a Trump, a Putin, alla Cina, ma, a quanto pare, solo alla grande finanza mondialista.
Ecco un argomento, l’unico, però il più importante per non votarlo: ma la Le Pen e Melanchon sarebbero così intelligenti da accordarsi?
Prima delle elezioni Marine aveva mandato qualche messaggio possibilista; a ridosso delle elezioni, invece, è apparsa piuttosto moscia e adesso la frittata sembra fatta.
Secondo me è andata malissimo e finirà peggio salvo un miracolo di rovesciamento delle previsioni. La lezione è sempre quella: disuniti si perde. La sostanza è un programma di fuoriuscita dalla gabbia deflazionista, con monete nazionali che, almeno, affianchino l’euro e sostengano un piano di sviluppo di alternativa alle esportazioni, alle aggressioni, alla compressione della crescita interna.
Tuttavia l’elettorato ha sostenuto candidati forti o deboli tutti accomunati dal voler dire un deciso no a quest’Europa che non va.
Occasione persa per adesso, ma gli spazi si stanno aprendo, continua la marcia dell’elettorato verso l’alternativa: la Francia non ce l’ha fatta (peccato, per poco), ora tocca all’Italia organizzare una nuova politica, tra pochi mesi, chissà, a partire dalla Sicilia. Una proposta di Mediterraneo contro la falsa Europa della deflazione e dell’arroccamento in difesa di chi già ha» (Nino Galloni).

 

 

 

 
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