San Severo è un comune italiano di circa 54 mila abitanti (circa 20 mila persone sono “scappate” negli ultimi anni da San Severo in cerca di un eventuale futuro al Nord Italia o all’estero).
È parte della provincia di Foggia, Puglia.Fu Capoluogo di Capitanata e Molise fino al 1579.
È sede universitaria e Città d'arte.
L’occupazione è incentrata principalmente sul terziario e l’agricoltura.
A San Severo hanno vissuto svariate personalità di rilievo: i poeti Umberto Fraccacreta e Mario Carli; gli scrittori Nino Casiglio e Giuseppe Annese; l'economista Angelo Fraccacreta; il noto fumettista Andrea Pazienza (solo per citarne qualcuno).
Giovanni Paolo II ha visitato la Città il 25 maggio 1987.
Nel 1996, l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha confermato per San Severo il titolo di Città, storicamente acquisito nel 1580.
Tra i “noti”, nella Città di San Severo, ha fatto anche parte un certo Michele Emiliano (attuale Presidente della Regione Puglia e candidato Segretario nazionale per il Partito Democratico).
Michele Emiliano, nel giugno del 2014 e per circa un anno (al termine della sua esperienza decennale come Sindaco di Bari) ha ricoperto la carica di Assessore alla Legalità e Polizia Municipale del Comune di San Severo.
San Severo è una Città interessante che in primis grazie all’agricoltura ha vissuto anni di benessere ma, negli ultimi anni, come tantissime realtà italiane ed europee, è sprofondata nel caos costringendo la sua popolazione a vivere più o meno nelle stesse condizioni di una Città in stato di guerra o a “scappare” (non per caso «San Severo: una delle “Baghdad d’Italia”...»).
San Severo, come tantissime realtà italiane ed europee, è diventata pericolosissima; una “Città in stato di guerra” e di abbandono che non riesce a risollevarsi ed attualmente non può risollevarsi (spiegherò le motivazioni in questo articolo): bombe, omicidi, usura, racket delle estersioni, spaccio di droga, truffe, rapine, furti, scippi, violenza generica, disoccupazione, sottoccupazione, precarietà, caporalato, ingiustizie sociali, degrado e quant’altro la fanno da padrona.
Non passa giorno che all’interno di questa Città di circa 54 mila abitanti non accadano episodi di violenza non di poco conto.
Nella sola giornata di mercoledì 22 febbraio: tre rapine in pochi minuti (sono state rapinate una farmacia, un supermercato e una rivendita di tabacchi).
La giornata di mercoledì 22 febbraio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
L’attuale Sindaco di San Severo (nonchè Presidente della Provincia di Foggia), Francesco Miglio, a quel punto, incontrando alcuni giornalisti, ha affermato: «Ora non se ne può davvero più, domattina invierò un telegramma al Ministro Minniti perché ascolti le giuste richieste di sicurezza della mia Città e della mia terra. Da questo momento sono in sciopero della fame sino a quando il Ministro dell'Interno non ci ascolterà dando segnali concreti di vicinanza istituzionale a questa comunità.»
Lo sciopero della fame del Sindaco Francesco Miglio ha subito “avuto i suoi frutti”.
Nel giro di poche ore e giorni tutti i media nazionali e tutti le Istituzioni hanno puntato i loro “obiettivi” su San Severo: Omnibus, Agorà, RaiNews 24, Tgcom 24, Sky TG 24, TG2, TG3, Telenorba, il Ministero degli Interni, la Procura Nazionale Antimafia e tutte le più importanti testate nazionali e locali (Corriere, Repubblica, Giornale, Affaritaliani, Fatto Quotidiano e tantissimi altri); il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti si è immediatamente fiondato a San Severo ed ha inviato ulteriori 90 unità e 5 nuclei di prevenzione crimine nella Città (direttamente e subito “accolti” a pistolettate, il video: http://video.ilmessaggero.it/cronaca/sansevero-2298236.html); a Roma, il Sindaco Francesco Miglio, ha incontrato il Ministro dell'Interno Marco Minniti presentando un “piano in 8 punti” per la Città (http://www.affaritaliani.it/puglia/san-severo-miglio-da-minniti-br-piano-anticrimine-per-il-10-aprile-466306.html?refresh_ce) e tanto altro... ma perchè tutto questo?
Alcuni anni fa, circa 9 anni fa, all’interno di una mia pubblicazione editoriale, scrissi: «Può essere apprezzabile che ogni tanto qualcuno ci parli delle mafie che praticano le estorsioni, la piccola usura, che gestiscono lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il traffico dei rifiuti, il traffico degli immigrati, che sono in collusione con la politica, che sequestrano persone ed altro: ma perché quasi nessuno parla della “vera mafia” che paralizza il Mondo intero? Che senso ha continuare ad arrestare persone, sapendo che se non c’è lavoro e circolazione di moneta, una volta uscite di galera, tutte queste persone, continueranno a delinquere? Che senso ha continuare ad arrestare persone, sapendo che per ogni persona in galera ce ne sono altre che continueranno a delinquere, perché delinquere è l’unico modo per procacciarsi da mangiare? Perché tutti si occupano sempre dei mezzi mafiosi e nessuno decide di spiegare alla gente cos’è la moneta, cosa sono i sistemi monetari, come si gestisce veramente l’economia e come si fa a creare la Piena Occupazione? Cosa potrebbe accadere all’Italia ed al Mondo se si mettesse mano al meccanismo del funzionamento della moneta? Cosa cambierebbe se gli Stati non avessero più bisogno di chiedere in prestito i soldi ai privati: ai cosiddetti mercati dei capitali privali internazionali?»
Il 7 febbraio del 1992, firmammo il Trattato di Maasticht e tutti i media - sia prima che dopo la firma al Trattato che diede il via ufficiale all’Unione Europea - ci parlarono del “Paradiso terrestre” dove avremmo vissuto negli anni a venire, l’Unione Europea.
Bettino Craxi, a proposito del “Paradiso terrestre” (l’Unione Europea), aveva un’idea molto differente rispetto a tutti i media (forse per questo è stato “fatto fuori”?). Nel 1997, infatti, in esilio ad Hammamet, intervistato, affermò: «C’è da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del Paradiso terrestre. Non sarà così. Alle condizioni attuali, del quadro dei vincoli così come sono stati definiti, ad aspettare l’Italia non c’è affatto un Paradiso terrestre. Senza una nuova trattativa e senza una definizione di nuove condizioni, l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno.»
Successivamente, come se non bastasse, dopo la firma al Trattato, Prodi ci rifilò la moneta Euro, tolse di mezzo la Lira e ci disse che «Con l'Euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più»; disse che «l'Euro sarà la nostra ricchezza!»
Qualche anno più tardi, considerando il fatto che dei famosi successi del “Paradiso terrestre” e dell’Euro non si vide neppure l’ombra, sempre Prodi, affermò: «Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti» (sapeva e sapevano - lui e tutti i suoi amici del “Paradiso terrestre” -, come sarebbe andata a finire).
In effetti, i "successi al contrario", dopo che hanno introdotto «un nuovo insieme di strumenti di politica economica» (vedi Fiscal Compact, pareggio di bilancio in Costituzione esteso anche ai Comuni ed altro) non sono tardati ad arrivare. Al punto che, uno dei “pesi massimi” dell’UE e dell’Euro (un certo Mario Monti), a proposito della Grecia e dei “risultati”, nel settembre 2011, ospite de “L’infedele” di Gad Lerner, affermò: «Stiamo assistendo al grande successo dell’Euro. E qual è la manifestazione più concreta del grande successo dell’Euro? La Grecia. L’euro è stato creato per convincere la Germania che attraverso l’Euro e i suoi vincoli la cultura della stabilità tedesca si sarebbe diffusa a tutti. Quale caso di scuola migliore di una Grecia?»
La moneta Euro, come ci hanno più volte spiegato innumerevoli Nobel per l’Economia, monetaristi, macroeconosti ed altri, ci ha sottratto la nostra sovranità monetaria.
Non avendo sovranità monetaria e non potendo stampare e mettere in circolazione moneta, non possiamo fare investimenti (quindi non possiamo generare ricchezza e creare infrastrutture, occupazione ed altro).
Essendo privi di sovranità monetaria - avendo adottato l'Euro -, come ci hanno spiegato in tanti: «l'Italia si è ridotta allo stato di una Nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica»; ancora: «Quando negli anni Novanta citavo l'Italia quale esempio di come i Paesi avanzati possano sopportare pesanti debiti pubblici, non ero “naif” (noioso). All'epoca l'Italia aveva una propria moneta, e il suo debito era denominato in tale valuta, è vero che era ancorata al marco tedesco, ma c'era sempre la possibilità di sganciarsi. Con l'adesione all'euro, l'Italia di fatto si è trasformata macro-economicamente in un Paese del terzo mondo, con i debiti in valuta straniera, e si è esposta a crisi del debito» (Paul Krugman, Nobel per l’Economia).
Ecco perché qualche giorno fa, Jean Claude Juncker, l’attuale massimo rappresentante del “Paradiso terrestre” ed a proposito del “Paradiso terrestre”, si è lasciato scappare la seguente dichiarazione: «Sulla disoccupazione non facciamo altro che incontrarci, proponiamo di ridurla ma questo è fuori dalle possibilità UE.»
Sindaco Francesco Miglio e tutti gli altri: siamo in “gabbia” e da questa “gabbia” non si esce semplicemente aumentando il numero delle Forze dell’Ordine (che ben vengano, ci mancherebbe), garantendo la certezza della pena, costruendo nuove carceri o altro: da questa “gabbia” si esce solo ed esclusivamente costruendo un “New Deal” incentrato sulla Piena Occupazione, il Pieno Stato Sociale e quindi distribuendo Pieni Diritti per tutti e per ciascuno. Solo ed esclusivamente dopo aver messo tutti al “sicuro” (dal primo all’ultimo cittadino) potremo parlare seriamente anche di legalità.
Anni fa parlavo con un gruppo di ragazzi di fronte ad uno dei tanti luoghi di San Severo saltati per aria con l’esplosivo ed alcuni di loro (tutti tra i 20 ed i 30 anni) mi avevano chiaramente “spiegato” (ammesso che veramente ce ne fosse bisogno) del fatto che non sapevano come fare per mangiare; del fatto che non sapevano cosa fare per trascorrere la giornata; del fatto che avevano spesso provato a cercare lavoro senza alcuna fortuna; del fatto che avevano un fratellino, un figlio/a o una sorellina a cui non potevano dare da mangiare e che avrebbero voluto mandare a scuola per cercare di evitargli che intraprendessero la stessa vita di strada e da ladri che loro hanno intrapreso per "costrizione" per cercare di portare il “pane a casa”...
Credo sia giunto il momento di pensare seriamente a quanto sopra (un “New Deal” incentrato sulla Piena Occupazione, il Pieno Stato Sociale e sui Pieni Diritti per tutti e per ciascuno) con l’aiuto di competenze e mezzi “straordinari” e, nel mio piccolo, cercherò di convincere nelle prossime settimane alcune persone - quindi tutti voi - affinché ciò possa essere realizzato per la Città...