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Il Tesoro e/o la Banca Centrale, per conto del Governo, emettono, in termini di moneta (o impulsi elettronici - considerando che la quasi totalità della moneta in circolazione è elettronica), quello che serve al Governo per pagare pensioni, stipendi e servizi. A fine anno, attraverso le tasse, il Governo chiede indietro parte della somma messa in circolazione creando il “giusto DEFICIT” (deficit significa che lo Stato spende più di quel che “incassa”).

Il deficit, in sostanza, serve, com’é giusto che sia, per arricchire gradualmente i cittadini/far crescere gradualmente il proprio Paese attraverso la costruzione del PIL (da questo ragionamento, naturalmente, si deduce che le tasse NON finanziano lo Stato: servono esclusivamente per “regolare” l’inflazione, la ricchezza dei privati, imporre ai cittadini l’uso della moneta sovrana ed a scongiurare o incoraggiare “comportamenti” - si tassa l’alcool, il fumo o l’inquinamento, mentre ad esempio si detassano le beneficenze, le ristrutturazioni ed altri “comportamenti” che vanno nella giusta direzione). La somma dei deficit annuali forma il debito pubblico. Il debito pubblico, quindi, in uno Stato sovrano che possiede moneta sovrana, altro non è se non la RICCHEZZA DEI CITTADINI… e così andrebbe rinominato per evitare confusione! (quello di cui sopra è il meccanismo che può essere applicato con finalità di Piena Occupazione e Pieno Stato Sociale qualora i governanti lo volessero ed avessero le giuste competenze tecniche e pratiche per far si che ciò possa realizzarsi in Paesi come USA, Australia, Canada, Giappone, la Gran Bretagna fuori dall’UE - in quanto attualmente ancora parzialmente limitata dai Trattati -, Norvegia, Svizzera ed altri che godono di sovranità monetaria e piena ed indipendente azione politica).

Poi esistono i Paesi del Terzo Mondo: l’Italia, per esempio...

Nei Paesi del Terzo Mondo, come l’Italia, il Governo, per pagare pensioni, stipendi e servizi, NON

può emettere moneta: deve chiedere un prestito (esattamente come un privato cittadino, per poi restituirlo con l’aggiunta dell’interesse...), oppure, in “alternativa”, per fare cassa, deve chiederla al cittadino. Quindi, deve tassare, licenziare, aumentare i contributi pensionistici e l’età per andare in pensione, non assumere, non fare investimenti, privatizzare, liberalizzare, condonare, far pagare al cittadino i servizi che gli forniva gratuitamente, cercare di attirare capitali esteri a cui svendere le proprie aziende pubbliche che i privati acquistano a prezzi di “buonissimo mercato”. I capitali esteri, i privati, per fare cassa immediata e per far si che l’azienda sia produttiva, licenziano nell’immediato centinaia o migliaia di persone - a seconda della grandezza dell’azienda - ed eventualmente assumono attraverso contratti inutili/nulli e poco costosi (ammesso che assumano - preferiscono personale in nero, meglio se extracomunitari: persone facilmente sottomissibili e/o ricattabili…) ed a loro volta, per fare cassa immediata, vendono e/o svendono a pezzi parte dell’azienda acquistata a “buonissimo mercato” e raddoppiano e/o triplicano i prezzi dei servizi. Inoltre, nonostante la triplicazione dei prezzi, tagliano i servizi - in quanto personale e mezzi risultano essere sempre scarsi e/o inadeguati -, sempre e solo con lo scopo unico di fare cassa (l’esatto opposto di quello che faceva in passato lo Stato attaverso le sue aziende, oggi quasi tutte privatizzate). Il privato, a differenza dello Stato, esiste esclusivamente per far cassa, soldi; più ne fa e più è felice. Lo Stato, invece, non ha bisogno di soldi, in quanto è lui il produttore, quindi, a differenza del privato, al massimo punta al “pareggio di bilancio”: (quello che hanno inserito ne “La più bella del Mondo” e che l’economista Nino Galloni, giustamente, ha definito un CRIMINE). In ogni caso, più moneta lo Stato lascia in circolazione e più felici rende i cittadini; può farlo all’infinito generando la giusta inflazione: quella che ritiene giusto generare. L’inflazione (troppi soldi a fronte di pochi prodotti), viene contenuta o bloccata in tre modi. Uno: lo Stato spende di meno nel comparto pubblico. Due: lo Stato spende di più per aumentare la produttività nel settore privato. Tre: lo Stato introduce una tassa temporanea, in modo da togliere di mezzo gli eventuali soldi in eccesso.

Essendo i privati “importanti” non stupidi, acquistano ed accettano di divenire proprietari quasi esclusivamente di aziende di servizi, le cosiddette “aziende indispensabili” (sanità, scuole, acqua, energia, gas, trasporti, telecomunicazioni ed altro...): aziende che garantiscono profitti eterni...

Quando il Paese del Terzo Mondo Italia chiede un prestito, deve restituirlo con l’aggiunta dell’interesse. Il prestito, naturalmente, NON essendo moneta al netto NON genera ricchezza... NON può in alcun modo generare ricchezza!

Il Paese del Terzo Mondo Italia, quindi, per continuare a pagare pensioni, stipendi e servizi, deve per forza di cose chiedere altri prestiti oppure tassare il cittadino con tasse sempre più alte; deve continuare a licenziare, aumentare i contributi pensionistici e l’età per andare in pensione, a non assumere, a non fare investimenti, a privatizzare, liberalizzare, condonare, far pagare al cittadino i servizi che gli forniva gratuitamente, a cercare di attirare capitali esteri a cui svendere le proprie aziende pubbliche che i privati acquistano a prezzi di “buonissimo mercato” con tutte le conseguenze sopra evedenziate. La perdita di sovranità monetaria porta a questo: ad un vortice al ribasso dal quale ASSOLUTAMENTE non si esce e che, inevitabilmente, dopo anni di sofferenze, porta alla bancarotta. Quanto sopra, semplicemente è quel che è accaduto in questi anni nei Paesi europei che hanno accettato l’EURO e che hanno perso la propria sovranità monetaria. Quanto sopra è quel che è accuduto con velocità impressionante nel Paese del Terzo Mondo Italia negli ultimi 20/25 anni circa (gli anni del “ce lo chiede l’Europa”).

Ci dicevano che avevamo un debito e che bisognava pagarlo; ci dicevano che avevamo un debito e che bisognova estinguerlo; ci dicevano che avevamo un debito e che bisognava andava in pensione sempre più tardi, perché altrimenti il nostro sistema non avrebbe retto, perché appunto avevamo un debito; ci dicevano che avevamo un debito e che bisognava fare sacrifici e successivamente sarebbe andato tutto okay; ci dicevano che avevamo un debito e che non potevano generare inflazione (oggi siamo in deflazione e la BCE sta provando a fare di tutto per farci uscire da questo stato di coma, la deflazione, senza risultati... però ci avevano sempre raccontato il contrario: che non potevano generare inflazione... deflazione significa pochi soldi a fronte di tanti prodotti che restano invenduti in quanto non ci sono sono soldi, quindi: chiusure delle aziende, licenziamenti di massa, blocco delle assunzioni. Inflazione, invece, significa che ci sono tanti soldi e pochi prodotti: le persone non sanno come spendere, quindi: comprano un appartamento, un garage, un terreno; poi acquistano ancora un appartamento al mare, uno in montagna, uno per i propri figli; poi fanno un viaggio, poi un altro viaggio, poi viaggiano ancora; poi fanno regali, comprano altri regali e poi ancora altri regali; hanno tanti soldi, non sanno come spenderli: insomma, l’Italia degli anni Ottanta, dove l’inflazione superava due cifre, con punte di oltre il 20%... oggi siamo in deflazione!); ci dicevano che avevamo un debito e che non potevano accumulare altri debiti; ci dicevano che avevamo un debito e che dovevamo fare surplus di bilancio (spendere meno di quello che mettevano in circolazione: PD docet...); ci dicevano che avevamo un debito e che non potevamo fare investimenti; a Roma, per esempio, ultimamente, sempre a proposito dei famosi debiti ed a proposito dell’attuale amministrazione “alternativa” che nulla ha fatto di alternativo, ci hanno detto che non possiamo fare le olimpiadi, ricapitalizzare aziende e quant’altro, sempre perché abbiamo i debiti... A Roma, per esempio, sempre esserci Mario Monti Sindaco - persona che assieme alla sua amica Fornero aveva interesse a fare cassa per far si che i creditori dell’Italia, i suoi amici, i “mercati”, avessero indietro i soldi con l’aggiunta dell’interesse. Invece NO: a Roma “amministra” un amica di Piero Grillo che fa gli stessi esatti discorsi che facevano Monti, il PD e tutti coloro a cui sta bene questo NON sistema e che ci hanno messo dentro dentro questo NON sistema: il NON sistema dell’EURO...

Il debito pubblico, grazie ai sacrifici del “ce lo chiede l’Europa” degli ultimi 25 anni circa, si è triplicato. Solo per citarne qualcuno: la disoccupazione è alle stelle; le aziende pubbliche sono quasi tutte private; i prezzi dei servizi delle EX aziende pubbliche si sono nella più ottimistica delle ipotesi triplicati e senza un motivo; la qualità delle EX aziende pubbliche si è ridotta di oltre il 70%; il numero delle persone che operava nelle delle EX aziende pubbliche è calato di oltre il 60% (inoltre sono anche calati gli stipendi a fronte dell’aumento delle ore lavorate); l’età per andare in pensione è aumentata di circa 20 anni; le pensioni si sono più che dimezzate rispetto al valore che avevano circa 20 anni fa nonostante il prelievo contributivo sia aumentato e siano aumentati di circa 20 anni gli anni richiesti per andare in pensione. Potrei continuare in eterno: mi fermo...

L’attuale premier italiano, per cercare di “spaventare” gli italiani e per cercare di indurli a votare Sì al referendum del 4 dicembre, ha affermato: «Se al referendum vince il “NO” torniamo indietro di 30 anni». «Magari!», giustamente ed in maniera oggettiva e parzialmente “ironica” gli hanno rispoto in tanti, sottolineando: «Nel 1986... 1. non esistevano i contratti cococo, progetto, jobact, da dipendente a partita iva, voucher; si andava in pensione ad una età decorosa; c'era l'articolo 18 e le tutele per il lavoratore; la benzina costava £1.258 tradotto in €0,65 al litro; non c'erano suv; c'erano tanti concorsi per i posti pubblici; la Rai mandava in onda film in prima visione e trasmissioni senza interruzioni di pubblicità; non c'era il ticket nella sanità pubblica; a 25 anni ci si poteva permettere di metter su famiglia; i bambini giocavano per la strada; Berlusconi non era in politica e Renzi veniva sbeffeggiato dai suoi compagni alle elementari; non c'era la “buona scuola”, ma la scuola era buona davvero». Insomma, se Renzi aveva una possibilità di “vincere” il referendum, con questa esternazione, considerando i fatti oggettivi sulla carne viva delle persone “dilaniate” da questa crisi imposta e voluta, l’ha persa definitivamente...

Qual è la differenza tra il Paese del Terzo Mondo Italia ed un “normale” Paese del Terzo Mondo? Una: il Paese del Terzo Mondo Italia prima di divenire Paese del Terzo Mondo ha avuto la possibilità di evolversi grazie alla propria moneta. Il “normale” Paese del Terzo Mondo, invece, a differenza del Paese del Terzo Mondo Italia, non ha mai avuto la possibilità di evolversi, in quanto non ha mai avuto la propria moneta, quindi, non ha mai avuto possibilità di effettuare investimenti importanti... È così che oggi NON funziona l’Italia!

Cos'è cambiato? Semplicemente la moneta. Una volta l’Italia poteva stampare e creare lavoro, fare investimenti ed altro. Oggi non può nulla in quanto NON possiede più la propria moneta: deve chiederla in prestito, come un normale cittadino. Questa trasformazione è dovuta dall’introduzione dell’EURO. L’Euro, come ci hanno spiegato più volte diversi Nobel per l’Economia, monetaristi, macroeconomisti, giornalisti investigativi ed altri, ci ha distrutti per la motivazione di cui sopra: ha distrutto la nostra sovranità. Precisamente, prima quella monetaria, quindi: tutto il resto...

Ecco perché il Nobel per l’Economia Paul Krugman - solo per citarne uno -, a proposito di Terzo Mondo, ha più di una volta affermato: «Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta al rango di una Nazione del Terzo Mondo che deve prendere a prestito la moneta, con tutto ciò che questo implica». Ancora: «Quando negli anni Novanta citavo l'Italia quale esempio di come i Paesi avanzati possano sopportare pesanti debiti pubblici, non ero “naif” (INGENUO). All'epoca l'Italia aveva una propria moneta, e il suo debito era denominato in tale valuta, è vero che era ancorata al Marco tedesco, ma c'era sempre la possibilità di sganciarsi. Con l'adesione all'Euro, l'Italia di fatto si è trasformata macroeconomicamente in un Paese del Terzo Mondo, con i debiti in valuta straniera, e si è esposta alla crisi del debito.»

Abbiamo una possibilità: rimando al pezzo “I fasciocomunisti non possono accettare la fine dell'attuale Euro, esclusivamente perché hanno paura di perdere i loro averi finanziari e quel pochissimo che gli resta della loro assai poco presentabile faccia. Come ‘convincerli’? Semplice: togliamogli l’Euro e diamogli nuovamente l’Euro... i CRIMINALI vanno ‘aiutati’!”

(Articolo del 9 Novembre 2016)
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