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Il primo tentativo di unione monetaria Europea, seppur volutamente finito nel dimenticatoio della storia, avvenne nel 1972 con il cosiddetto “Serpente Monetario Europeo” ovvero degli accordi per stabilizzare un’oscillazione predefinita fra le monete comunitarie e tra le monete comunitarie e il Dollaro.
Tale Sistema fallisce dopo soli due anni, difatti gli Stati  membri furono travolti dalla crisi petrolifera del 1973 che provocò un aumento improvviso dei prezzi del greggio con conseguente oscillazione nei cambi nettamente superiore agli accordi stabiliti. Ne uscirono prima il Regno Unito e l’Irlanda nel giugno 1972 e l’Italia nel Febbraio 1973.

Maggior fortuna ebbe lo SME, il Sistema Monetario Europeo. Un nuovo accordo per mantenere i cambi fissi che potevano oscillare in un margine prestabilito nei confronti di una moneta
di conto comune chiamato ECU originata dal valore medio dei cambi del paniere delle monete nazionali comunitarie. Tale oscillazione era del 6% per l’Italia, Regno Unito, Portogallo e Spagna e del 2,25% per il resto delle Nazioni. Tali accordi prevedevano che al verificarsi di un’eccessiva svalutazione o rivalutazione di una valuta nei confronti delle altre, il governo nazionale coinvolto dovesse adottare precise politiche monetarie che ristabilissero l'equilibrio di cambio entro i margini prestabiliti. Inoltre, ogni Stato membro doveva conferire in un fondo comune il 20% delle riserve in oro e valuta.

Qui accade qualcosa di singolare, nel 1981 in Italia avviene il divorzio fra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia. Fu il primo passo per la cessione della “Sovranità Monetaria”. Fino allora la Banca  Centrale poteva intervenire sul mercato primario comprando o vendendo Titoli di Stato emessi dal Ministero del Tesoro in modo da mantenere gli spread nell’oscillazione predefinita dallo SME. Tale decisione fu giustificata dalla paura nei confronti dell’alta inflazione dell’epoca e si attribuivano le colpe alla facilità di stampare denaro da  parte della Banca d’Italia che aveva portato la base monetaria fuori controllo. Un’altra giustificazione fu la “Scala Mobile”, accusata anch’essa di produrre inflazione fuori controllo. In realtà in Italia l’eccessiva inflazione e i conseguenti alti tassi d’interesse erano dovuti ai precedenti Shock petroliferi (organizzati minuziosamente a tavolino) che fecero schizzare il prezzo della materia prima alle stelle (il greggio aumentò di oltre il 400%) e si trasportò per anni sull’inflazione. E solo in minor parte dall’ eccessiva spesa pubblica inefficiente basata su sprechi e clientelismo.

*Inflazione Italiana



*fonte FMI

 

Il risultato fu che anche la Scala Mobile fu abolita e fu l’inizio della perdita di potere di acquisto dei salari degli italiani. Da allora nessun governo succedutosi si interrogò su tale decisione e nel 1988 furono liberalizzati i movimenti di capitale.         
 Subito dopo il 1981 il debito pubblico s’impennò, a causa della separazione fra Ministero e Banca Centrale eravamo costretti ad affidarci unicamente alla bontà dei Mercati. E ai loro occhi eravamo un Paese poco credibile giacché i nostri Governi duravano mediamente solo diciotto mesi. Ragion per cui eravamo costretti ad offrire Titoli di Stato a tassi d’interesse più alti rispetto al resto dei Paesi del Nord Europa per attirare i capitali. Nel 1989 ci fu il crollo del muro di Berlino e lo scenario mondiale cambiò velocemente. La Germania Ovest si unificò alla Germania Est consapevole delle molte difficoltà da affrontare. Ricordo che il mercato dei capitali fu liberalizzato e quindi i Tedeschi poterono attirare i capitali necessari per innovare l’obsoleta economia dell’Est. Alzarono i tassi  d’interesse e i mercati li premiarono. Questa politica apprezzò ulteriormente il cambio Tedesco, perché anch’esso soggetto alla Legge della domanda e dell’offerta. E questo portò, in virtù dei parametri dello SME a far si che anche l’Italia seguisse la politica monetaria della Germania. I Tassi d’interesse s’innalzarono ulteriormente anche in Italia e il debito Pubblico divenne fuori controllo. Nel Settembre del 92 l’Italia uscì dallo SME in una condizione economica, morale e politica drammatica. Per la seconda  volta l’aggancio ad una valuta forte ci buttò gambe all’aria.

E’ doveroso sottolineare che, da quell’anno orribilis, l’Italia, nonostante le difficoltà e le ire di mezzo  mondo, ne uscì alla grande. Si fece una svalutazione della lira del 20 – 25% e furono apportate pesanti manovre correttive urgenti e il mercato si stabilizzò. Il risultato sorprendente fu che un anno dopo l’inflazione scese di un punto percentuale*.

 

 



*Fonte Banca Mondiale

 

 

Dopo di che furono effettuate politiche di risanamento dei conti pubblici, i tassi d’interesse si stabilizzarono ad un livello europeo. In seguito a quegli eventi, che portarono anche la Gran Bretagna ad uscire dallo SME, nel 1993 furono rivisti gli accordi di cambio, che innalzarono la banda di oscillazione al 15% e un’ulteriore liberalizzazione dei movimenti di capitale.

Pertanto nel 1994 fu istituito l’ IME, l’Istituto Monetario Europeo con sede a Francoforte. L’IME fu l’anticamera dell’attuale BCE e costruì il SEBC (sistema europeo banche centrali) il passo definitivo per la privatizzazione delle Banche Centrali. L’Italia fu obbligata a rientrare nello SME nel 1996 e nel 1998 Banca d’Italia divenne Bankitalia spa al servizio del SEBC.

In quegli anni la Germania si consolidò come indiscussa leader della Comunità Europea. In realtà già negli anni 70 si definiva con l’eufemismo di Core o economia centrale quella tedesca e dei popoli del Nord ed economia periferica quella dei Paesi del Sud, Italia compresa. Nel 24 Novembre 1990 nasce ufficialmente l'Euro.
Viene fissato il famosissimo cambio 1Euro = 1936,27 Lire ampiamente sopravvalutato per la nostra economia e come tutti sappiamo nell’1 /1/ 2002 l’Euro comincia a circolare fisicamente nella comunità Europea.
Facendo un passettino indietro, nell' Aprile 1995 al 23 novembre 1996 il marco svalutò molto passando da 1260 lire per 1 Marco  fino a un minimo di 991 del 7 Ottobre 1996
http://fxtop.com/it/tassi-cambio-storici.php?A=1&C1=DEM&C2=ITL&DD1=01&MM1=04&YYYY1=1995&B=1&P=&I=1&DD2=23&MM2=11&YYYY2=1996&btnOK Quella che tecnicamente viene definita svalutazione preventiva.Il 23 novembre 1999, il cambio lira/marco era 999. 
Un vantaggio che come vedremo una volta fissata la stessa Moneta diventa incolmabile.
Difatti, nel frattempo, la Germania ha completato il processo di unificazione e ha adottato politiche commerciali espansive verso l’estero e al contrario politiche deflattive al suo interno, forte della manodopera a basso costo proveniente dall’Est e dalla Turchia. Sono anni in cui prevalgono le tesi economiche basate sulla competizione internazionale, con la quale si cerca in tutti i modi di agire sul fattore di costo più rilevante, che per le grandi economie mature occidentali è il “costo del lavoro”. Quindi vengono compressi il più possibile i salari adottando riforme del mercato del lavoro fondate sul precariato e flessibilità in uscita. La domanda interna viene messa in secondo piano piegata all’unica religione economica degli ultimi anni fondata sull’export e assurdi scambi commerciali all’interno della comunità europea. Il debito privato italiano cresce a ritmi vertiginosi dopati dall’afflusso del capitale straniero ammaliati dalla possibilità di lucrare tassi d’interesse superiore. Il tutto con un’asimmetria deleteria, perché da una parte ci sono i risparmiatori che continuano ad accumulare e dall’altra famiglie e imprese strangolate dai debiti, oltre la loro effettiva capacità di rimborso, producendo un’inflazione interna superiore a quella Tedesca. Nel 2008 arriva il crollo della Lehman Brothers e come sappiamo tutti la crisi si propaga in tutto il mondo. La Germania forte del suo potere di veto impone alla BCE una politica monetaria deflazionistica fondata sull’austerity, scoppia la crisi dei debiti sovrani ed il resto è storia recente. 
Ormai sono passati circa 18 anni dall’introduzione dell’Euro e possiamo tracciare un preciso bilancio di medio-lungo periodo. Si evince chiaramente che la Germania ne ha beneficiato enormemente ed in misura molto minore la Francia dominando la PAC.
I Tedeschi che partivano da un Deficit nella Bilancia delle Partite correnti oggi e già dal  2012, si ritrovano con un surplus commerciale superiore alla Cina, tutto ciò grazie all' Euro la Germania non può rivalutare e scarica tale diacronia al resto dell' Eurozona.
 Mentre per l’Italia, che era ed è ancora il secondo Paese manufatturiero d' Europa, il risultato è disastroso, la Germania rimane un competitor che ci sta cannibalizzando. Se l' Eurozona cresce poco ed è la palla al piede del mondo, in quest' area l' Italia è fanalino di coda, gambero del mondo.
 L’Italia non può permettersi questo declino per altri anni. O si fa la vera Europa dei Popoli con un Bilancio Federale in cui le aree in surplus trasferiscono ricchezze alle aree in deficit, oppure l' Euro è destinato a dissolversi.
Per la terza volta dopo il Serpente Monetario e lo SME, i Paesi Core cannibalizzano i Paesi periferici.
Come diceva Keynes "nel lungo periodo siamo tutti morti" ebbene 18 anni sono già lungo periodo!!!

Domenico Pesce

 

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