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Circa un anno fa, in una conversazione con  il Presidente Gioele Magaldi, riflettevo sul fatto che un apparato statale e delle istituzioni funzionanti non solo sono importanti in quanto capaci di garantire servizi e fiducia nel cittadino ma anche perché forzano il privato ad offrire servizi di qualità almeno pari a quella dei servizi erogati dallo Stato (anche per quanto riguarda la vendita di prodotti ie customer care, refunds and goodwill policies, etc..).


Come si dice, il privato “needs to meet customers’ expectations”- e quelle attese sono, indirettamente,  ‘tarate’ sulla qualità dai servizi erogati dallo Stato.

Mi spiego- nel Regno Unito  una volta presa una multa, se ritenuta ingiusta , è possibile contestarla gratuitamente ed autonomamente mandando una email entro 15 giorni (prezzo e tempistiche dipendono dalla località)- di contro, come potrebbe la TFL (Transports for London) non rimborsare un biglietto dell’autobus acquistato come sostituto di un abbonamento lasciato a casa?


Oppure..

I Municipi (Boroughs or City Councils) hanno moltissime email di contatto e danno l’opportunità ai cittadini, per esempio, di lamentarsi dell’eccessiva velocità delle macchine nella propria strada o del livello di crimine nella propria zona. In questi casi, il Municipio manda prontamente una squadra specializzata o le forze dell’ordine a valutare a situazione e, in caso di necessità, provvede ad installare speed cameras per ridurre la velocità o CCTVs con lo scopo di monitorare il livello di crimine- di contro, come potrebbe la compagnia telefonica non offrire sconti sulle tue tariffe se la velocità di connessione internet non è adeguata o in linea con la descrizione offerta dallo stesso provider?

Insomma lo Stato serve da paragone, da benchmark, sulla qualità minima dei servizi offerti ai consumatori. Laddove lo Stato non tutela i cittadini, i privati potrebbero sentirsi giustificato a non tutelare i loro consumatori; o per lo meno non nella stessa misura.

Il paragone con ciò che funziona, qualunque cosa sia,  è sempre una sfida per ciò che invece potrebbe  o vorrebbe non funzionare.

Ora…

Perché il Regno Unito è stato, in questi anni, meta di gradi migrazioni europee?

Probabilmente proprio perché è un esempio virtuoso in cui, a partire dal dopo guerra e grazie all’attività di politici ed economisti Keynesiani al pari di William Beveridge, si è venuto a realizzare un esempio di welfare state in cui libertà individuali e responsabilità dell’individuo verso la società non sono state percepite in antitesi, come nel dialogo destra-sinistra italiano, ma in rapporto necessariamente dialettico e combinato.

Insomma, grazie all’accessibilità del Regno Unito, dovuta più che altro alla lingua Inglese (non tutti parlano il tedesco o le lingue nordiche), ed al suo ruolo economico e culturale nel mondo, il Regno Unito è divenuto l’esempio più tangibile del fatto che un modello alternativo a quello liberista non solo è auspicabile ma anche possibile.

Sui giornali di tutta Europa (lo abbiamo visto anche in Italia), sono stati pubblicati articoli in cui si parlava della società Inglese e la si prendeva a modello. Abbiamo visto come molti cittadini Europei residenti nel Regno Unito si dicevano felici di poter ‘osservare’ il modello Britannico per poi, eventualmente, ‘riportare a casa’ ciò che avevano imparato.

Il Regno Unito era diventato il benchmark, il paragone con il quale le democrazie sud-europee si dovevano necessariamente cominciare a misurare- il ché non era proprio strumentale all’involuzione antidemocratica cui deve sottostare l’Europa.

Ecco allora Brexit. Ecco allora le false promesse, i falsi dati, i populismi facili; e con questi xenofobia e pregiudizi.

Oggi Theresa May, con ancora più decisione di Cameron, sta scagliando un fortissimo attacco al welfare state ed al benessere economico del Regno Unito.

Il sistema sanitario nazionale è sotto attacco ed in forte privatizzazione.

Il sistema scolastico è sotto attacco e l’accesso alle scuole sempre più diviso per classi sociali.


La soluzione paventata ad eventuali mancati accordi con l’Unione Europea è quella di creare un tax heaven per le imprese…

Si sono visti attacchi xenefobi su europei di origine caucasica.

Se continuiamo su questa strada il Regno unito non sarà più l’esempio virtuoso di un modello alternativo, ma l’esempio di come quel modello alternativo sia fragile e facilmente attaccabile.

I simboli sono importanti ed oggi, in una società mediaticamente connessa come mai prima, abbiamo bisogni di simboli ed esempi positivi di successo- che possano indicare la direzione e dare speranza.

Il lavoro del Movimento Roosevelt Londra continuerà a condannare e commentare ogni involuzione antidemocratica, illiberale e antisociale di cui la società Britannica è oggi oggetto ed a rilanciare quegli ideali che resero grande questa nazione e che vogliamo vedere realizzati in tutta Europa.

Brexit o meno, in Europa o fuori, dobbiamo lavorare per una presa di coscienza delle conquiste social Britanniche e per proteggerla da attacchi sia interni (in caso Brexit) sia esterni.

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