La domanda di cui sopra è stata posta da un lettore come commento ad un mio post.
La mia “personale” risposta: l’Economist dice di essere per il “NO”, spiegando che «il problema dell’Italia è la non volontà di fare le riforme». L’Economist afferma di «essere contrario a un Senato depotenziato e formato da “non eletti” - anche se ammette che il bicameralismo perfetto è una ricetta per l’immobilità - e di essere preoccupato dal fatto che la vittoria del “Sì” e la nuova legge elettorale finirebbe per dare troppi poteri al Presidente del Consiglio e che uno dei beneficiari di quei poteri possa essere Beppe Grillo». L’Economist scrive che «c’è il “pericolo” che Grillo diventi Presidente del Consiglio». Secondo l’Economist Renzi avrebbe quindi dovuto pensare a «riforme più strutturali» e generali perché «prima l’Italia torna a fare vere riforme, meglio è per l’Europa». L’Economist conclude affermando che «le dimissioni di Renzi potrebbero non rappresentare il rischio che tutti temono: si potrebbe fare un Governo tecnico, come molte altre volte in passato.»
Cosa significa? Loro hanno interesse non tanto alla riforma del Titolo V della Costituzione italiana finalizzata alle privatizzazioni di acqua, luce, gas, energia ed altro e che servirebbe ad alcuni privati abbastanza noti per mettere totalmente le mani sulle cosiddette “utilities” (le aziende indispensabili che rendono profitti sicuri, molto “alti” ed eterni): loro hanno a “cuore” che tutto il meccanismo globale che hanno costruito negli anni e che è servito e serve esclusivamente ai pochi noti ed amici (per esempio, indirettamente anche a loro, perché esistono “alla grande” in quanto stipendiati dalla finanza e da questo sistema impressionante e globale) non crolli, vada avanti in eterno e resti sempre nelle “mani giuste”. Non a caso, nel finale dell'abbastanza articolato ragionamento, citano il “pericolo Grillo” (che potrebbe eventualmente essere una “mano sbagliata”... per loro! - per esempio se ben consigliata dal Movimento Roosevelt ed altre forze e singoli...) ed auspicano un “Governo tecnico” (un nuovo Mario Monti, insomma: una mano “ottima”... sempre per loro!): per assicurarsi che l'Italia non “sbagli” e non “cada”. Questo perché un eventuale “caduta” dell'Italia potrebbe veramente dar luogo alla “caduta” dell'impero. Dirai: «È davvero così importante l'Italia per la tenuta di questo sistema globale settario, orribile e “sanguinario”?». La mia risposta: assolutamente Sì... Questo perché Francia e Italia veramente rappresentano un “pericolo”: non la Gran Bretagna... La Gran Bretagna era ed è indipendente, a differenza di Francia ed Italia che hanno l'Euro ed altro ed hanno quindi perso praticamente tutto affidandosi mani e piedi all’impero globale annientando se stessi... Ecco perché Wolfgang Munchau (condirettore del Financial Times ed esperto di Unione Europea) parla di un possibile “grande elemento destabilizzante”. Ecco perché afferma: «La probabilità della vittoria alle elezioni presidenziali francesi di Marine Le Pen non è più un rischio remoto. E se dovesse vincere, la signora Le Pen ha promesso un referendum sul futuro della Francia nell'UE. Se questo dovesse portare alla “Frexit” (l'uscita dall'UE di Parigi come la Brexit), l'Unione Europea sarebbe finita il giorno dopo e così l'Euro. Un uscita di Italia e Francia dall'Euro innescherebbe il più grosso default della storia. I detentori dei titoli del debito pubblico italiano e francese vorrebbero essere pagati in Lire e Franchi e perderebbero molto del loro valore. Visto che le banche non debbono conservare capitale sufficiente per coprire il valore dei titoli dei loro Stati, le loro perdite potrebbero portare molte istituti di livello continentale alla bancarotta. Questa serie di eventi potrebbe essere prevenuta solo se fossero adottate immediatamente una serie di decisioni e nella giusta sequenza. Per prima cosa Merkel dovrebbe accettare ciò che ha finora rifiutato: una road map verso una piena unione fiscale e politica. Dovrebbe anche essere rafforzato l'European Stability Mechanism, il sistema di salvataggio dei Paesi dell'Eurozona che non è progettato per salvare Paesi delle dimensioni di Italia e Francia». Wolfgang Munchau parla di Euro e solo successivamente di UE, perché è la zona Euro e non l'UE quella che conta... Ed è proprio la zona Euro il luogo da dove potrebbero veramente pervenire grossi problemi... problemi talmente gravi, al punto da mettere a rischio l'attuale e quasi interamente scellerato sistema globale.
Vincenzo Bellisario
(Articolo del 29 Novembre 2016)
“Come lo spiegate che un settimanale liberista come l'Economist, sia per il NO?”
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