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di Daniele Cavaleiro, Vicepresidente del Movimento Roosevelt

In questo difficile momento voglio prima di tutto esprimere la mia vicinanza a tutti quei rooseveltiani/e e a tutte quelle persone, in ogni angolo del globo, che oggi si trovino ad affrontare difficoltà sanitarie, sociali ed economiche inimmaginabili. Voglio però anche fare un po’ di chiarezza, esprimendo il mio modestissimo parere, rispetto a quello che tutti noi oggi siamo costretti ad affrontare, l’emergenza COVID-19.

Primo fra tutti il tema salute. Questo Coronavirus ormai ci sta terrorizzando: ci dicono di non preoccuparci, ma allo stesso tempo ci chiudono in casa. Ci viene detto che la maggior parte dei decessi sono dovuti ad un aggravarsi del quadro clinico già complicato, e che le persone a maggior rischio sono gli over 60. Questo che significa, che se muoiono i nostri genitori oppure i nostri nonni non è un problema? Per cercare di capire meglio ciò di cui si parla, credo che sia utile riportare di seguito i dati relativi alle morti per influenza e polmonite in Italia nel 2017 (Fonte: ISTAT) ed i dati aggiornati al 25-03-2020 relativi ai morti da COVID-19 (Fonte: Jonhs Hopkins University)


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Figura 1 – Dati COVID-19 - Fonte Jonhs Hopkins University – aggiornati al 25-03-2020

Se confrontiamo i dati dei decessi con la popolazione italiana, possiamo vedere che i decessi per polmonite in Italia nel 2017 sono parli allo 0,0223% della popolazione residente nello stesso periodo di riferimento; mentre i decessi per Coronavirus nel 2020 sono pari allo 0,0124% della popolazione residente in Italia nello stesso periodo di riferimento.

Figure 1 - % Decessi in Italia per coronavirus al 25-03-2020                  
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Figure 2 - % Decessi per polmonite nel 2017

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Il primo pensiero che mi è venuto leggendo questi dati è stato: ma è possibile mettere in stato di emergenza l’intera Europa ed oltre per un virus che, in quanto ad incidenze dei decessi è inferiore ad una polmonite? Allora, ogni anno nel periodo di picco influenzale bisognerebbe chiuderci in casa, evitando qualsiasi contatto e relazione sociale? Questo lo trovo personalmente assurdo, ma in quale “schifo” di società e Stato, qualora di Stato possiamo ancora parlare, viviamo? Può essere accettata, ed anche corretta da un punto di vista giuridico, una limitazione così forte delle nostre libertà individuali?

Se si voleva veramente combattere questo virus, cercando di evitarne il più possibile la diffusione, l’unica soluzione, vista anche la sua enorme forza di contagio, era quella di bloccare e chiudere immediatamente tutto, evitando qualsiasi relazione sociale. Ma neanche questo, mi sembra, sia stato fatto. La nostra classe dirigente politica, con le sue decisioni ha soltanto, volutamente o meno, innalzato enormemente la paura e l’ansia di tutti noi verso un virus di cui in realtà non sappiamo nulla e di cui nulla ci è stato davvero spiegato. Questo stato indotto di paura ed ansia ci ha portato ad accettare supinamente forti limitazioni della nostra libertà, innescando un vortice di forte depressione e decrescita economica e sociale. Tutto questo è stato voluto? Perché? Da chi? Negli interventi di questi giorni di vari politici, giornalisti ed opinionisti, emerge una confusione ancora maggiore. Si passa dalla guerra biologica USA-CINA, al bio-terrorismo, ai legami con l’approvazione del Fondo salva Stati (rinviato a dopo l’emergenza) e anche ascoltando l’opinione dei vari esperti di malattie infettive si registrano opinioni differenti.

Il dibattito politico ha raggiunto dei livelli di superficialità ed ignoranza degni solo di una classe dirigente totalmente asservita, senza spina dorsale e soprattutto senza nessuna idea né di quale sia la società in cui viviamo, né di quale società sarebbe necessaria per il futuro. Le uniche cose che sento dire sono slogan di politici (e ‘pensatori’ vari) che spesso si trovano in contrasto con quello che hanno detto il giorno prima o con qualche atto legislativo che hanno approvato nel passato.

Il caos regna sovrano.

Le politiche di austerity, figlie di una cultura conservatrice e neoliberista, hanno ormai ridotto ai minimi termini la nostra sanità e la nostra Italia. Come ho più volte osservato anche in altri tempi- e lo ribadisco con fermezza- il Fiscal Compact o Patto di stabilità è un atto ripugnante, che lede fortemente i diritti universali di tutti gli esseri umani. Stiamo morendo per carenze strutturali ed infrastrutturali del nostro sistema sanitario, e dobbiamo veramente ringraziare tutti quegli operatori sanitari che stanno lottando in trincea come degli eroi. C’è però una grande opportunità. Oggi più di ieri abbiamo la possibilità di mettere nel cassetto dei brutti ricordi quella cultura neoliberista e quelle politiche di austerity che hanno fortemente messo alla prova la nostra stabilità e coesione sociale, per aprire e spalancare le porte ad una società dove le diversità siano un grande valore aggiunto, dove regni indisturbata la libertà e la giustizia sociale. La nostra classe dirigente sarà all’altezza delle sfide e del cambiamento che questo momento storico ci offre? Io mi auguro che si abbia il coraggio di affrontare questo epocale cambiamento a favore della collettività, anche perché tutti i membri a vario titolo della galassia rooseveltiana saranno attenti osservatori delle scelte che da qui in avanti si metteranno in campo.

DANIELE CAVALEIRO, Vicepresidente e Tesoriere del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com )

( Articolo del 26 marzo 2020 )

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