Il socio rooseveltiano Pietro Esposito (membro del Direttorio MR Abruzzo), in un post di alcune ore fa pubblicato sul Gruppo facebook “Movimento Roosevelt Italia”, scriveva:
“Di fronte alla tragedia Raggi, unitamente ai fallimenti delle altre giunte pentastellate (Parma, Livorno, Quarto, Bagheria etc..), credo sia opportuno chiedersi se l'apertura di credito al Movimento5s, da parte del MR, sia stato un errore politico”
A lui, faceva eco Ottavio Plini (Capo Staff della Direzione Beni Culturali MR e membro del Direttorio MR Piemonte), che rincarava di molto la dose, esprimendosi cosi:
Ottavio Plini Raffaele se si è nel MR non si esprimono perplessità generiche sulla Massoneria, di cui faccio parte, se ne possono esprimere di ben circostanziate, ma il rifugiarsi nel "non faccio di tutta l'erba un fascio" è un modo a mio modesto parere improprio di risolvere la cosa.
cmq, per restare in topic, costituisce, sempre a mio modesto giudizio, un errore politico madornale, forse insuperabile, l'apertura del MR al M5s, specie su Roma (senza dilungarci sui 5s in genere, parliamo solo della situazione su Roma), sia perchè assolutamente non ricambiata (e bisogna essere ben ciechi per non accorgersene), sia perchè, ho detto insuperabile, e infatti non la si vuole superare, nonostante le batoste da noi ricevute, perchè è arrivata poco fa una mail che dice new deal per roma ecc ecc galloni appoggiamo galloni ecc ecc "poco importa se come consulente o assessore di Virginia Raggi o se come prossimo sindaco". poco importa??? vi si mediti attentamente, considerate le varie anime del MR, questo almeno il mio umile invito...
Ottavio Plini anzi no, non era da una mail ai membri del comitato per un new deal per Roma, il passo che ho citato, è un comunicato direi ufficiale, correggetemi se sbaglio, che è stato postato su diversi gruppi. sono allibito. per me è d'obbligo una pausa di riflessione
Ora, francamente non capiamo in cosa sarebbe consistito “il madornale errore politico” del Movimento Roosevelt e di coloro, a partire da codesto Ufficio di Presidenza, che ne hanno guidato le scelte in relazione all’ipotesi di alleanza con il Movimento 5 Stelle (M5S), prima per sostenere la candidatura di Nino Galloni (Vicepresidente MR) come Sindaco di Roma e poi per collocarlo come Super-Assessore con deleghe a Bilancio e Aziende partecipate.
E’ legittimo che Pietro Esposito e Ottavio Plini abbiano idee diverse da altri dirigenti rooseveltiani sulle alleanze politiche che il MR dovrebbe fare a Roma o altrove, ma vorremmo almeno chiarire la metodologia coerentemente trasversale e metapartitica che il Movimento ha limpidamente implementato.
Il MR, da Statuto (clicca per leggere) non ha pregiudizi o avversioni verso nessuna forza politica di sedicente destra, centro o sinistra che dichiari di voler amministrare la res publica con spirito democratico e nell’interesse generale della collettività.
Questo, ad esempio a Napoli, ha condotto il MR a supportare- insieme al Movimento LIR di Enzo Peluso- la rielezione di Luigi De Magistris a Sindaco.
Questo, ha invece condotto il MR a sostenere Beppe Sala come candidato Sindaco di Milano e a contribuire all’elezione di Carmine Pacente nel Consiglio comunale milanese, elezione che poi si è consolidata, per Pacente, con l’incarico quale Presidente della Commissione "Affari europei, internazionali e post Expo" del Comune.
A Roma, dopo le recenti pessime performances tanto del centrodestra con la Giunta di Gianni Alemanno, quanto del centrosinistra con la Giunta di Ignazio Marino, il MR, per offrire finalmente una governance plausibile di Roma Capitale, ha ritenuto fosse sensato puntare su un’alleanza politica con chi a Roma ancora non aveva mai (mal) governato, cioè il M5S.
Ma non su un’alleanza politica generica, tanto per sedersi su qualche poltrona o posto di potere e sottopotere.
No.
Il MR ha proposto ufficialmente e pubblicamente al M5S, per mesi, di appoggiare congiuntamente un’altissima personalità come Nino Galloni quale candidato Sindaco, con Virginia Raggi quale Vicesindaco (per farle fare una proficua esperienza preparatoria, visto che non ci si può improvvisare amministratori di una grande città senza avere le giuste competenze politico-economiche e istituzionali; senza, soprattutto, una visione chiara dei problemi da risolvere e dei mezzi effettivi- e non immaginari e aleatori- con cui risolverli) e Daniele Frongia quale Assessore di peso.
Il M5S non ha accettato?
Bene, anzi male, e comunque l’ “errore politico madornale” è stato del M5S, che ha mostrato scarsa lungimiranza, non del MR il quale, con generosità e “sguardo lungo”, ben sapeva come la Raggi da sola avrebbe fallito per inesperienza e che solo una reciproca contaminazione tra M5S e MR avrebbe consentito una seria prospettiva di governo, tanto per Roma Capitale che a livello nazionale italiano.
Una volta eletta la Raggi come nuova Sindaca di Roma (vincere non basta, anzi, talvolta diventa un boomerang, perché dopo aver vinto occorre anche saper convincere e ben amministrare. E non basta neanche saper bene amministrare l’ “ordinario”, occorre pure avere abbastanza idee avanguardistiche ed extra-ordinarie per poter risollevare e rigenerare un territorio complicato e in stato di evidente declino come quello romano), senza che il MR muovesse un muscolo, gli stessi pentastellati in Campidoglio e dintorni, dopo settimane di inconcludenti velleitarismi e senza ancora una “squadra” di Giunta al completo, dopo dimissioni varie e litigi da cortile tra fazioni romane e nazionali M5S, hanno immaginato di chiedere al rooseveltiano Nino Galloni di poter dare una mano come Assessore.
Poiché, però, né al MR né a Galloni interessano le poltrone, mentre ci interessava e molto di fare le Olimpiadi in modo onesto e proficuo a beneficio della crescita economica della città e del risanamento di varie infrastrutture; ci interessava di introdurre una ‘moneta complementare e locale’ (perfettamente legale e compatibile con la vigenza dell’euro) per riattivare scambi commerciali, consumi, lavoro e occupazione nell’area comunale; ci interessava una piattaforma limpidamente keynesiana e rooseveltiana di gestione della res publica capitolina, abbiamo detto NO alle insufficienti, sgangherate, incoerenti e confuse profferte del M5S sulle modalità di acquisire Nino Galloni nella Giunta di Virginia Raggi.
Oggi, coerente sino allo spasimo sulle proprie posizioni laiche di mano tesa e generosa verso tutti, senza pregiudizi o risentimenti politici e personali verso alcuno, il MR torna a parlare della possibilità di aiutare in extremis Virginia Raggi, Daniele Frongia e gli altri pentastellati romani, molto prossimi ad un rovinoso precipizio.
E lo fa rilanciando l’ipotesi che Nino Galloni possa entrare in Giunta con un ruolo incisivo e di grande peso.
Se il M5S accettasse, ne verrebbe senz’altro un beneficio alla cittadinanza romana.
Perché privare di questo possibile beneficio milioni di romani, cari Ottavio Plini e Pietro Esposito?
Il M5S non accetterà?
Bene, anzi male, ma in questo caso, avendo per tempo (sempre con lungimiranza) il MR costituito formalmente un “Comitato per un New Deal di Roma Capitale e per Nino Galloni in Campidoglio”, vorrà dire che ci impegneremo assiduamente a monitorare tutta la presente e semi-disastrosa gestione capitolina, preparando, per il dopo, finalmente, l’arrivo di un Sindaco competente e di spessore come Nino Galloni.
Vorremmo capire meglio, da parte di Pietro Esposito e Ottavio Plini, quali sarebbero, in tale sequenza di scelte e atti appena ricordati, i “madornali errori politici” MR, e quali le opzioni più “virtuose, efficaci e azzeccate” che loro stessi avrebbero voluto concretizzare, osservando peraltro che non rammentiamo, per i mesi scorsi, proposte alternative per Roma formulate dagli stessi soci MR Pietro Esposito e Ottavio Plini.
UFFICIO DI PRESIDENZA DEL MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com )
( Articolo del 17 dicembre 2016 )
Ottavio Plini, Pietro Esposito e il presunto errore politico madornale del MR di aver proposto a suo tempo alleanze a Roma con il M5S per Nino Galloni al Campidoglio
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