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Le forze politiche democratiche sono spesso criticate per la mancanza di capacità di proporre soluzioni reali ed efficaci ai problemi che affliggono la nostra società.

Vorrei dunque offrire un punto di vista alternativo a quello proprio delle forze democratiche  che spesso rifiutano ideologicamente l’impiego dell’esercito.

Vorrei offrire, ai cittadini che si riconducono ad ideologie democratiche, una soluzione che coinvolge l’esercito ma che rappresenterebbe una soluzione rapida e valida al problema del terrorismo nel Medioriente, e che sarebbe comunque alternativa alla finta soluzione di usare le armi con fine di sterminare gli oppositori- perché di oppositori ce ne saranno sempre, se non si cerca di capire le loro ragioni.

Quando diciamo che, per risolvere la situazione mediorientale  ci vuole il coraggio di impiegare i soldati, non ci riferiamo, come molti pensano, ad un modello simile a quello libico in cui la Francia ha premuto per la destituzione di Gheddafi con l’obiettivo di acquisire pozzi petroliferi e potere geopolitico, ma ci riferiamo ad un impiego dell’esercito per portare democrazia, diritti e benessere.

Quando diciamo che i soldati possono essere impiegati in processi di pace, questi sono un mezzo, non un fine. Sono un mezzo per costruire una piattaforma tramite la quale stipulare quel contratto sociale su cui si basa la nostra società e che in quelle zone del mondo non è mai esistito.

Ovviamente, l’argomento del ‘contratto sociale’ non è proprio un argomento da accattivante per forze combattenti…

La vera arma da usare è la tutela dei diritti economici, e quindi della proprietà privata, per le fasce più deboli; che avranno cosi un motivo per ribellarsi a chi propone, magari, che sia solo nell’aldilà che si possa raggiungere il benessere materiale.

La tutela della proprietà privata, per chi non la ha mai avuta riconosciuta, significa anche  tutela a perseguire i propri fini, talenti ed interessi, ed è quindi la più grande motivazione che si possa dare a fasce di popolazione che sono storicamente oppresse ed in lotta.

Ogni azione militare deve essere quindi usata, e percepita, come forze a tutela dei diritti prima di tutti materiali delle popolazioni in conflitto.

A tale proposito, ho recentemente trovato un video sul canale YouTube dell’Institute for Liberty and Democracy che vorrei condividere e che spiega come questo approccio ha recentemente consentito al Perù di vincere nella sua lotta contro il terrorismo.

https://www.youtube.com/watch?v=_N-YdXu9W_M

A chi fosse anche interessato a condividere un ‘trailer’ di questo video, propongo anche il secondo link:

https://www.facebook.com/HernandodeSotoOficial/videos/1895297097365648/

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