Il presidente del Movimento Roosevelt, esponente della massoneria progressista internazionale: "qualcuno" potrebbe aver fatto esplodere di proposito la crisi-Covid, utilizzando la Cina per provare un'altra volta a congelare il pianeta, riducendo democrazia e libertà
Ieri il terrorismo, oggi il contagio. Se la paura è altrettanta e la risposta è identica - meno libertà, in cambio della sicurezza - sorge un sospetto: siamo di fronte a una gigantesca operazione di strategia della tensione, a livello internazionale, come già fu per l'11 Settembre? Gioele Magaldi avanza un'ipotesi preoccupante: la stessa élite oligarchica che controlla le leve mondiali della finanza potrebbe aver deliberatamente immesso il coronavirus a Wuhan, per poi usare la prevedibile reazione cinese, autoritaria, come modello per il mondo interno, allo scopo di militarizzare la crisi e - con l'alibi del Covid - sospendere libertà e democrazia anche in Occidente.
Presidente del Movimento Roosevelt e gran maestro del Grande Oriente Democratico, Magaldi è il portavoce italiano del circuito massonico progressista sovranazionale. Nel saggio "Massoni", bestseller pubblicato da Chiarelettere e uscito nel 2014, denuncia le trame delle superlogge planetarie "neoaristocratiche": svuotare la nostra democrazia, instaurando un regime economicamente neoliberista e politicamente post-democratico. Quanto all'11 Settembre, il libro demolisce la versione ufficiale degli Usa, spiazzando anche le narrazioni complottistiche: a progettare il crollo delle Torri Gemelle, sostiene, fu la superloggia "Hathor Pentalpha", creata dai Bush.
«Attenzione», avverte ora Magaldi, di fronte al panico mondiale innescato dal coronavirus: «Qualcuno potrebbe aver "gettato i dadi" di questa situazione per portarci - attraverso varie giravolte e tortuose, spericolate azioni - verso un tipo di mondo differente, nel segno di un nuovo 11 Settembre». Nel qual caso, aggiunge, non sarebbe corretto parlare di 11 Settembre "di matrice cinese", visto che la Cina «è stata utilizzata come volano, fin dall'inizio, per l'operazione progettata dalle menti, non cinesi, che hanno prodotto il manifesto "The crisis of democracy"». Ovvero: «Dietro la crescita della Cina come superpotenza inserita nel mondo globale, capitalistica ma non democratica, c'era un progetto: che coinvolgeva attori non cinesi, sovranazionali, apolidi». Anche in questo caso, quindi, il sistema-Cina «sarebbe stato semplicemente utilizzato per giungere allo scopo», cioè la confisca planetaria della democrazia.
Riguardo alle scelte del governo Conte, Magaldi è durissimo: condanna i ritardi, le incertezze e le incongruenze dell'esecutivo e delle stesse Regioni. «Prima si è sottovalutato il rischio, evitando di attrezzare per tempo gli ospedali. Poi si è lasciato che troppi potenziali "untori" partissero dal Nord per contagiare il Sud. Infine si è scelto di chiudere tutti in casa, agli arresti domiciliari: ma fino a quando?». Magaldi propende per la ricetta inglese, poi non applicata da Boris Johnson: «Siamo sicuri che sarebbero morte ancora più persone, rispetto a quelle (tantissime) che già comunque muoiono, se ci fossimo limitati a proteggere gli anziani e i malati? Quantomeno, non avremmo paralizzato l'economia del paese. E adesso - aggiunge - questo governo di minchioni, che ha creato un disastro economico spaventoso, se ne esce con un'elemosina ridicola da 25 miliardi: in mancanza di risposte serie, l'esasperazione degli italiani esploderà presto».
Non è tutto: Magaldi è colpito «dalla strana lentezza su cui sembra avvitarsi la crisi», sorvegliata dall'Oms: la situazione ospedaliera è drammatica, ma l'adozione delle cure procede a rilento. «Sembra quasi che qualcuno stia provando a protrarre l'emergenza all'infinito, senza peraltro saper neppure rispondere alla domanda che tutti si pongono: come mai il coronavirus colpisce in modo così duro la Lombardia, cioè il motore produttivo e strategico del paese? Possibile che i tanti "soloni" televisivi non abbiamo una spiegazione?».
Sul fronte economico, se non altro, si sgretola il muro del rigore europeo: i miliardi che fino a ieri erano irraggiungibili, oggi di colpo paiono a portata di mano. «Da un lato, è vero, sembrano aprirsi grandi praterie per poter dire ai signori dell'austerity: ci avete preso per il naso, in realtà i denari c'erano anche prima; è per decisioni squisitamente politiche che non sono stati utilizzati a beneficio della collettività, a cominciare dalla spesa sanitaria». Il coronavirus ha messo a nudo il neoliberismo, che «ha fatto del mondo un luogo dove pochi detengono le ricchezze, e pochi privati detengono il potere sulla moneta, che invece di essere utilizzata dal popolo (Stato e cittadini) è ostaggio di pochi gruppi oligarchici».
«Tutto questo - continua Magaldi - oggi viene finalmente smascherato: si scopre infatti che, si vuole, uno Stato può spendere per il benessere collettivo». Beninteso: «Di questi denari c'era bisogno anche prima di questa crisi da coronavirus, che ha soltanto aggravato un forte disagio economico già preesistente». Però attenzione, avverte Magaldi: «Noi, massoni progressisti, stiamo raccogliendo dati che ci dicono che questa crisi potrebbe esser spinta secondo un copione, una sceneggiatura, per cui - alla fine - le conseguenze non saranno quelle che auspichiamo», cioè il ritorno a scelte finalmente espansive nella politica economica. «Noi rischiamo di non andare verso un vero utilizzo di risorse pubbliche in un contesto di democrazia liberale: rischiamo di andare in altre direzioni, molto inquietanti».
Di qui il sospetto sull'eterodirezione del caso-coronavirus: Magaldi per ora parla di «indizi, segnalazioni insistenti e strane coincidenze». Qualcuno - cioè, l'élite reazionaria che nel 1975 con "The crisi of democracy" (manifesto promosso dalla Trilaterale) annunciò la compressione dei diritti sociali, per poi arrivare all'aberrazione terroristica dell'11 Settembre - starebbe di nuovo cercando di "congelare" il mondo (e quindi anche la disponibilità finanziaria degli Stati) attraverso la militarizzazione universale introdotta con il Convid-19? «Stiamo indagando e acquisendo dati», dice Magaldi. Da un lato, afferma, «presidiamo la possibilità di un nuovo utilizzo della moneta e delle istituzioni pubbliche per assicurare il benessere collettivo, in un orizzonte di libero mercato che torni però a prevedere un ruolo efficace dello Stato nell'economia». Dall'altro, aggiunge, «presto scopriremo cosa sta davvero avvenendo».
«Ciascuno muoverà le sue pedine», conclude l'autore di "Massoni". «Così come l'11 Settembre alla fine non ha prodotto i risultati sperati - se davvero saranno accertate le informazioni che stiamo componendo - sappiano, lorsignori, che non andrà a segno nemmeno questa ulteriore mossa da apprendisti stregoni, questo creare i "Frankestein" da gettare in mezzo a noi, in danno della collettività, per perseguire fini spregevoli e inconfessabili». Ieri Al-Qaeda e oggi il coronavirus? Nel caso, chiosa Magaldi, «la lotta sarà dura: ma noi la combatteremo in modo costante, forte e sapiente».
Fonte: Gioele Magaldi Racconta, su YouTube il 23 marzo 2020
https://www.youtube.com/watch?v=7Xrln67MLlk