Forse non ci si rende conto, non abbastanza.

Che la non riapertura di  mille e più negozi  nella sola Roma - ad oggi, chiaro, vediamo come evolve, nell’attuale involuzione generale, il numero nel prossimo  futuro, in quello più lontano - non si abbatterà come una mannaia sul nostro shopping compulsivo. Negli anni sempre più ossessivo.

Affatto, no, non ci spaventiamo.
Nessun allarme in questo senso, semmai il contrario.

La nostra (s)mania al click commerciale è in mani d’oro, quelle virtuali.

Non appena  Mister OnLine libererà le proprie immense dita dall’ostrica e dallo champagne levato in alto a brindare a questi ultimi lucrosi mesi, provvederà, siamone certi ed esultiamo, ad impiegarle nella formazione delle numerose nuove leve di recente reclutate al fin del nostro bene: L’acquisto online da ogni dove, a prezzi bassi e in grandi quantità, le più massive.
Poco importa i metodi di produzione, la (s)lealtà concorrenziale, lo sfruttamento di chi in Italia è stato sempre tutelato. E oggi si ritrova inginocchiato.

Nessun pericolo per noi acquirenti dunque, stiamo pur tranquilli.

Rassereniamoci ed impariamo ad apprezzare il mondo che verrà.

Vie, vicoli e viottoli spenti, stinti e svuotati, sarà la pace di tutti i nostri sensi. Finalmente.

Niente più rumore, nessun colore, stop al kaos e alla confusione. Niente più il fastidio delle voci ambulanti. Troppo petulanti.

Serrande grigie e tutte uguali a riportare l’ordine visivo nell’intera visuale, quella sociale. Era ora che accadesse, che tornasse a dettar legge il rigore asettico e schematico del tutto omologato.

Strade da percorrere senza più dover sgomitare per incedere, senza più inciampare. Su un piede di traverso a passeggio, una mano tesa a salutare, una persona ferma davanti una vetrina a guardare e valutare. O, Dio non voglia, su sedie e tavolini barbaramente posti ad occupar la via del camminare. In rigorosa solitaria.

Finalmente l’ordine, la (auto)disciplina, il distanziamento sociale. La troppa confidenza di un contatto casuale era ora che lasciasse il passo al rispetto del distacco.

Ah! Ed era ora!

Niente più mastini messi a guardia del decoro, tutti quei chiassosi e zelanti negozianti sguinzagliati per le strade e le vie e i vicoli e i viottoli a tutelarne e garantirne - in autonomia, senza sosta, con le proprie tasche - sicurezza e ordine e pulizia per chiunque le attraversasse, al fine di acquistare o anche solo per passeggiare.

Ed era ora finalmente!

Era ora di poter recuperare il nostro dito assoldato dalla nuova eticizzante civilizzazione e schierato contro tutti gli eversivi che tenta(va)no di trattenere una scampolo di quella civiltà che si chiama(va) vivere sociale.  Libertà, altrui rispetto, autodeterminazione.

Era ora di poter tornare ad impiegarlo a tempo pieno sul click del sopravvivere, il virtuale, nel nuovo spazio che via via sta miracolosamente aprendo e spanando la più folle e devastante disgregazione sociale. Quella reale.

A questo punto non rimane altro che aspettare l’elezione del nuovo dio dei tempi nostri, delle genti attuali.

Perché è assolutamente chiaro che Chi ha fornito all’Umanità il libero arbitrio in questo esistere terreno sia stato oggi messo ai voti. E bocciato.

(Alessandra Tucci - 12 maggio 2020)