1948. Diventa legge. Suprema.
Diventa legge l’inviolabilità dell’essere umano. Della sua libertà.
Diventa legge ed è improfanabile, non (più) restringibile, l’espressione del sé umano, del rispettivo essere. Ed ogni sua manifestazione. Di ciascuno, di tutti noi.
Agognate, negate, invocate, bramate, inseguite, implorate. Difese. Pretese.
Al buio di ritrovi clandestini, al calare di mannaie giustizialiste, sui bracieri ardenti della storia inquisitoria, dentro camicie di forza annodate nel non (con)senso, nelle righe infilate in tasca ai panciotti e tra sottane. Tra le lacrime di chi le ha scritte al fronte e in prigione. All’ora esatta della fine.
Le nostre libertà.
Liberi di pensare, che sia a favore o che sia contro, Liberi di esprimerci e di tacere, Liberi di unirci e dissociarci, Liberi di muoverci sotto il cielo e dentro una qualche anche diversa scienza e conoscenza, di contestare confutare concordare, Liberi di pregare Dio o mammona, Liberi di criticare e di aiutarci gli uni con gli altri, nello scambio ed in ogni costruttivo dissenso.
Liberi di scegliere come curare la nostra anima, lo spirito, il corpo.
Liberi di arricchire senza fine né confini le nostre conoscenze per un percorso terreno consapevole e sempre più elevato, liberi di studiare ed imparare. Liberi di evolvere.
Liberi nell'interagire e nel confronto, liberi di tendere attenzione e mano al congiunto e allo straniero.
Liberi di costruire e garantire le fondamenta indispensabili di ogni altra libertà. Liberi di fare ciò che dentro sentiamo che è importante, liberi di lavorare. Per un mondo sempre migliore.
Le nostre libertà.
Un terzo dei Padri Costituenti hanno offerto le proprie per garantirle a tutti.
Non hanno smesso di lottare, sono riusciti a liberarle. E le hanno blindate.
Prendiamo la Costituzione, cerchiamo lì le nostre libertà, ci sono tutte.
Cerchiamo nelle memorie dei Costituenti il perfetto bilanciamento tra l’esistere e l’essere. Umano.
Siamo vita e dignità, è l’insieme che ci rende umani.
Serve equilibrio tra le due, siamo corpo anima e mente, serve omogenea fusione per mantenere il senso dell’esistere. Come individui e come intera popolazione.
Proteggiamo l’esistere biologico, facciamolo (fare) con scienza e coscienza. Con la cautela della vera sapienza.
Ma non regaliamo alla paura che congela la sovranità mentale e ogni sua democratica espressione.
Non rinunciamo alla nostra dignità. Al nostro esistere umano.