Girovagando nel web alla ricerca di articoli e spunti di riflessione, mi e’ sempre più difficile non notare il livello di preoccupazione che molte voci, anche autorevoli, esprimono sui crescenti investimenti in armamenti che i maggiori stati mondiali stanno portando avanti, in una escalation bellica che negli ultimi anni si e' andata rafforzando fino a raggiungere quota 1.7 miliardi di dollari nel 2015 (penny più penny meno..), pari al 2,3% del PIL mondiale, in accordo ai dati SIPRI.

Attraverso la lettura di tali numeri, risulta evidente in tutta la sua atrocità la situazione di avaria cronica del sistema industria-politica-finanza, palesata tramite un modello culturale antistorico e socialmente fallimentare, nel quale la miopia intellettuale e spirituale di molti uomini di potere trova il suo dictum nell'incapacità’ di oltrepassare il limite di una mera conquista materiale e di potere, dogmi puramente terreni che impediscono l’elevazione verso uno stato di comprensione più alta. L’uomo dimostra cosi di avere smarrito il suo ruolo di essere pensante evoluto, ponendosi nudo di fronte ai propri simili dai quali si allontana per diventarne giudice e talvolta padrone. Quell’impulso positivo di promozione e salvaguardia della vita terrena appaiono un miraggio fragile che non abbaglia più, che non ci permette di essere ‘moderni’ come chi ci governa esige da noi.

In UK, il paese in cui vivo, si pianifica oggi di spendere 178 miliardi di sterline in armamenti nei prossimi 10 anni, soprattutto in ricerca tecnologica sulla base di un programma di difesa nucleare che viene ritenuto ‘cutting edge’ per l’economia e la sicurezza del paese. Come dicevo prima, questo crescendo di investimenti in campo bellico che di anno in anno si fa sempre più evidente ed esasperante, oltre ad essere la prova di una volontà di perseverare in un pericolosissimo gioco di prepotenza e virilità geo-politica tutta incentrata su traballanti ideali democratici, si frappone come un ostacolo al raggiungimento del benessere e della libertà degli individui, prezzo che i governanti di oggi non sembrano considerare sufficiente a fermare questa lucida follia.

Traendo ispirazione dalle innumerevoli metamorfosi di cui l'illustre Prime Minister Sig.ra May e' stata protagonista nella sua vita politica (vedi cambio di direzione da Remainer a Brexiter, per citare un recente esempio), l'attuale governo Conservatore in carica, di cui tutto si può dire tranne che non sappia incentivare la circolazione di denaro e gli investimenti, potrebbe ad esempio fare retromarcia sul suddetto piano e indirizzare quegli sforzi investendo in settori che contemplino l’utilizzo delle competenze dei suoi concittadini.

Istruzione e ricerca, salute pubblica, energie rinnovabili, raccolta smaltimento e riciclaggio rifiuti, sostenimento delle famiglie e sociale, sono solo alcuni punti che farebbero della sig.ra May un’icona storica post-moderna da sfoggiare come modello di democrazia e lungimiranza.

E spingendosi ancora oltre, se in un impeto di generosità e saggezza la sig.ra May volesse dare un segnale di cambiamento altissimo, ciò che quell’indecente investimento potrebbe fare e’ di rendere liberi dalla fame milioni di persone nel mondo e garantirne la sopravvivenza in condizioni di vita migliori. E’ stato calcolato infatti che la cifra per debellare la fame nel mondo vale il 13% dell’investimento globale in armamenti, e quindi circa 220 miliardi di dollari che, al cambio odierno, corrispondono a 175 miliardi di sterline, 'soltanto' 4 in meno dell’investimento militare che come detto la Gran Bretagna si appresta a realizzare.

Sono convinto che con un po’ di buona volontà il governo May potrebbe anche trovare le risorse per coprire interamente la spesa necessaria e far sì che il suo Paese possa legittimamente riappropriarsi del significato originale del suo nome: ENGEL (Angelo in anglo-sassone) + LAND (Terra) = Terra degli Angel.