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Magaldi: uscire dal paradigma dell'inutile lockdown e della corsa ai vaccini come unica salvezza. Il Covid si può e si deve curare, come qualsiasi altra malattia


Il presidente del Movimento Roosevelt: incostituzionali anche i divieti imposti con l'ultimo decreto Draghi. Andrà processata la politica criminale delle restrizioni promosse dal ministero della sanità. In assenza di cure adeguate, è aumentato il numero delle vittime (senza contare la strage socio-economica). Ci attende un compito storico: tornare a far curare i malati, evitando che si utilizzino i virus per scavare la fossa alla democrazia


«E se l'anno prossimo si presenta un altro virus che cosa facciamo, ricominciamo coi lockdown e la corsa al vaccino?». Gioele Magaldi boccia l'approccio del governo Draghi alla pandemia: «Per ora, il nuovo esecutivo resta prigioniero della gestione precedente, quella di Conte, a sua volta condizionata dal paradigma mondiale (lockdown e vaccini come unica via d'uscita) al quale è stato piegato anche il premier britannico Boris Johnson, inizialmente propenso a lasciar correre il virus per raggiungere l'immunità di gregge, ma poi - si sospetta - contagiato "ad personam" per spaventarlo a morte, allo scopo di allineare anche il Regno Unito alla politica universale del terrore».


Il presidente del Movimento Roosevelt non è certo no-vax e men che meno "negazionista", rispetto al Covid, ma precisa: «Il Covid non è molto letale: è stato dimostrato che, se affrontato in modo tempestivo, in moltissimi casi è facilmente curabile da casa. Ma si continua a non dirlo, seguitando a parlare di "contagi", senza mai spiegare che, per la maggior parte, si tratta di soggetti asintomatici». Magaldi punta il dito contro Roberto Speranza e gli "esperti" che hanno incessantemente alimentato il clima di panico nel paese: «Il ministero della sanità è un covo di masnadieri, protagonista di una gestione criminale», accusa Magaldi. «E il guaio è che a qualcuno, spesso ospite in televisione, conviene drammatizzare la situazione e gonfiare i numeri: c'è gente che lucra, sul clima di terrore che si è instaurato».


«Spero sinceramente che il vaccino possa essere una soluzione almeno temporanea, per il Covid», si augura il leader "rooseveltiano". «L'importante, però - aggiunge - è che non passi l'idea che la vaccinazione sia l'unico rimedio possibile: le malattie innanzitutto si curano, e anche dal Covid infatti si guarisce, assumendo per tempo i farmaci adatti». Proprio la mancanza di un protocollo nazionale per le cure precoci a domicilio ha provocato l'assalto agli ospedali, con pazienti troppo spesso ricoverati in condizioni ormai gravissime. «Su questo andrà condotta una battaglia di portata storica: una battaglia molto energica, politica e culturale, e forse anche giudiziaria», sottolinea Magaldi: «Non possono restare impunite le malefatte di Roberto Speranza e dei suoi pessimi consulenti: colpa loro se è aumentato il numero delle vittime (malati non curati tempestivamente), per non parlare del disastro socio-economico inflitto al paese».


Per Magaldi, va interamente reimpostata la nostra capacità di risposta, di fronte alle epidemie: a prescindere dai vaccini, dal Covid si esce grazie a cure efficaci, prescritte già ai primi sintomi dell'infezione. «La vera posta in gioco - ribadisce il presidente del Movimento Roosevelt - non è tanto l'uscita dall'attuale emergenza sanitaria, quanto piuttosto il modello socio-politico per gli anni che verranno». Sia ben chiaro: «I cittadini devono imparare a pretendere (non a mendicare) sia la libertà che il diritto alla salute». Magaldi considera incostituzionali anche i divieti imposti dall'ultimo decreto emanato dal governo Draghi: «Non è possibile privare i cittadini della libertà di circolare: lo vieta la Costituzione».


Rammarico, da parte di Magaldi - aperto sostenitore del tentativo di Draghi - di fronte all'ennesima scelta, «perdente, oltre che autolesionistica», di chiudere l'Italia ancora una volta. Ammette: «Tra le vastissime competenze di Draghi, notoriamente, non c'è quella in materia sanitaria: gli diamo quindi tempo fino al 1° maggio, per comprendere che la strada delle zone rosse è un'inutile, disastrosa follia». Poi, se invece le restrizioni si protraessero, la protesta potrebbe esplodere: «L'incendio appiccato all'ingresso della sede dell'Istituto Superiore di Sanità testimonia purtroppo il brutto clima che si respira nel paese, dove milioni di lavoratori - colpiti gravemente dai lockdown - sono ormai esasperati, anche se larghi strati della popolazione (quelli non ancora toccati dalla crisi) non si rendono conto della gravità della situazione e sperano ancora che dal Covid si possa uscire chiudendosi in casa per qualche altra settimana: non è bastato vedere che un anno intero di restrizioni non è servito a niente?».


Sintetizza Magaldi: è evidente che Draghi ha ereditato la pessima gestione dell'emergenza collaudata da Conte, «ma varata - a livello mondiale - da forze reazionarie che hanno utilizzato il coronavirus per scavare la fossa alla democrazia». Quantomeno, Draghi sembra intenzionato almeno ad accelerare sulle vaccinazioni, peraltro richieste a gran voce dalla popolazione. «Ripeto, speriamo che funzionino. Ma non illudiamoci: potremmo fare i conti con un nuovo virus ogni anno, e non è pensabile che ogni volta ci si chiuda in casa, in attesa di un ipotetico vaccino». Conclude Magaldi: «Draghi è a Palazzo Chigi innanzitutto per risollevare il paese economicamente, utilizzando gli stessi fondi europei alla luce di una visione strategica di tipo post-keynesiano. L'attendibilità di Draghi la potremo misurare già tra qualche settimana, valutando la celerità con cui assegnerà, finalmente, gli adeguati "ristori" che troppi italiani attendono ormai da un anno».



Fonte: Gioele Magaldi Racconta, su YouTube il 16 marzo 2021

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