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Mi ero promesso che non avrei più parlato di quella che nella più pacata delle ipotesi considero la  “deforma costituzionale”, ma siccome la ritengo personalmente “gravissima” per tanti motivi, ne parlo per l’ultima volta.

Il titolo del pezzo è una citazione di Paolo Maddalena (giurista e Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale) inserita all’interno di un intervista che ha concesso ad “Abruzzoweb” il 17 giugno 2016 (in tempi assolutamente non sospetti).

Paolo Maddalena: «Se passerà la pericolosissima riforma della Costituzione, si spalancheranno completamente le porte alle multinazionali, alle banche e alla finanza speculativa. Un passo decisivo verso la miseria di tutti noi: non ci saranno più freni per chi vuole imporci definitivamente il modello, folle e criminale, neoliberista.»

La riforma, secondo Paolo Maddalena (e naturalmente secondo me): «farà in modo che il Senato non conterà più niente e permetterà a un Governo, grazie alla legge elettorale anche in caso di ballottaggio, di fare ciò che vuole con il 25 per cento. A quel punto, ci sarà spazio solo per un Governo autoritario che renderà conto non al popolo, ma a giganti come JP Morgan

È il popolo che si vuole togliere di mezzo in una versione moderna degli ebrei sotto Babilonia. Avrei fatto volentieri a meno di schierarmi, avrei continuato ad occuparmi degli studi di Diritto romano, ma non è più possibile tacere di fronte a un fatto di una gravità storica.

Ed è il caso che il popolo si svegli, l’indifferenza è il pericolo maggiore in questi casi. Il fatto che le popolazioni siano abituate a guardare al potere come qualcosa di dannoso sempre e comunque, non giustifica l’immobilismo di fronte ad una poderosa accelerazione dei processi antidemocratici.

Siamo in un guano di disoccupazione, di disperazione sociale che peggiora ogni giorno di più, possibile che non basti questo per reagire?

La dottrina neoliberista è una folliA e i suoi esecutori “sul campo” sono molto pericolosi. Questa è la strada verso lo schianto, l’abbandono del cristianesimo, saremo tutti schiavi, tutti vittime delle privatizzazioni, con il bene comune svenduto a quattro soldi senza risolvere niente. Ci ritroveremo senza territorio pubblico, come sta avvenendo in Grecia.»

Poi attacca Mario Monti: «È “grazie” a lui che siamo obbligati al pareggio di bilancio, inserito in Costituzione, che di fatto elimina la politica economica dello Stato e degli altri enti pubblici. E quando saremo senza pubblico, sarà la fine. Moriranno gli Stati, stanno morendo gli Stati sotto i colpi feroci della globalizzazione, che viene propagandata per ciò che non è, cioè l’unità del Mondo». E a chi gli chiede perché diversi tecnici ed “esperti”, anche tra i suoi colleghi, si schierano a favore della riforma, spiega: «Sono ciechi, si bendano gli occhi e non vanno oltre la questione giuridica - il giudizio a tal proposito - evitando i capitoli economici e finanziari. La domanda, in questi casi, è semplicissima eppure fondamentale: cui prodest? A chi giova questa riforma? Non al popolo, ma ai nostri nemici che sono multinazionali, grandi banche e finanza speculativa.»

Parla degli USA: «Anche i cittadini statunitensi sono vittime di questi “schemi”, basti pensare al Presidente, Barack Obama, che rappresenta le lobby ed è venuto da questa parte di Mondo per propagandare l’osceno trattato sul commercio TTIP, che si sostituisce alle Costituzioni e manda in rovina la salute delle persone e l’ambiente, con gli Stati che verranno trascinati in tribunali parziali per essere puniti severamente qualora dovessero ribellarsi». Quindi, conclude: «Io vorrei che si tornasse all'economia di Keynes, per eliminare quella dei folli della Scuola Austriaca e di Milton Friedman che ormai sono ovunque. Vorrei che si mettesse in piedi un Europa vera, non il delirio che ormai viviamo da troppo tempo.

Il quadro è drammatico, ma si può reagire, lo spirito critico cresce, ci sono fior di economisti, di giuristi, che ogni giorno lavorano per il bene. Eliminiamo, insieme, il neoliberismo dalle nostre vite.

I danni che produce sono sotto gli occhi di tutti. Del resto, anche una ricostruzione post-sisma come quella dell’Aquila rispecchia questa folle dottrina: cioè, pochi che hanno tutto e comandano a bacchetta i tanti. Siamo di fronte a un momento cruciale. Non sbagliamo.»

N.B. La posizione che riguarda il referendum costituzionale sullla riforma Boschi sopra esposta non è quella ufficiale del MR che, sul Referendum del 4 dicembre, ha espresso, per bocca di vari dirigenti e attivisti, una pluralità di punti di vista.

Un link utile a comprendere la pluralità del MR: https://blog.movimentoroosevelt.com/home/276-referendum-costituzionale-del-4-dicembre-2016-nella-prospettiva-rooseveltiana.html .


Vincenzo Bellisario

(Articolo del 2 DICEMBRE 2016)

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