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Francamente. Io non capisco.

Come possa risultare tanto difficile da capire. O perché non lo si voglia fare.

Che non sono queste ultime in vigore le norme e regole (in)sensate del rilancio.

Salvo che non si intenda ri-lanciare, lanciare dunque nuovamente, l’intera economia reale fuori dal balcone. Defenestrare il nostro BelPaese.

Il consentire di rialzarsi formalmente e in sostanza gambizzare la struttura che sorregge può, al più e semmai, rappresentare il sequel dello spettacolo mandato in onda a reti unificate e senza sosta in questi ultimi bei tempi. L’attesa del tutto che si promette e spera.

Chi di speranza vive disperato muore, è risaputo. Lo sperato, comunque e in ogni caso, non (si) arriverà. A toccare.

Un po’ come il Godot del primo tempo, tutti comodi e isolati davanti al film del tempo 2: fine lockdown, di questo passo e nella sceneggiatura prospettata, mai.

Prevedere per i ristoratori l’obbligo di garantire la distanza di due metri tra due tavoli e di quattro tra un commensale e l’altro equivale non a dimezzare - sarebbe un miracolo se accadesse ciò, l’inverso del miracolo moltiplicatorio di pesci e pani, certo, ma comunque di questi tempi una benedizione  - bensì a ridurre di tre quarti o, se gli dice proprio bene, di due terzi l’incasso giornaliero. L’introito correlato alla capienza massima del locale. Dalla nuova normativa ridotto all’osso. E non di seppia, con quello almeno potrebbero imbastirci un sugo da servire.

E non mi si dica, mi appello alla pietà divina che quella umana si è chiaramente persa nella selva oscura della mia ragione, che forse si è disposto e programmato con poca competenza e nella fretta dell’urgenza.

Di conoscenze in merito io ne ho ben poche, ma ho ancora ferme in mente le nozioni scolastiche di base, quelle aritmetiche, le elementari oggi isolate nelle case. E due più due per me continua a fare quattro. Checché si voglia oggi (tentare di) far intendere.

E, già che mi ci trovo, anticipo le arrampicate sugli specchi nel dubbio che possano non essere stati adeguatamente disinfettati.  Non mi si dica che basta riaprire e intensificare l’attività lavorativa per ripartire. Non mi si dica, per carità extraterrestre, che ci vuole!

La regola del più lavoro più guadagno ha la sua logica vincente nel lavoro dipendente.

Per il lavoro autonomo, l’imprenditore, vale – ahimè e ahi tutti loro - la regola esattamente inversa.

Ogni ora di lavoro in più - sotto l’egida di norme di tal fatta che allontanano indeterminatamente il punto di pareggio entrate/uscite - è un passo in là verso la chiusura, quella certa e definitiva.

Al di sotto del miraggio dello zero bilanciato, un commerciante un ristoratore un gestore balneare un qualsiasi imprenditore più lavora più va inesorabilmente in malora. Va a perdere. Magari proprio i soldi prestatigli dalle banche con amore e che egli non saprà, alla resa dei conti non quadrati, in quale fantasioso modo ricambiare. Di miracoli economici non sembra se ne trattino più da queste parti. Dagli anni ottanta ad oggi.

Io lo capisco, sia ben chiaro, che quantomeno in questo modo la smetteranno tutti questi disgraziati petulanti di questuare bunus sovvenzioni e integrazioni alle casse dello Stato. Davvero, non se ne poteva più di lagne e lamenti.

E capisco anche che se non si mettono almeno cinque metri di distanza tra un ombrellone e l’altro al virus in eterna questione potrebbe - chi può dirlo, il potere della sua corona è probabile gli abbia dato alla testa - venir lo schiribizzo di cambiare ogni tanto sdraio o lettino per mettersi più comodo. Magari a rigenerarsi. Al sole.

Ma proprio non capisco il super potere dal virus acquisito di mutazione in mutazione. Far morire anche di annegamento in mare. Mentre il bagnino, giovane e in salute per definizione, sta a guardare dentro il suo distanziamento sociale.

Però un plauso, uno almeno, lo voglio fare. Mi viene dritto dal cuore.

Il mio cuore non può che applaudire alla nuova task force che ha arruolato, ed era ora, Madre Natura in persona tra le proprie fila. E dove non arriva lei ad isolare integralmente ci pensa il nuovo team a rafforzare e blindare. La Sardegna e la Sicilia. L’Italia. Isole e (pen)isola. Tutte insieme.

Perché la separazione vinca sulla (illusione della) unione. Come sempre.

(Alessandra Tucci - 16 maggio 2020)

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