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Come era ampiamente prevedibile (eccetto naturalmente per le Agenzie di Rating private di proprietà delle stesse banche d’affari private che “decidono” sui rating degli Stati - incredibile, ma vero... - quindi per J.P. Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Blackrock, Silicon Valley, Wall Street Journal, New York Times, Financial Times, Paìs, Times, Confindustria, Napolitano - membro della THREE EYES, potentissima Ur-Lodge segreta che ha utilizzato per 2/3 anni le mezze calzette poco affidabili della P2 per il “lavaggio dei piatti”... - e poi i vari Obama, Draghi, Merkel, Moscovici, Prodi, Junker, Barroso, Wolfgang Schaeuble, Scalfari, Fornero, Padoan, Bonino, il “Jovanotto”-Cherubini, Moccia, Gruber, Lerner, Santoro, tutti gli uomini dell'industria globale e dei mercati, quindi USA, UE, banche in generale, le potentissime compagnie assicurative, i vari “prestatori”... - e poi lui: mister “La più bella del Mondo” nun sadda MAI tuccà... quando c’era Berlusconi... poi sono arrivati al Governo i suoi amici PD e d’intorni e quindi, improvvisamente, “La più bella del Mondo” è diventata un pezzo di carta insignificante, na roba qualunque, come tutte le altre: strappatela, azzeratela, modificatela, stravolgetela, svendetela e fate subito... “nun è chiu a chiu bell ro munn!”), il Governo Padoan/Verdini/Boschi/Alfano/Casini/Renzi ha fallito i suoi intendi..

Mi tocca “addirittura” essere completamente d’accordo con il “Travaglio italico” che a proposito di mister “La più bella del Mondo” nun sadda MAI tuccà - quando c’era Berlusconi -, in maniera più o meno ironica, ha affermato: «Ci ha fracassato i coglioni per 20 anni sulla Costituzione più bella del Mondo... e adesso all'improvviso cambia idea!»

Con Berlusconi, nel 2006, terminó 61.3 a 38.7. Con Renzi e le Agenzie di Rating private, J.P. Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Blackrock, Silicon Valley, Wall Street Journal, New York Times, Financial Times, Paìs, Times, Confindustria, Napolitano, Obama, Draghi, Merkel, Moscovici, Prodi, Junker, Barroso, Wolfgang Schaeuble, Scalfari, Fornero, Padoan, Bonino, il “Jovanotto”-Cherubini, Moccia, Gruber, Lerner, Santoro, tutti gli uomini dell'industria globale e dei mercati - quindi USA, UE, banche in generale, le potentissime compagnie assicurative, i vari “prestatori” -, mister “La più bella del Mondo” e poi ancora - come se non bastasse - Verdini, Casini, Alfano, Lorenzin, Bondi, Pera, Tosi, Taradash, Fitto, Cicchitto e  chi più ne ha più ne metta è terminata 59,11% a 40,89%...

L’affluenza è stata altissima: ha votato addirittura il 68,5% degli aventi diritto.

I giovani hanno convintamente votato NO.

Nella fascia 18-34 anni il NO ha stravinto con una percentuale dell’81% contro il 19% dei Sì. Nella fascia 35-54 anni il NO ha vinto con una percentuale del 67% contro il 33% dei Sì. Nella fascia 55 anni e oltre - “incredibile” ma vero - ha vinto il Sì con il 53% dei voti contro il 47% dei NO.

Diciamo subito che in questo voto - come avevo documentato nei casi Brexit, Trump, Radev, Dodon, quindi Renzi e tutti quelli che verranno... - non c'è nulla di “strano” o “incredibile”.

I giovani hanno votato in maniera netta in quanto hanno compreso sulla loro carne viva che non hanno alcun presente ed alcun futuro. Gli anziani, invece, hanno principalmente votato per il Sì perché gli avevano detto in maniera “intimidatoria” che se avesse vinto il NO l’Italia avrebbe fatto “default”, bancarotta... quindi gli avrebbero tolto per sempre la pensione (ho ascoltato e letto tantissime persone anziane disperate per la minaccia mediatica di cui sopra).

Anche riguardo al voto all’estero nulla di “incredibile” e/o “strano”, anzi: tutto prevedibilissimo (esattamente come avvenne con il “caso Monti” nel 2013).

All’estero ci sono principalmente i ricconi e i figli dei ricconi. Quindi, come poteva terminare? Easy: il 64,70% ha votato Sì ed il 35,30% ha votato NO.

Stessa roba in Italia: le Regioni meglio “ammanicate” (Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige) hanno votato Sì. Le Regioni mediamente “ammanicate” (Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria, Molise, Valle d'Aosta, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) hanno votato NO, ma “non deciso”.

Le Regioni rase al suolo (Lazio, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Sardegna) hanno convintamente votato per il NO. In Sicilia e Sardegna “addirittura” (affermo ancora una volta che “addirittura” non esiste...) i NO hanno superato il 70%... “fascisti, razzisti e mafiosi!”

Inutile affermare che il 99,9% dei ricchi e dei figli dei ricchi (quelli per cui razze inferiori di luridi, schifosi, ignobili, ignoranti, fascisti, nazisti, sessisti, omofobi, razzisti, xenofobi, mafiosi, provinciali, luridi, bifolchi, antisemiti, misogeni, retrogradi, populisti, periferici, ignoranti, senza cultura, dignità ed altro... quando gli voti contro!) hanno votato Sì...

Qualche giorno fa - precisamente il 3 dicembre, il giorno prima del referendum - ho condiviso un articolo di Libreidee (http://www.libreidee.org/) dal titolo “Meno democrazia, più diseguaglianze. Così saltiamo in aria” dove nel passaggio iniziale si legge: «Se vince il Sì, il governo sarà più forte e i cittadini conteranno ancora di meno. Come ha scritto don Ciotti: chi ha voluto questa “nuova” Costituzione vede “la Democrazia come un ostacolo” e il bene comune come “una faccenda in cui il popolo non deve immischiarsi”. Come siamo arrivati a questo? La risposta, per Tomaso Montanari, è racchiusa in una parola: diseguaglianza. Secondo l’Istat, l’Italia è il Paese in cui - tra 1990 e 2010 - la diseguaglianza sociale è aumentata di più. “Succede in tutto l’Occidente: pochi ricchi sono sempre più ricchi, mentre si allarga la fascia degli impoveriti e la classe media non arriva agevolmente alla fine del mese”. Anche per Joseph Stiglitz “la stragrande maggioranza sta soffrendo insieme”, mentre l’1% accumula fortune. “Ma quando la diseguaglianza arriva a questi livelli - osserva Montanari - l’establishment ha un problema: la Democrazia. Perché in Democrazia il voto di un ricco vale quanto quello di un povero”. E i ricchi, osserva lo storico britannico Tony Judt, “non vogliono le stesse cose che vogliono i poveri”».

Fa piacere che pian piano qualcuno ci arrivi. I poveri - che rappresentano la maggioranza “assolutissima” ed “imbattibile” - non vogliono quello che vogliono i ricchi. I ricchi vogliono soldi e poi altri soldi, nuove poltrone, potere (quindi possibilità di schiavizzare, maltrattare e sottomettere il più possibile in modo da sentirsi “partecipi”, “importanti” e “vivi” grazie al potere ed alla possibilità di schiavizzare e sottomettere i poveri), altre poltrone, quindi maggiore potere ed ancora soldi, soldi, soldi... e poi ancora “poltrone nuove”, qundi potere e soldi, soldi, soldi...

I ricchi, in questo Mondo al contrario, semplicemente parlano dei poveri e li utilizzano per il voto per poi maltrattarli quando questi soffrono e ridergli in faccia quando “schiattano”.

I poveri “semplicemente” vorrebbero una possibilità... Questa è la piccola differenza tra le due categorie, quindi: come possono i “primi” occuparsi dei “secondi”? Semplice: non possono...

Ma come giustamente afferma Montanari: «Il voto di un ricco vale quanto quello di un povero.»

Come secondo me giustamente affermava l’eccellente Paolo Maddalena (giurista e Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale): «Il prossimo referendum ha molto a che fare con il nostro prossimo destino. Non è in dubbio che siamo chiamati a scegliere tra due sistemi economici e politici, il sistema keynesiano che pone al centro il valore della “persona umana” e il “lavoratore” e il “neoliberismo”, che pone al centro il “massimo profitto individuale”. La nostra Costituzione repubblicana è stata scritta presupponendo il primo tipo di società. La riforma costituzionale di Renzi vuole legittimare costituzionalmente quanto si è già realizzato per la creazione del secondo tipo di società, e vuole togliere ogni ostacolo alla realizzazione di una società nella quale la sovranità spetta, non più ai Popoli, ma al mercato “globalizzato”, che decide, non razionalmente per il bene dei Popoli, ma irrazionalmente per l’interesse individuale, attraverso il gioco e la scommessa, e disinteressandosi di quanto accade sulla generalità degli uomini. Questa volta non si tratta di un puro e semplice referendum, ma di una scelta epocale, che potrebbe annullare lo stesso concetto di “comunità” e riportarci all’uomo branco di diecimila anni fa.»

Spazzato via Renzi e quella che nella più pacata delle ipotesi ho sempre e senza troppi mezzi termini definito “deforma costituzionale” pensata e voluta dai ricchi per spazzare via definitivamente e per sempre la “feccia” - i comuni cittadini, i poveri... -, spero e mi auguro che si torni all’economia di Keynes.

Leggo dappertutto che coloro che hanno ricevuto l’ennesima mazzata tra capo e collo (esattamente come per Brexit, Trump, Radev, Dodon ed altri) vogliono in qualche modo riscattarsi e fargliela pagare alla “plebaglia”.

I ricchi non sanno perdere, non accettano la sconfitta... ed anche dove hanno perso cercheranno in qualche modo di “riscattarsi” sempre in maniera non pulita o molto sporca.

I ricchi credono di essere i “migliori”, quindi: bisogna fare sempre e comunque come vogliono e dicono loro anche quando perdono.

Uno dei massimi ricchi che ho conosciuto (naturalmente il soggetto non poteva NON essere un esponente dei vari Partiti comunisti/sindacalisti per i deboli, i poveri, la pace, i gay, gli animali ed altro propietario di qualsiasi cosa possibile ed immaginale - anche dell’inimmaginabile - e titolare di numerosissimi incarichi), un giorno, rivolto ad un povero operaio (la categoria che lui “difendeva per lavoro” e “per vita”... come no!, ed io ci credo...), gli ha urlato in faccia con estrema violenza e dialetto ben marcato: «Qua si fa solo e sempre come dico io senza parlare, altrimenti togliti davanti e vattene a casa»... non so se è chiaro!

Ma ecco la mia “personale interpretazione” espressa a coloro che si sono posti la domanda “Perché Monti e l’Economist, alla fine, hanno optato per il NO a dispetto di tutta, ma propria tutta la finanza mondiale, banche, Usa, UE ed altri?»

Anche qui, sempre per quel mi riguarda, nessuno “stupore” o “novità”... tutto scontatissimo!

La “deforma costituzionale” appena bocciata aveva in mente di riformare il Titolo V della Costituzione. La riforma del Titolo V della Costituzione, come giustamente ha “ammesso” Paolo Mosca e successivamente anche il Presidente Gioele Magaldi (io in primis e con pochissimi dubbi), era molto probabilmente - per non dire quasi sicuramente - finalizzata alle privatizzazioni di acqua, luce, gas, energia... e questa cosa, sempre secondo me, faceva gola a qualcuno interno, ma non a tanti... all’ “esterno”! Poi, però, oltre a questo, c’era la effettiva “preoccupazione” dell’Economist per il fatto che «la vittoria del “Sì” e la nuova legge elettorale finirebbero per dare troppi poteri al Presidente del Consiglio e che uno dei beneficiari di quei poteri possa essere Beppe Grillo.»

Adesso: tutto si può di Monti e dell’Economist, tranne che siano “Casini”... Monti e l’Economist guardano molto oltre e molto, molto, molto lontano... proprio perché appunto non sono “Casini”!

Con l’affermazione di cui sopra voglio dire che a Monti ed all’Economist potrebbe anche interessare parzialmente nel breve termine la  riforma del Titolo V finalizzata all’eventuale privatizzazione... ma loro, come affermato, guardano MOLTO lontano. A loro interessa la tranquillità e la stabilità dei Governi amici; a loro interessa la tranquillità e la stabilità dell’UE, dell’Euro e dell’attuale globalizzazione; vogliono tranquillità e stabilità affinché tutto resti sempre e comunque uguale ad oggi nelle loro mani (non a caso nel finale del suo ragionamento Economist evoca il Governo tecnico... mica sono scemi all’Economist!); la stessa tranquillità e stabilità che per esempio chiedeva ed ha sempre chiesto Confindustria per il Governo iper amico Padoan/Renzi... ecco perché si sono shierati da prima del primo secondo per il “Sì”... perdendo!

Termino con una “storiella” su Confindustria e Craxi raccontata da Berlusconi ai microfoni di Mentana che serve ancor meglio a far capire come ci si deve comportare quando determinati poteri ti chiedono di fare qualcosa e magari con “certezza assoluta” ed un pesantissimo insulto (una dei tantissimi che ho letto, per essere onesti...) venuto per bocca della senatrice PD Laura Puppato.

«A Bettino chiedevo: è importante quello che dice Confindustria?» Craxi: «Sì, è importante sentirli: perché poi facciamo il contrario» (Berlusconi); «In effetti a pensarci bene, c’è stata la fuga dei cervelli all’estero. Sarà per quello che solo all’estero ha vinto il Si?» (Puppato).

Gli italiani solitamente dimenticano qualche secondo dopo la lettura: cercate di non dimenticare...

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 6 Dicembre 2016)

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