In fondo quello che sto andando a suggerire è un cambio di paradigma, una piccola rivoluzione di quelli che sono i canoni tradizionali, che dia peso ai risultati e non ai titoli di chi espone teorie.
Non posso vantare grandi titoli. Ho molta passione sui temi economici, ma solo un modesto diploma di maturità, preso alle serali, quando avevo già 54 anni.
Credo però che le problematiche personali e familiari siano molto simili a quelle delle società grandi o piccole.
E nel mio piccolo, risultati a livello economico ne ho avuti, viste le mie origini molto umili. Inoltre non ho mai goduto di grandi entrate, mi sono sempre comportato onestamente e, sebbene non sia ricco, non ho tuttavia bisogno di nessuno.
Secondo me un limite che abbiamo, in quanto esseri umani, è quello di adottare certe convinzioni e dar loro un valore assoluto. Non è sbagliato crearsi degli schemi per orientarsi, a patto che questi non diventino recinti dai quali è poi difficile uscire. Credo che cercare di guardare alle cose da un' altra angolazione, potrebbe risolvere tantissimi problemi. Quello che ha valore è ciò che funziona e dà risultati.
Mi ha colpito, per esempio, vedere Nino Galloni affermare che oggi è il periodo in cui l'economia è stata più forte.
Personalmente l'ho sempre pensato: da quando sono entrato nel mondo del lavoro la produttività è cresciuta in modo esponenziale. Sono cambiati i materiali e i sussidi tecnici e scientifici. Persino chi fa un lavoro puramente artigianale produce molto di più con minore sforzo.
Sta contraddicendo delle convinzioni comuni, ma ha ragione alla grande!! Sta solo guardando alle cose da un' altra angolazione.
Il suo concetto non fa una grinza: se c'è crisi questa è solamente finanziaria. Non è la scarsità di beni che attanaglia l'umanità, ma sono le politiche di ridistribuzione che non funzionano e che non li rendono fruibili a tutti.
C'è una continua corsa a risparmiare sul lavoro umano e non ci si rende conto che in questo modo s'ingenera un circolo vizioso: c'è un enorme potenziale produttivo, ma chi li compra i beni se la gente non guadagna abbastanza? Il troppo egoismo di chi detiene i mezzi di produzione gli si ritorce contro.
Il presidente Roosevelt, di cui sono un grande ammiratore, risolse il problema della crisi finanziaria che aveva colpito l'America e il mondo fin dal 1929, rompendo gli schemi e adottando politiche che facevano inorridire i puristi delle teorie economiche, spendendo in modo anticiclico per creare lavoro, invece di risparmiare. Sia ben chiaro che, secondo me, i soldi vanno spesi. Certamente! E spesi soprattutto nei momenti di stasi per dare ossigeno all'economia, ma vanno usati bene e mai sprecati. Anche in occasione della guerra, l'America aiutò gli alleati impegnandosi a prestare beni, materiali e armamenti, non soldi. Oggetti che non vennero restituiti perché obsoleti. In questo modo si creò pochissimo debito e si scelse di aiutare le popolazioni vinte invece si schiacciarle, dando il via a un circolo virtuoso di cui tutti ne hanno beneficiato.
Poi c'è un altro problema: la gente comune viene tenuta lontano dall'investimento finanziario. Il mercato borsistico viene dipinto come un luogo demoniaco in cui si fa solo speculazione e si cercano i guadagni facili.
Non è così. Assolutamente! Secondo me, sarebbe un modo per far lavorare le macchine e gli automi, in modo che tutti ne possano avere un ritorno. Secondo me chi investe in aziende che creano beni economici compie un'azione che favorisce la società in generale e allo stesso tempo è giusto che ne ricavi un guadagno.
Non è da avvoltoi crearsi un portafoglio di titoli mettendone da parte un poco alla volta come fanno le formichine, e un minimo di quella speculazione che porta ad acquistare in maniera anticiclica, vedendo un periodo di calo come un occasione (una specie di offerta speciale) e di alleggerimento parziale quando c'è euforia, fa bene al mercato perché lo calmiera. Lo insegnano anche a scuola.
Personalmente mi sono creato delle strategie che con me hanno funzionato.
Ma sia ben chiaro che non ho secondi fini. Sto solo sognando una società in cui TUTTI (chiedo scusa per l'urlo) sono proprietari dei mezzi di produzione e creano reddito facendo lavorare le aziende produttive e non una cosa per pochi eletti. Immaginiamo solo se tutti i soldi che la gente, specialmente i più poveri, gettano in lotterie, grattini e gioco d'azzardo, finissero a finanziare aziende produttive, quanto benessere, lavoro e PIL potrebbero generare! Inoltre i proprietari delle aziende, in quanto soci, possono sempre dire la loro sulle politiche aziendali. Memorabile è l'intervento di Beppe Grillo all'assemblea della Telecom.
Purtroppo però, ci sono troppi pescecani, troppi esperti che si offrono di gestire il denaro altrui, indovinando l'andamento del mercato solo dopo...... naturalmente garantendosi la commissione...
Dovere della buona politica è rendere trasparente e pulito il mercato in modo che tutti ci si possano avvicinare, far si che non ci siano conflitti d'interessi di chi gestisce fondi e disincentivare gli sprechi inutili come il gioco d'azzardo che fa piangere molte famiglie.
Forse sto dicendo qualcosa di banale, ma è una banalità che non viene recepita.
Fabio Mazzoli
( Articolo del 30 Marzo 2017)
"L’ Economia vista da un'altra angolazione"
- Dettagli
- Categoria: Blog
- Postato da Fabio Mazzoli