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Partiamo con Obama... Il “pacifista nelle intenzioni”, come scrive il blog del Consiglio per le Relazioni Estere, solo nel 2016 - considerando Iraq, Somalia, Siria, Libia, Pakistan, Afghanistan e Yemen - è riuscito a lanciare una quantità di bombe pari a “tre all’ora” (compreso sabato, domenica, festivi e prefestivi): una sorta di “miracolo dell’industria pesante”... Bush in confronto è stato un agnellino!

Gli “straordinari” successi del “pacifista nelle intenzioni”, però, non si sono limitati alla distruzione dei beni, quindi della vita di centinaia e centinaia di milioni di persone ovunque nel Mondo e soprattutto senza un motivo... tutt’altro! (spenderò pochissime parole per lui e le sue “straordinarie imprese”: non ne vale davvero la pena).

Guantanamo, per esempio, che secondo le promesse del “pacifista nelle intenzioni” doveva essere chiusa, naturalmente, è ancora aperta; l’UE, che doveva essere “aiutata”, è stata definitivamente rasa al suolo (vale assai meno di un coma irreversibile all’ultimo livello); siamo arrivati ad un passo dalla guerra vera e propria con Russia e Cina, quindi mondiale... (si veda l’ultima figuraccia in ordine di tempo del “pacifista nelle intenzioni” a proposito dell’espulsione dei 35 funzionari russi... sempre senza un motivo!).

Il “pacifista nelle intenzioni” non ne ha mai azzeccata una ed ha semplicemente applicato alla lettera tutto quello che stava bene a Wall Street ed alla finanza speculativa; ha fatto sì che il già costoso sistema sanitario diventasse costosissimo, quindi “privilegio” di un numero di persone ancora inferiore; ha lasciato in eredità al suo successore circa 103 milioni di persone disoccupate ed inoccupate e, come se non bastasse,  ha lasciato un americano su due senza un soldo in tasca in caso di “emergenze”... potrei aprire una parentesi anche sulle “Primavere arabe” che più “Primavere” hanno rappresentato nei fatti un “inferno arabo”, ma lasciamo perdere...

In uno dei suoi discorsi di addio, il “pacifista nelle intenzioni” (che tra l’altro ha dimostrato anche di non essere capace di “piangere”, nonostante gli innumerevoli tentativi e gli sforzi visibili anche ai cechi - a differenza del suo amico e collega italiano Napolitano: un maestro del “pianto a tempo” e solo per certe cose...), ha affermato: «Non ho intenzione di fermarmi: sarò accanto a voi, da cittadino, per tutti i giorni che mi rimangono»... auguri!

Passiamo alla Globalizzazione che negli intendi avrebbe dovuto “unificare”, ma che nei fatti ha sterminato ed “allontanato”...

Gli “straordinari” benefici della Globalizzazione (questo “strano concetto” dove se le cose vanno male scoppia un “terremoto” a livello planetario e pagano quasi tutti in tutto il Mondo, mentre se vanno bene o benissimo nessuno se ne accorge e ci guadagnano solo alcuni “eletti” senza che si muova una foglia...) dopo circa 36 anni dalla sua nascita (considerando il suo “lancio soft” - nel 1981 - ed il suo acceleramento - nel 1996, con la seconda amministrazione di Bill Clinton) ha “esportato” e “distribuito” - a modo suo - “straordinari benefici”...

Le otto persone più ricche del Mondo, per esempio, nel 2016, grazie alla Globalizzazione ed ai suoi “straordinari benefici” - a modo suo -, possiedono la stessa ricchezza del 50% più povero: oltre 3,6 miliardi di persone... e meno dell’1% possiede le ricchezze del restante 99% abbondante... auguri anche a questa Globalizzazione!

Termino con il possibile “Contrordine Mondiale” di Donald Trump...

Qui, per essere “preciso”, parto con la pubblicazione di alcuni stralci dell’intervista concessa da un certo Mario Monti, l’11 novembre 2016 (poco dopo l’ufficializzazione della vittoria di Donald Trump), ad Alessandra Sardoni, per Omnibus, su La7.

Monti: «Sono “shockato”, non posso negare l'incredibile forza di queste elezioni americane. Trump è riuscito a sconfiggere due Partiti - il proprio e quello dell'avversaria - e a concentrare su di sé il potere che gli è stato conferito dal popolo contro la volontà di molti poteri diversi da quello democratico che hanno fatto di tutto per tenerlo fuori.»

Globalizzazione (ancora Monti): «Si è già sorpassato il momento di picco massimo della liberalizzazione e l'economia mondiale è in fase di regressione. Per quanto riguarda l'integrazione internazionale è possibile che se gli USA diventano sempre più protezionisti, e questo non è affatto escluso con Trump, questo processo “si acceleri”». Quindi Monti afferma che «Trump è contro i meccanismi di Governo mondiale multilaterali, contro quel Governo mondiale della globalizzazione che è stato fatto attraverso il G7, G8, G20». Quindi, conclude: «l’Europa tiene molto a che certe cose vengano gestite multilateralmente e ora non ha più un alleato importante in questa visione del Mondo, come accadeva con l'amministrazione guidata da Barack Obama.»

Le parole dell’unico italiano che il 20 gennaio sarà presente all’ “Inauguration Day di Donald Trump” negli USA - Giulio Tremonti - che condivido: «Seppur in modo “soft”, questa data ha una portata storica simile alla caduta del Comunismo»; «Qualche giorno dopo le elezioni americane, Obama disse a Berlino che la vittoria di Trump non sarebbe stata la fine del Mondo... non è stata la fine del Mondo, ma sarà la fine di “un” Mondo. La giovane talpa populista ha via via scavato il terreno su cui la Globalizzazione aveva costruito nell’ultimo ventennio la sua cattedrale. Trump farà le cose sul serio, anche se non alla lettera. Non altererà la Globalizzazione economica a vantaggio del protezionismo ma introdurrà i dazi e si occuperà della manutenzione dei trattati commerciali. Così come non cancellerà del tutto la riforma sanitaria di Obama ma la riformerà pesantemente.»

Alla domanda «Chi può essere l’interprete italiano di questa nuova epoca?», Tremonti ha così risposto: «È impossibile dirlo. È probabile che in politica tornino le formule nazionali, il made in Italy».

Quello di cui sopra mi fa pensare che potrebbe esserci un possibile “Contrordine Mondiale” abbastanza “soft” di Donald Trump: qualcosa sicuramente differente dall’attuale scellerato e quasi interamente criminale “Ordine Globale”...

Concludo con alcune “riflessioni” di Craxi, Gaël Giraud e John Maynard Keynes a proposito del concetto oramai sepolto di Nazione, dell’Euro e del funzionamento commerciale mondiale mettendole a disposizione di chi ha effettivamente voglia di riflettere.

Craxi: «La pace si organizza con la cooperazione, la collaborazione, il negoziato e non con la spericolata globalizzazione forzata. Ogni Nazione ha una sua identità, una sua storia, un ruolo geopolitico cui non può rinunciare. Più Nazioni possono associarsi, mediante Trattati per perseguire fini comuni, economici, sociali, culturali, politici, ambientali. Cancellare il ruolo delle Nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire. Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare.»

Gaël Giraud:  «Bisogna trasformarlo da moneta unica a moneta comune. L’Euro resterebbe per le transazioni internazionali, affiancato per il mercato interno da monete nazionali svalutabili: Euro-Lira, Euro-Franco, Euro-Marco.»

John Maynard Keynes, funzionamento commerciale in tre punti: istituizione di un’organizzazione mondiale del commercio (ITO), istituizione di una banca mondiale che si dedicasse esclusivamente al commercio (ICU), istituizione di una moneta unica esclusivamente per gli scambi commerciali (BANCOR).

Alla fine di ogni anno tutti i Paesi sarebbero stati obbligati a portare i propri conti all’ICU e chi aveva venduto troppo e troppo poco sarebbe stato multato. La conseguenza finale sarebbe stata che, chi aveva venduto troppo avrebbe comprato da chi aveva venduto poco e viceversa, arrivando alla fine a un sostanziale pareggio...

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 17 Gennaio 2017)

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