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Di seguito il “forte” e deciso intervento di Pietro Nardi dal titolo “Democrazia e classe dirigente” che lo stesso, per “motivi logistici”, non ha potuto esporre in maniera diretta al Congresso “Forme della Democrazia” dell’8 e 9 aprile avvenuto presso la “Casa Internazionale delle Donne”, a Roma (sarà comunque possibile, a breve, visionare anche l’intervento video di Pietro Nardi e di tutti gli altri partecipanti/relatori del congresso).

Scrive Pietro Nardi: «Oggi ci troviamo in una condizione in cui, più o meno tutti, conosciamo i nostri problemi, di cui altrettanti discutono, ora sui giornali, ora sui talkshow in modo più o meno discutibile, senza comunque prospettare un minimo di soluzione. Ma un problema senza soluzione non è un problema è una disgrazia. Ora parlando di Democrazia, visto che è il tema del Congresso, non saprei da dove cominciare; trascurando la problematica internazionale ( almeno per il momento (?), ) potrei iniziare dalla UE da dove  secondo molti, provengono i problemi citati. Non potendo permettermi in questo consesso di definire il significato di DEMOCRAZIA, mi pongo alcune semplici domande: è democratica l’unione di popoli che eleggono un parlamento senza poteri, dove solo recentemente da questo, viene tratto il Presidente della Commissione, comunque predeterminato? E democratico un “Sistema” dove la politica è sottomessa al potere economico/finanziario/monetario? È democratica un’unione, allorché vedendosi bocciare un’ipotesi di Costituzione (Francia e Olanda) per assoluta mancanza di Welfare, che necessita di unanimità, la trasformano in un trattato (Lisbona)? È forse democratico un sistema dove la Magistratura, o meglio, più semplicemente i giudici vengono nominati? È democratico un sistema che genera milioni di poveri nell’intento di renderli sudditi? Potrei continuare, ma suppongo non sia necessario. Un giorno un giorno un caro amico, europeista, con cui avevo un intenso scambio epistolare mi disse che certe disfunzioni erano un prezzo da pagare per la pace! La mia risposta di cui gradirei farvi partecipi fu: sono un cittadino europeo, faccio parte del cosiddetto occidente, ma mi sento più un cittadino del mondo e in quanto tale ricordo le parole di Papa Francesco: siamo in piena terza mondiale, solo (?) fatta a pezzi. Ed ho poi aggiunto: inoltre quale cittadino del mondo o se preferisci occidentale, mi permetto di ricordarti che nel dicembre del ’79 ha inizio la guerra tra Unione Sovietica e Afganistan che dura fino agli inizi dell’89; nel 1990/91 c’è la prima guerra del Golfo; dal 1991 al 1995 ci sono le guerre Jugoslave; nel 2001 c’è quella USA Afganistan; nel 2003 inizia e finisce nel giro di un mese la seconda guerra del Golfo; nel 2004 ovvero l’immediato dopoguerra, secondo alcuni Storici, costituì il terreno di coltura di terrorismo di matrice islamica, (ISIS). Tutto ciò non ci riguarda? Ho quindi concluso riferendomi alle vittime da lui citate, ritengo che le vittime siano tali, sia causate da armi che da estrema povertà, sia causate da malattie che da assoluta mancanza di farmaci, sia causate da disperazione (suicidi per mancanza di lavoro) che per infortuni sul lavoro. Dopo la seconda guerra mondiale, durante o forse a causa della cosiddetta ricostruzione industriale ci sono state, forse, più vittime per infortuni sul lavoro che nella prima guerra mondiale. Quanto sopra ha sempre avuto un comune denominatore: uno smisurato interesse di pochi a danno di interessi di molti. Questa citazione ancorché datata la ritengo ancora attuale, quindi formulo la domanda delle domande: c’è democrazia in Europa, o per meglio dire nella Unione Europea? So che più di qualcuno risponderebbe: formalmente si, ma chi mi conosce sa che le formalità non mi hanno mai affascinato, per cui mi permetto di affermare che nel nostro amato “vecchio Continente”, non vive una Democrazia Sostanziale, Matura, in grado di consentire la Libertà l’Uguaglianza a garanzia di una convivenza civile, in cui i Valori di solidarietà, di onestà, di giustizia, unitamente ai Diritti Universali dell’Uomo siano concretamente riconoscibili. Ma tale Democrazia è possibile? Forse, a patto che vengano rimossi i tecnocratici che hanno trasformato in matrigna l’Europa pensata dai Padri fondatori che si erano spesi per una Unione realmente democratica, e sostituiti con una classe dirigente con una visione lungimirante attenta ai menzionati Diritti Universali dell’Uomo su cui, il Movimento Roosevelt ha impostato il suo percorso politico; anche attraverso l’iniziativa:scuola della polis”, la formazione di competenze in grado di gestire il futuro del nostro Paese e ripeto, non solo. A proposito di ciò, veniamo al nostro caro Paese. Può l’encomiabile solidarietà del popolo italiano sostituirsi, o quantomeno. sopperire alla ormai accertata insostenibile assenza di una classe dirigente competente in grado di assicurare un futuro decente, non solo nel nostro Paese, ma anche in l’Europa, nell’occidente e nelle democrazie, così come le conosciamo? Sembrerebbe di no, visto che ormai ci si improvvisa, in modo superficiale, classe dirigente in “ogni dove”: nella politica; nella finanza e nella economia; nella comunicazione; in tutti i media e in particolare nella TV; nelle aziende (grandi, medie, piccole). Comunque dove esistono opportunità a prescindere dalle proprie competenze; si possono fare degli esempi: abbiamo assistito a quattro amici di scuola che con il pretesto di “rottamare” sono saliti ad un presunto potere, governando il nostro Paese con risultati usando un eufemismo, poco apprezzabili… Assistiamo continuamente a dichiarazioni di presunti economisti che ignorando John Maynard Keynes ci propinano l’indispensabilità dell’austerità… e le irreparabili conseguenze del debito pubblico. Ascoltiamo “comunicatori” che presumono di esser tali, solo perché hanno il dono della parola… Siamo bersagli, a volte indifesi, di  media che con pseudo informazioni, opinioni, commenti e malcelata propaganda, convincono tutti coloro che non hanno strumenti di decodifica… In moltissime aziende di tutte le dimensioni, mentre una volta si poteva aspirare ad un ruolo, oggi si è semplicemente un numero, grazie a improvvisati dirigenti, peraltro nominati cui dovrebbe “girare la testa” per una crescita improvvisa inspiegabile anche a loro... Le conseguenze sono nascoste soltanto a chi non vuol vedere; nel nostro paese, aggiungendo alle calamità naturali e alla corruzione, una macchina organizzativa inefficiente ed inefficace, unitamente ad abusi divenuti ormai ordinari, o, se si vuole passivamente accettati, abbiamo come risultato eventi drammatici di cui piangiamo i morti, ed elaboriamo il lutto rapidamente, in attesa di un nuovo evento. E se, per esempio, non è prevedibile il quando e il come avverrà un terremoto, lo e certamente il dove, così come lo sono le previsioni metereologiche; ciò nonostante non siamo in grado di realizzare un processo di prevenzione adeguato, ed ad evento accaduto non siamo in grado porre rimedio in tempi sufficientemente accettabili. Abbiamo soltanto l’attivazione delle persone e poi ascoltiamo improbabili commentatori affermare che anche ciò è Stato. Nossignore questa è solidarietà della “gente”, i Vigili del Fuoco sono lo Stato che intervengono, in emergenza con commovente abnegazione, la Protezione Civile, peraltro formata da quasi tutti volontari è lo Stato, ma se la macchina organizzativa non funziona, non è tempestiva, non si può certo attribuire a loro l’inefficacia degli interventi. C’è chi sostiene che tutto ciò è dovuto alla mancanza di “soldi”, ma su ciò si tornerà più avanti, intanto un paio di semplici domande: come mai dopo ogni evento disastroso interviene la Magistratura? E perché dopo l’evento, i politici intervengono con  inusuale tempestività, promettendo immediato programma per una ricostruzione, puntualmente disattesa, se i “soldi” non ci sono? Queste non sono ragioni politiche, ma semplice e vergognoso fumo negli occhi ai poveri malcapitati. E ciò in ragione di una mediocre classe politica cui manca completamente una visione prospettica; come possono quindi (ri) costruire il futuro del nostro Paese? Questa può definirsi Democrazia? E qui un’ulteriore considerazione, dov’è finito il cosiddetto quarto potere? Perché nei Media Mainstream, Udo Ulfkotte* giornalista, che, dopo aver lavorato al Frankgfurter Allgemeine Zeitung, rivelò, come lui ed altre "firme" fossero al soldo dei servizi americani… non è mai stato evidenziato e/o citato? Insomma è stato il primo a confessare e rendere pubblico il fatto che i media scrivono “fake news” (notizie false) a pagamento. Oggi sono i media ad accusare i social di diffondere notizie false. Ciò non è forse argomento di interesse? O forse di lui non si è parlato perché non era nel frame? Cosa impedisce di comunicare i fatti ovvero di descrivere il descritto,… non voglio credere, anzi non credo che tutti i giornalisti siano come Udo Ulfkotte, che ancorché pentito, si è prestato ad una informazione propagandistica infame, ho conosciuto giornalisti, anche se non tutti personalmente, dalla schiena dritta, preparati e consapevoli di dover separare i fatti dalle opinioni, ma a ciò non è corrisposta un’adeguata trasparenza della stampa tutta. In effetti, perché quando si parla di storia di politica o di economia ci si rivolge anche a personaggi improponibili e non alle fonti autorevoli, per avere risposte pertinenti? Concludo questa parte dell’intervento  con una riflessione, dando per scontato che tutti vogliano vedere ciò che è visibile: a volte si sente parlare di corsi di giornalismo, a volte anche di giornalismo sportivo il più delle volte senza sbocchi; perché non pensare alla possibilità di realizzare Processi Formativi, Scuola della Polis e/o Master, cioè formazione di competenze in grado di generare classe dirigente nei vari campi di interesse onde gestire adeguatamente il futuro del nostro Paese e non solo? Nel frattempo, abbiamo nel nostro Paese un relativo (?) difetto di democrazia, in parte determinato dall’Europa, ma molto completamente autoctono provo a citare qualcosa, ovviamente non esaustiva: la mancanza di sovranità monetaria; di quella legislativa (in buona parte), visto che recepiamo Direttive Comunitarie (trasformate in decreti Leg.vi); la Sovranità Popolare è ormai un vecchio ricordo, visto che dal 2011 si alternano Premier che (ancorché legittimi) non si sono sottoposti agli elettori; siamo stati invece, molto efficienti (?) nel mettere in Costituzione il pareggio di bilancio [sic!]; per non parlare poi dello sbriciolamento dei partiti e del confronto/scontro con i relativi linguaggi che fanno impallidire le battute di Tomas Milian che al confronto sembrano di educande; è impietoso parlare dei tentativi di fare riforme, puntualmente azzerate (totalmente o in parte) dalla Corte Costituzionale e dalla volontà popolare, è invece opportuno ricordare che le stesse erano la risposta all’imput di Goldman Sachs e JP Morgan quando affermarono che nei Paesi del sud Europa c’erano Costituzioni troppo democratiche; e che dire, sulle pseudo riforme sul lavoro, sulle pensioni o sui pseudo incentivi elettorali, dimenticando il 40% di disoccupazione giovanile, gli esodati, gli undici milioni di persone a rischio povertà assoluta, per non parlare degli oltre quattro che l’hanno già raggiunta. No! Signori questa non è democrazia! E se è vero che il pesce inizia a puzzare dalla testa, permettetemi di concludere con un sogno: vorrei gli STATI UNITI d’EUROPA, dove una Classe Dirigente con una visione lungimirante attenta ai più volte menzionati Diritti Universali dell’Uomo, in grado di stabilire le REGOLE di una DEMOCRAZIA MATURA dove l’economia/finanza dipendano da una sana Politica, dove la SOVRANITA POPOLARE sia concreta, dove la SOLIDARIETA’ prevalga sugli egoismi, e dove… potrei continuare… ma temo che qualcuno mi svegli.»

 

                                                                                     

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