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“Questa non è l’America” è il nuovo libro del giornalista Alan Friedman.
“Questa non è l’America” è un’inchiesta nell’America di Reagan, dei Bush, dei Clinton e di Obama.
«Trump eredita un’America lacerata, un Paese diviso, dove otto anni di Obama hanno aumentato il razzismo e il risentimento reciproco tra bianchi e neri, dove il 20% dei bambini, anche bianchi, vive sotto la soglia di povertà e un milione e mezzo di famiglie tirano avanti con due Dollari al giorno. Il mix tra Globalizzazione, effetti della crisi finanziaria e diseguaglianza dei redditi ha spaccato in due gli USA. Il Paese del “sogno americano”, quello dove tutti possono farcela e basta lavorare per avere una casetta con il giardino e due auto in garage, ormai, non esiste più da decenni», afferma, tra le varie, Alan Friedman.

Intervistato dal quotidiano “Libero”, Friedman ha risposto a diverse domande e parlato a 360 gradi di USA, Putin, Europa, Euro, Trattati, Italia, media ed altro.
Di seguito, qualche passaggio “significativo” della sua intervista.
L’intervista inizia con la seguente domanda del giornalista Pietro Senaldi (a proposito del disastro umanitario provocato dal “democratico” Obama negli Stati Uniti di cui in Europa e nel Mondo non si è avuta “traccia”): Di tutto questo in Europa non si ha idea: come mai?

«Propaganda e abitudine. Giornali e analisti, sia quelli filoamericani che quelli critici, si sono limitati a raccontare gli Usa, come il poliziotto del mondo, l’alfiere della globalizzazione, l’amico dell’Europa, la terra delle libertà. Una descrizione molto superficiale.»

Sulle recenti elezioni USA: Con un rivale più forte Trump avrebbe vinto?

«La Clinton era impopolare, odiata perché avvertita come arrivista ed espressione delle lobby dominanti. Non dimentichiamoci che fu il marito, quando era presidente e con Greenspan alla Federal Reserve, a creare le condizioni per la bolla finanziaria spingendo per la legge che ha vietato la regolamentazione dei derivati e dei titoli più a rischio e di fatto vietando così la difesa dei piccoli risparmiatori. La filosofia era: lasciamo liberi tutti».

Sullo “scontro” USA-Russia: Quanto dobbiamo preoccuparci dello scontro USA-Russia?

«Putin è il leader più cinico e abile del pianeta. È riuscito, anche per gli errori di Obama, a ridisegnare a suo vantaggio la mappa geografica di mezzo pianeta. Il rapporto tra lui e Trump sarà centrale per gli equilibri del mondo. Non sarà facile, ma alla fine i due riusciranno a trovare un’intesa.»

Il giornalista: Però Trump sta alzando il livello di tensione con la Russia…

«In questo momento fa così per portare a sé la parte di Partito Repubblicano storicamente ostile alla Russia e per mettere a tacere la stampa che lo accusa di legami con Putin. Il cosiddetto “Russiagate” sta montando e non aiuta. Ma Trump ammira Putin e la mia esperienza mi dice che gli uomini forti apprezzano solo gli uomini forti. L’intesa si troverà e ciascuno cederà qualcosa.»

Su Berlusconi: Pensa che Berlusconi potrà rientrare attivamente in politica?

«Non credo che la Corte Europea gli farà questo regalo, se è questo che intendi. Sarei sorpreso se sentenziasse per la candidabilità di Berlusconi in tempo per le elezioni. Quanto al consenso, lui è sicuro di valere da solo il 10% e di poter portare Forza Italia oltre il 22 in caso scendesse in campo ma io credo che si sovrastimi. Sono cambiati i tempi, adesso c’è Grillo.»

Sull’Italia: Chi vincerà le elezioni in Italia?

«Sarei un matto se mi sbilanciassi, è impossibile prevederlo. Ho però la sensazione che nella sinistra sia in corso una guerra alla morte e che stiano facendo di tutto per perdere e aiutare i Cinquestelle a vincere.»

Sul PD: Ha ragione Renzi o D’Alema?

«La scissione è lotta di potere: D’Alema e compagni non hanno mai inghiottito il rospo della rottamazione. Se ne sono andati perché non accettavano che Renzi distribuisse da solo tutte le carte della prossima legislatura».

Sull’Euro: Tu su Rai3 eri Mister Euro… (nel 2014 Friedman dichiarava che uscire dall’Euro fosse un suicidio e parlava di «svalutazione, perdita del valore degli immobili del 30-40%, aumento dei tassi di interesse sui mutui del 10 e 15%» ed altro).

Oggi: «L’Euro è una moneta nata male: la costruzione si è rivelata subito difettosa, non si può avere una politica monetaria comune senza politica economica e fiscale comune. Penso anche che la guida attuale dell’Europa sia inaccettabile: una burocrazia insopportabile e una rigidità dannosa. Sugli immigrati poi la Merkel ha fatto un errore madornale. Per assurdo sono più convinto che l’Europa diventerà più ragionevole e più umana se in Germania vincerà quello che Berlusconi chiamò “kapò Schultz”: per l’Italia la sua affermazione sarebbe un vantaggio.»

Sull’Europa: Cosa dovrebbe fare l’Europa per uscire dalla sua crisi politica, istituzionale ed economica?

«Stracciare il Trattato di Maastricht. Il famigerato rapporto del 3% tra deficit e Pil non deve più esistere. Sono regole vecchie, superate e dannose: i parametri di Maastricht hanno strangolato l’Italia facendole perdere troppi punti di Pil. È assurdo che il vostro Paese sia assoggettato a regole scritte 25 anni fa da De Michelis e Carli.»


 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

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