L’Italia è in saldo al miglior offerente, da anni. Pirelli, Parmalat, Merloni, Lamborghini, Gucci, l’elenco è infinito: dopo le decine di acquisizioni dei marchi più importanti nel settore dell’alimentare, della moda e degli elettrodomestici nel totale disinteresse della politica, oggi sulla lista della spesa ci sono i settori strategici dell’auto, della chimica, dell’energia e della meccanica.
Oggi le aziende italiane sono state colpite per prime dalla pandemia e dalla recessione e quindi sono una facile preda per voraci capitali esteri, in attesa di banchettare sul di Made in Italy.
L’ex gruppo FCA ha venduto la storica Magneti Marelli e ora intende vendere il produttore di mezzi pesanti IVECO al colosso di Stato cinese FAW, First Automobile Works.
Nonostante la crisi, l’Unione Europea ha siglato un accordo di libero scambio con il governo cinese, che garantisce alle grandi industrie automobilistiche tedesche e francesi la tutela per gli investimenti nel paese asiatico in cambio di un accesso totale al mercato europeo.
Quando un vaso di coccio si scontra con dei vasi di ferro, il vaso di coccio viene distrutto. FAW è una società a pieno controllo statale del governo cinese e agisce secondo le sue direttive.
Nel recente piano quinquennale 2021-2025 il governo cinese ha elaborato il concetto della “doppia circolazione”, cioè la crescita del loro mercato interno con la contemporanea espansione economica all’estero, creando una dipendenza delle industrie internazionali dalle forniture cinesi, ancor più vincolante di quanto non lo sia già oggi.
Gli stabilimenti IVECO danno lavoro a migliaia di persone nei territori di Brescia, Bolzano, Suzzara e Piacenza, oltre ad alimentare l'economia dell’indotto automobilistico in tutta Italia.
In un simile quadro sono chiare le conseguenze nefaste già sperimentate nel passato: presa la rete di clienti e contatti commerciali, tenuta l’insegna del marchio, le fabbriche italiane saranno smantellate a favore di stabilimenti all’estero con salari inferiori e l’indotto italiano sarà sostituto nel medio termine dalla componentistica cinese. Il caso ILVA-ArcelorMittal fa scuola: una volta acquisiti i contratti, si elimina un concorrente e su tutti noi restano solo le macerie.
IVECO non è una azienda decotta, è un orgoglio italiano: è un gruppo globale stata pioniere degli autobus elettrici e della combustione pulita, produce veicoli per l’Esercito Italiano e macina innovazione. IVECO è la chiave per aprire il futuro dei trasporti ecologici.
La prosperità della FIAT e della Famiglia Agnelli, da oltre un secolo, ha beneficiato dei finanziamenti, degli incentivi e del sostegno politico dei governi italiani. Il patto si è rotto negli ultimi anni: per aumentare il valore delle azioni e controllare meglio la società, il gruppo FCA ha spostato la sede legale del gruppo in Olanda e la sede fiscale a Londra.
Ciononostante, lo Stato italiano continua a sostenerla. Nel maggio del 2020, con il decreto Liquidità destinato al sostegno delle imprese colpite dall’emergenza economica, la società di assicurazioni statale SACE, ha garantito un prestito privato bancario a favore dell’ex FCA con 6,5 miliardi di euro di soldi pubblici, con cui ha finanziato le nuove operazioni societarie.
A gennaio del 2021, il gruppo Peugeot ha di fatto acquisito il gruppo FCA creando Stellantis, una nuova società quotata a Parigi in cui ogni partecipazione italiana è sparita. Se lo Stato francese è presente in Peugeot e lo Stato cinese controlla completamente FAW, la quota italiana dell’ex FCA è in mano alla finanziaria privata EXOR della famiglia Agnelli.
Pezzo dopo pezzo, stiamo svendendo la ricchezza che l’ingegno e la fatica di tre generazioni hanno con costruito. Non abbiamo tempo di recuperare: l’industria è la spina dorsale di un paese che vuole almeno sopravvivere un’era di rapidissima evoluzione tecnologica.
L’Italia è un paese che ha abbandonato da decenni ogni strategia di politica industriale, intervenendo con capitali pubblici solo in aziende in forte perdita, dopo che gruppi privati hanno goduto dei profitti mentre francesi e cinesi perseguono i propri interessi nazionali.
Possiamo lasciare ai nostri figli un deserto industriale? Possiamo guardarci allo specchio e dire che questa generazione non ha fatto nulla, consegnando il paese all’arretratezza e all’irrilevanza?
IVECO potrebbe essere il motore dei trasporti puliti e del lavoro qualificato che vogliamo. Non possiamo abbandonare le lavoratrici e i lavoratori alla nostra indifferenza.
Allora per tutelare le migliaia di lavoratori di IVECO e dell’indotto, la storia industriale italiana e salvare la nostra dignità di cittadini del nostro paese chiediamo al governo di:
- Esercitare il Golden Power sull’acquisizione di IVECO da parte di FAW
- Ingresso di Cassa depositi e Prestiti nel capitale di IVECO in modo da garantire l’occupazione e che le strategie aziendali non vadano a danno degli stabilimenti italiani
- Ingresso nel capitale azionario di STELLANTIS da parte di Cassa depositi e Prestiti in misura pari alle garanzie pubbliche rilasciate da SACE
- Qualora le operazioni di vendita fossero completate senza esercitare il Golden Power, creare un tavolo al MISE con il supporto di Cassa depositi e Prestiti e di fondi privati per creare un campione nazionale nella produzione di bus e camion ecologici, aggregando le aziende italiane presenti sul mercato, al fine di soddisfare almeno la domanda interna.